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Infortuni sul lavoro: primo bilancio del 2002

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Dati e statistiche

11/03/2003

Il dato complessivo indica un calo del 4,7%. In aumento gli infortuni “in itinere” mortali.

Nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Roma su iniziativa dell’Anmil, il direttore della Comunicazione dell’Inail, Marco Stancati, ha illustrato i dati relativi agli infortuni sul lavoro denunciati nel 2002.
Si tratta di numeri non ancora definitivi, che dovranno trovare conferma nelle rilevazioni di giugno.

Le prime statistiche sugli infortuni 2002 evidenziano, rispetto al 2001, una diminuzione del 4,7% degli infortuni totali e del 3,4% di quelli mortali.

La diminuzione complessiva è da attribuirsi per il 4,1% all’Industria e ai Servizi e per il 10,5% all’Agricoltura (per gli infortuni mortali rispettivamente –3,1% e –6,4%).

I dati relativi agli infortuni denunciati, se messi in relazione con l’andamento dell’occupazione (cosiddetti “indici di incidenza”), evidenziano la continuità del trend in diminuzione nell’ultimo triennio: -1,3 (2000), -1,5 (2001), -4,1 (2002), ogni 1.000 occupati.

Il calo complessivo degli infortuni ha riguardato più gli uomini (-5,4%) che le donne (-2,3%). La diminuzione dei casi mortali ha riguardato esclusivamente gli uomini (da 1299 a 1248), mentre un leggero incremento è da registrare per le donne (da 109 a 112).

Preoccupante l’incremento degli infortuni in itinere mortali; i lavoratori che hanno perso la vita sulla strada durante l’orario di lavoro o nel tragitto casa-lavoro sono aumentati dell’8,3% rispetto al 2001.
E non si deve ritenere che il fenomeno degli infortuni in itinere riguardi solo gli addetti del settore dell’autotrasporto…
Il problema riguarda le più svariate categorie di lavoratori.

Considerando le statistiche regionali, gli infortuni sul lavoro diminuiscono in maniera più accentuata al Centro Sud, mentre per quanto riguarda i settori di attività, il calo più significativo si registra nei settori “manifatturiero” e “costruzioni”.
Secondo l’Inail “questo ultimo dato è un riprova che la maggiore attenzione in termini sia di formazione dei lavoratori sia di controlli sulle imprese, in particolare nel settore “costruzioni”, sta dando positivi risultati.”

I dati relativi agli “indicatori di rischio” a livello regionale mettono in evidenza come i tassi di frequenza infortunistica più elevati si registrano in Umbria, Emilia Romagna, Marche, Friuli, Basilicata e Veneto.
Per quanto riguarda il rischio d’infortunio mortale, quest’ultimo è mediamente più elevato nelle regioni del Sud e nelle Isole. In Lombardia si è registrato invece il più basso tasso d’infortuni gravi e mortali.
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