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Il defibrillatore ''accende la vita''
Per intervenire efficacemente in caso di arresto cardiocircolatorio, fattore determinale e' il tempo. Quando il cuore non compie piu' il suo normale lavoro di contrazione ed espansione, non esercita piu' la normale funzione di ''pompa'' che manda agli organi sangue ossigenato. Gli organi, in particolare il cervello, possono subire quindi gravi danni; dopo 5 minuti di mancanza di ossigeno (anossia), il cervello perde le facolta' cognitive superiori; in ogni minuto successivo la capacita' di ripresa dell'individuo diminuisce del 10%.
Nel giro di pochi minuti si puo' arrivare alla morte, la corsa all'ospedale piu' vicino nella maggior parte dei casi non basta.
Molti dei decessi dovuti a ''morte improvvisa'', che colpisce anche i giovani, potrebbero essere evitati grazie alla diffusione capillare di un importante strumento ''salvavita'': il defibrillatore semiautomatico (si veda PuntoSicuro n. 448), ora utilizzabile anche da parte di personale non medico opportunamente addestrato; la Legge 120/2001 autorizza infatti l'utilizzo del defibrillatore in ambiente extraospedaliero.
La redazione di PuntoSicuro ha intervistato sull'argomento il Prof.Gianni Spinella, presidente del C.O.NA. CUORE (Coordinamento nazionale Operativo Cuore).
Il defibrillatore semiautomatico dovrebbe essere disponibile su tutte le ambulanze, sulle auto delle forze dell'ordine e in tutti i luoghi di aggregazione (luoghi di lavoro, scuole, supermercati,..). Esperienze in tal senso sono state portate avanti dal C.O.NA. CUORE (si veda PuntoSicuro n. 413) con ottimi risultati: in questi casi la percentuale di sopravvivenza all'arresto cardiocircolatorio e' passata dall'1% a poco meno del 20%.
Secondo il Prof. Spinella il defibrillatore dovrebbe avere, nel campo della gestione dell'emergenza sanitaria, la stessa la diffusione capillare che, nel campo della prevenzione incendi, hanno oggi gli estintori: ''L'estintore spegne l'incendio, il defibrillatore accende la vita''.
''E' fondamentale intervenite a monte. E' importante che la popolazione impari ad ''autosoccorrersi''''. Un cambiamento che deve partire in primo luogo da coloro che svolgono l'attivita' di soccorrtitori: devono essere addestrati e certificati per operare con il defibrillatore.
Si sta modificando il modo prestare soccorso: dal ''carica e scappa'' si sta passando al ''fermati e soccorri''.
La formazione all'utilizzo del defibrillatore deve prevedere anche un'attivita' di retraining affinche' le informazioni impartite non siano dimenticate; sottolineamo tuttavia che il defibrillatore semiautomatico e' un apparecchio sicuro: quando viene attivato effettua una diagnosi (sicura al 99,9%) e in caso il soggetto non sia in arresto cardiocircolatorio non avvia la defibrillazione.
Nel giro di pochi minuti si puo' arrivare alla morte, la corsa all'ospedale piu' vicino nella maggior parte dei casi non basta.
Molti dei decessi dovuti a ''morte improvvisa'', che colpisce anche i giovani, potrebbero essere evitati grazie alla diffusione capillare di un importante strumento ''salvavita'': il defibrillatore semiautomatico (si veda PuntoSicuro n. 448), ora utilizzabile anche da parte di personale non medico opportunamente addestrato; la Legge 120/2001 autorizza infatti l'utilizzo del defibrillatore in ambiente extraospedaliero.
La redazione di PuntoSicuro ha intervistato sull'argomento il Prof.Gianni Spinella, presidente del C.O.NA. CUORE (Coordinamento nazionale Operativo Cuore).
Il defibrillatore semiautomatico dovrebbe essere disponibile su tutte le ambulanze, sulle auto delle forze dell'ordine e in tutti i luoghi di aggregazione (luoghi di lavoro, scuole, supermercati,..). Esperienze in tal senso sono state portate avanti dal C.O.NA. CUORE (si veda PuntoSicuro n. 413) con ottimi risultati: in questi casi la percentuale di sopravvivenza all'arresto cardiocircolatorio e' passata dall'1% a poco meno del 20%.
Secondo il Prof. Spinella il defibrillatore dovrebbe avere, nel campo della gestione dell'emergenza sanitaria, la stessa la diffusione capillare che, nel campo della prevenzione incendi, hanno oggi gli estintori: ''L'estintore spegne l'incendio, il defibrillatore accende la vita''.
''E' fondamentale intervenite a monte. E' importante che la popolazione impari ad ''autosoccorrersi''''. Un cambiamento che deve partire in primo luogo da coloro che svolgono l'attivita' di soccorrtitori: devono essere addestrati e certificati per operare con il defibrillatore.
Si sta modificando il modo prestare soccorso: dal ''carica e scappa'' si sta passando al ''fermati e soccorri''.
La formazione all'utilizzo del defibrillatore deve prevedere anche un'attivita' di retraining affinche' le informazioni impartite non siano dimenticate; sottolineamo tuttavia che il defibrillatore semiautomatico e' un apparecchio sicuro: quando viene attivato effettua una diagnosi (sicura al 99,9%) e in caso il soggetto non sia in arresto cardiocircolatorio non avvia la defibrillazione.
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