Quali sono le criticità del lavoro a turni nelle donne e negli anziani?
Bari, 19 Giu – Un grande numero di lavoratori ha orari di lavoro atipici, ad esempio lavori a tempo parziale o nel solo week-end, orari straordinari e lavori a turni e notturni. E secondo alcuni dati di monitoraggio della situazione in 27 paesi della Fondazione europea di Dublino, i turnisti risultano oltre il 35% dei lavoratori nel comparto sanitario, il 30% di chi presta la propria attività in alberghi e ristoranti o il 24% di chi opera nei trasporti e nelle telecomunicazioni.
In considerazione dell’alto numero di lavoratori impegnati nel lavoro a turni è importante capire quale possa essere l’impatto e le problematiche delle anomalie orarie lavorative in rapporto al genere e all’età dei lavoratori.
Per avere qualche utile informazione sul tema, presentiamo oggi un intervento al seminario ECM “ Che genere di prevenzione! La fragilità nel lavoro tra differenze di genere ed invecchiamento” che si è tenuto a Bari il 26 novembre 2018. Un intervento di Giovanni Costa (Università di Milano e Fondazione IRCCS Ca’ Granda - Ospedale Maggiore Policlinico, Milano) che aveva affrontato il tema dell’invecchiamento e del lavoro a turni anche nel libro “ Aging E-book, il Libro d'argento su invecchiamento e lavoro”.
Ci soffermiamo, in particolare, su questi argomenti:
- I fattori che influenzano la tolleranza del lavoro a turni
- I soggetti vulnerabili
- Le raccomandazioni per i turnisti anziani
I fattori che influenzano la tolleranza del lavoro a turni
Nell’intervento “ Stress e turni di lavoro in relazione a differenze di genere e invecchiamento” si riportano, innanzitutto, diversi dati sull’evoluzione demografica, sulle speranze di vita alla nascita e a 65 anni della popolazione italiana, per genere.
E si riportano anche rappresentazioni grafiche della diffusione del lavoro a turni e del lavoro notturno in 28 paesi europei. Riprendiamo dal documento il grafico sulla diffusione del lavoro a turni:
L’intervento riporta poi vari fattori che, nei lavoratori, influenzano la tolleranza del lavoro a turni.
Questi i principali fattori:
- Caratteristiche individuali
- Età
- Sesso
- Struttura circadiana
- Personalità / comportamenti
- Strategie di sonno
- Stato di salute
- Condizioni familiari e sociali
- Stato coniugale
- No ed età dei figli
- Atteggiamenti della famiglia
- Lavoro del partner
- Entrate economiche
- Abitazione
- Condizioni sociali
- Supporto sociale
- Pendolarismo
- Servizi sociali
- Coinvolgimento sociale
- Tradizione di lavoro a turni
- Organizzazione della comunità
- Condizioni di lavoro
- Misure compensative
- Indennizzo monetario
- Organizzazione del lavoro
- Soddisfazione
- Carichi di lavoro
- Counselling
- Orari di lavoro
- Schemi di turno
- Orari dei turni
- Lavoro straordinario
- Quantità di lavoro notturno
- Orari flessibili
- Partecipazione all’organizzazione
I soggetti vulnerabili
Si indica poi che tra i soggetti più vulnerabili ci sono i lavoratori anziani:
- “Riduzione della durata del sonno: risveglio precoce, > risvegli
- < Propensione al sonno al mattino presto (mattutinità)
- > Propensione al sonno durante il giorno
- Riduzione della qualità del sonno: < sonno profondo (SWS)
- Più disturbi del sonno in generale
- Sonno diurno: > stadio 1; < SWS; > diuresi; > risvegli; > escrezione di noradrenalina
- Minore ampiezza dei ritmi biologici e più lento aggiustamento di fase nei successivi turni di notte
- Maggiore importanza del processo omeostatico sul livello di sonnolenza e di fatica
- Ridotta efficienza psico-fisica
- Maggiore fatica
- Salute compromessa”.
Sono poi riportate indicazioni su come cambiano le abilità (work ability index) nell’invecchiamento tra uomini e donne e alcune problematiche specifiche relative al lavoro a turni nelle donne:
- “Disturbi mestruali
- Ridotta fertilità
- Maggiore abortività
- Sviluppo fetale disturbato
- Fatica cronica
- < Cura dei figli
- > Carichi familiari
- Tumori mammari (2A IARC)”.
Rimandiamo alla lettura integrale delle slide dell’intervento che riportano molti dati e grafici sui disturbi e le problematiche di genere indicate.
Si ricorda poi anche la legislazione relativa al lavoro notturno:
- è vietato a:
- Donne dall’accertamento dello stato di gravidanza fino al compimento del 1° anno di età del bambino;
- non può essere obbligatorio per:
- La lavoratrice madre di un figlio di età inferiore a 3 anni o, in alternativa, il lavoratore padre convivente con la stessa
- Lavoratrice o lavoratore unico affidatario di un figlio convivente di età inferiore a 12 anni
- Lavoratrice o lavoratore con soggetti disabili a carico
Le raccomandazioni per i turnisti anziani
L’intervento si sofferma poi sui criteri ergonomici per l’organizzazione dei turni:
- Limitare il più possibile il turno notturno
- Poche notti di seguito (2-3 max)
- Preferire turni ruotanti al turno fisso notturno
- La rotazione veloce è migliore di quella lenta
- La rotazione in senso orario (M-P-N) è meglio della anti-oraria
- Durata del turno in base al carico di lavoro
- Evitare l’inizio troppo anticipato del turno del mattino
- Turni prolungati (9-12 h) solo quando il carico di lavoro è basso
- Cicli di turno il più possibile regolari
- Giorni di riposo dopo i turni notturni
- Consentire flessibilità negli orari
L’intervento riporta poi, in conclusione, delle utili raccomandazioni per i turnisti anziani:
- Ridurre il lavoro notturno dopo i 50 anni
- Priorità al trasferimento ai turni diurni
- Lavoro notturno fisso solo su base volontaria
- Più scelte per gli schemi di turno (flessibilità)
- Ridurre il carico di lavoro
- Ridurre l’orario di lavoro
- Aumentare le pause
- Maggiori possibilità di pisolini
- Più attenta e frequente sorveglianza sanitaria
- Consulenza e supporto per appropriate strategie di coping (sonno, dieta, esercizio fisico, relazioni sociali).
Tiziano Menduto
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
“ Stress e turni di lavoro in relazione a differenze di genere e invecchiamento”, a cura di Giovanni Costa (Università di Milano e Fondazione IRCCS Ca’ Granda - Ospedale Maggiore Policlinico, Milano), intervento al seminario “Che genere di prevenzione! La fragilità nel lavoro tra differenze di genere ed invecchiamento” (formato PDF, 4.26 MB).
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