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Stress: ti vedo molto nervoso, qual e' il problema?

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Documentazione

15/10/2008

Una lista di controllo e un cortometraggio rivolte alle aziende e ai lavoratori. Documenti utili a fare il punto su rischi psicosociali e stress, consigli per individuare i problemi associati e le misure da attuare.

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Se c’è un problema sanitario in continua crescita che fatica a prendere il giusto spazio nelle ricerche, nelle cronache e nei provvedimenti normativi di tutela della sicurezza e salute dei lavoratori, questo è lo stress.
Più volte da queste colonne virtuali abbiamo ricordato che lo stress è il secondo problema sanitario legato all’attività lavorativa segnalato più di frequente in Europa, un problema che colpisce il 22% dei lavoratori dell’UE (2005).
Più volte abbiamo raccolto documenti sui rischi psicosociali, sul problema del mobbing o del burnout cercando di evidenziare come allo stress possano essere riconducibili bel il 50% e il 60% di tutte le giornate lavorative perse e, dunque, quale possa essere il peso economico di questo problema sull’intera collettività.
 
 
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Con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione su questo problema, che può essere fonte di moltissimi incidenti fisici e di serie patologie in ambito psichiatrico, pubblicheremo una serie di documenti, anche non recenti, ma che possono essere utili per un lavoratore e per un’azienda per rilevare e per provenire i rischi psicosociali.
Per farlo utilizziamo il portale della Suva, l'istituto svizzero per l'assicurazione e la prevenzione degli infortuni, che ha raccolto in questi anni utili e semplici documenti.
 
Malgrado le differenze normative dei nostri vicini d’oltralpe, questi documenti rispondono perfettamente allo spirito del Decreto legislativo n. 81 del 9 aprile 2008 che sottolinea l’importanza di valutare, eliminare o ridurre le cause dello stress lavorativo.
 
Il primo documento che presentiamo è una lista di controllo dedicata espressamente allo stress e nata per verificare se esistono situazioni di stress nei luoghi di lavoro.
Divisa in tre parti, la check list ricorda che “ritmi di lavoro serrati e stress aumentano sensibilmente il rischio di infortunio e compromettono con il tempo la salute dei lavoratori”.
In particolare le conseguenze dello stress portano a:
- “riduzione delle capacità percettive (per esempio restrizione del campo visivo);
- lavoro frenetico, precipitoso (‘fare le cose a casaccio’);
- controlli trascurati”.
 
La prima parte è destinata ad individuare i problemi associati allo stress e il documento ricorda che spesso lo stress è causa di:
– “lamentele dei collaboratori per termini a ritmo serrato e per la mole di lavoro;
– numerose assenze per malattia superiori alla media e disturbi della salute quali insonnia, disturbi gastrici, nausea, mal di testa;
– un aumento del numero degli infortuni, dei quasi infortuni o dei problemi di produzione;
– un clima lavorativo contrassegnato spesso da impazienza e irritabilità”.
 
Nella seconda parte le domande della lista sono relative a misure da attuare per eliminare i fattori stressanti:
- disporre del tempo sufficiente per pianificare e organizzare convenientemente il lavoro;
- verificare che le mansioni siano adatte alle capacità dei collaboratori;
- mettere a disposizione attrezzi e documenti in quantità sufficiente e al momento giusto;
- verificare il funzionamento della comunicazione fra le persone e all'interno del team di lavoro;
- verificare se c’è collaborazione tra il personale;
- eliminare o ridurre gli influssi fastidiosi dell'ambiente (rumore, polvere, calore, correnti d'aria, ...);
- verificare che il lavoro si possa svolgere senza continue interruzioni (clienti, telefonate, ...);
- permettere ai lavoratori di influenzare il ritmo di lavoro (ad esempio “arrestare la macchina o interrompere il lavoro quando non possono più seguirne il ritmo”).
 
L’ultima parte della check list è invece dedicata alla creazione di un buon clima di lavoro.
Un ambiente lavorativo dove, ad esempio, i collaboratori possano contribuire alla pianificazione e all'organizzazione del lavoro, fare proposte o criticare i superiori senza subire conseguenze. Un ambiente dove ci sia collaborazione, dove si possa parlare apertamente dei conflitti, dove ci sia formazione adeguata e la possibilità, magari, di progettare e svolgere attività esterne comuni nel tempo libero.
 
Un altro documento prodotto da Suva per sensibilizzare sui problemi dello stress in ambito lavorativo è un cortometraggio, intitolato semplicemente “Stress”, che raccoglie molti degli argomenti discussi nella lista di controllo.
 
Il filmato, rivolto alle aziende dove siano presenti ad esempio i fattori elencati al punto 1 della lista di controllo, vuole sottolineare che questa condizione psicologica “fa ammalare, riduce la qualità e il rendimento sul lavoro mentre aumenta il rischio d'infortunio”.
 
Perché, quando è palese una situazione di stress in una azienda, non si interviene adeguatamente? Perché non ci si organizza diversamente? Perché non si affrontano direttamente i problemi?
Per rispondere a queste domande il cortometraggio (disponibile in italiano, francese e tedesco) racconta la storia di una piccola azienda che produce pupazzi di fronte a problemi economici e ad un improvviso e concomitante ordine di mille prodotti da realizzare in breve tempo. La situazione di tensione e di stress non solo porta all’aumento esponenziale dei conflitti, ma anche a veri e propri infortuni.
Ma le contromisure non mancano.
Tra queste, a titolo esemplificativo, la capacità di rispondere pacatamente ad un’esplosione di ira, magari giustificata, di un collaboratore: “ti vedo molto nervoso, qual è il problema?".
 
Lista di controllo “Stress”, Suva (formato PDF, 497 kB).
 
Breve anteprima del cortometraggio “Stress” (in francese e tedesco), Suva (formato WMV, 854 kB).
 
 


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