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Infortuni mortali in crescita nel settore costruzioni
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02/01/ 2004 – Torino - Un operaio di 60 anni, Giovanni Iannini, è morto mentre era impegnato in lavori di ristrutturazione di un alloggio a Torino. E’ precipitato nel vuoto assieme ad un carrello elevatore che stava manovrando.
[…]
31/12/2004 – Milano- Un operaio è morto a causa della caduta di una gru in un cantiere di una scuola del Gallaratese.
Sono queste le brevi cronache degli incidenti che hanno segnato rispettivamente l’inizio e la fine della lunga serie di infortuni mortali in edilizia monitorati dal sindacato Fillea-CGIL nel corso del 2004.
I tre puntini di sospensione, messi tra questi due eventi, stanno ad indicare le ulteriori 229 vittime del settore costruzioni nell’anno appena trascorso, nel quale si è registrato, rispetto al monitoraggio del 2003, un incremento del 7,44% (231 contro 215) degli infortuni mortali.
Monitoraggio che anche nel 2005 si è aperto con un infortunio mortale il 2 gennaio 2005 e ad oggi fa contare già 18 vittime (rispetto alle 12 dell’analogo periodo del 2004).
Benché non si tratti di statistiche ufficiali e non vi sia il raffronto con l’andamento occupazionale del settore, i dati rilevati dal sindacato sono significativi, in quanto evidenziano l’elevato rischio del comparto costruzioni.
Le regioni nelle quali si sono verificati più infortuni mortali nei cantieri sono la Lombardia (39 casi), il Piemonte (22), la Sicilia (18) e L’Emilia Romagna (17); ma mentre in Lombardia le vittime sono diminuite del 12,8% rispetto all’anno precedente, le altre tre regioni ai vertici della classifica hanno fatto registrare invece un forte aumento degli infortuni mortali nel settore: +120% in Piemonte, +63,6% in Sicilia, +30,8% Emilia Romagna.
Le rilevazioni della Fillea-CGIL mostrano che il Nord, nonostante una forte presenza di manodopera, registra un calo degli infortuni mortali rispetto al 2003. E’ invece nei cantieri edili del Sud e delle Isole che il fenomeno ha avuto una forte impennata: se nel 2003 le vittime in queste regioni rappresentavano il 19% del totale nel 2003, nel 2004 hanno rappresentato il 35,7%. Anche nel Centro, se si escute il Lazio, l’andamento infortunistico si rileva in aumento rispetto al 2003.
La prima causa per morte nei posti di lavoro si conferma la caduta dall’alto (44,16%). Altre cause frequenti sono: travolto da gru, carrello elevatore o ruspa (25,11%), il crollo di una struttura (9,96%), colpito da materiali di lavoro (9,52%), folgorato (4,76%).
Nel 2004 è aumentata la presenza di lavoratori stranieri nel settore, ma aumentano anche gli infortuni che li coinvolgono. La Fillea-Cgil denuncia un aumento degli infortuni mortali tra i lavoratori stranieri del 18,75%: dai 32 del 2003 ai 38 del 2004, per la maggior parte proveniente dai paesi dell’Est.
Riguardo all’età delle vittime, la maggior parte degli edili italiani rimasti vittime di un infortunio sul lavoro ha un’età compresa tra 35 e 55 anni; per gli stranieri l’età a rischio è tra i 26 e i 35 anni.
L’estate è il periodo con il maggior numero di infortuni mortali, in particolare nei mesi di settembre, luglio e giugno; mentre nel periodo invernale è dicembre il mese più a rischio.
02/01/ 2004 – Torino - Un operaio di 60 anni, Giovanni Iannini, è morto mentre era impegnato in lavori di ristrutturazione di un alloggio a Torino. E’ precipitato nel vuoto assieme ad un carrello elevatore che stava manovrando.
[…]
31/12/2004 – Milano- Un operaio è morto a causa della caduta di una gru in un cantiere di una scuola del Gallaratese.
Sono queste le brevi cronache degli incidenti che hanno segnato rispettivamente l’inizio e la fine della lunga serie di infortuni mortali in edilizia monitorati dal sindacato Fillea-CGIL nel corso del 2004.
I tre puntini di sospensione, messi tra questi due eventi, stanno ad indicare le ulteriori 229 vittime del settore costruzioni nell’anno appena trascorso, nel quale si è registrato, rispetto al monitoraggio del 2003, un incremento del 7,44% (231 contro 215) degli infortuni mortali.
Monitoraggio che anche nel 2005 si è aperto con un infortunio mortale il 2 gennaio 2005 e ad oggi fa contare già 18 vittime (rispetto alle 12 dell’analogo periodo del 2004).
Benché non si tratti di statistiche ufficiali e non vi sia il raffronto con l’andamento occupazionale del settore, i dati rilevati dal sindacato sono significativi, in quanto evidenziano l’elevato rischio del comparto costruzioni.
Le regioni nelle quali si sono verificati più infortuni mortali nei cantieri sono la Lombardia (39 casi), il Piemonte (22), la Sicilia (18) e L’Emilia Romagna (17); ma mentre in Lombardia le vittime sono diminuite del 12,8% rispetto all’anno precedente, le altre tre regioni ai vertici della classifica hanno fatto registrare invece un forte aumento degli infortuni mortali nel settore: +120% in Piemonte, +63,6% in Sicilia, +30,8% Emilia Romagna.
Le rilevazioni della Fillea-CGIL mostrano che il Nord, nonostante una forte presenza di manodopera, registra un calo degli infortuni mortali rispetto al 2003. E’ invece nei cantieri edili del Sud e delle Isole che il fenomeno ha avuto una forte impennata: se nel 2003 le vittime in queste regioni rappresentavano il 19% del totale nel 2003, nel 2004 hanno rappresentato il 35,7%. Anche nel Centro, se si escute il Lazio, l’andamento infortunistico si rileva in aumento rispetto al 2003.
La prima causa per morte nei posti di lavoro si conferma la caduta dall’alto (44,16%). Altre cause frequenti sono: travolto da gru, carrello elevatore o ruspa (25,11%), il crollo di una struttura (9,96%), colpito da materiali di lavoro (9,52%), folgorato (4,76%).
Nel 2004 è aumentata la presenza di lavoratori stranieri nel settore, ma aumentano anche gli infortuni che li coinvolgono. La Fillea-Cgil denuncia un aumento degli infortuni mortali tra i lavoratori stranieri del 18,75%: dai 32 del 2003 ai 38 del 2004, per la maggior parte proveniente dai paesi dell’Est.
Riguardo all’età delle vittime, la maggior parte degli edili italiani rimasti vittime di un infortunio sul lavoro ha un’età compresa tra 35 e 55 anni; per gli stranieri l’età a rischio è tra i 26 e i 35 anni.
L’estate è il periodo con il maggior numero di infortuni mortali, in particolare nei mesi di settembre, luglio e giugno; mentre nel periodo invernale è dicembre il mese più a rischio.
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