Infortuni e malattie professionali: i dati Inail dei primi 10 mesi del 2021
ROMA - Nella sezione “Open data” del sito Inail sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio – nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale presentate all’Istituto entro il mese di ottobre. Nella stessa sezione sono pubblicate anche le tabelle del “modello di lettura” con i confronti “di mese” (ottobre 2020 vs ottobre 2021) e “di periodo” (gennaio-ottobre 2020 vs gennaio-ottobre 2021).
Gli open data pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Inail, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2021, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.
Nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie, effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento.
Il confronto tra i primi 10 mesi del 2020 e del 2021 richiede molta prudenza ed è da ritenersi ancora poco significativo a causa della pandemia che in particolare nel 2020 ha provocato, soprattutto per gli infortuni mortali, una manifesta “tardività” nella denuncia, anomala ma rilevantissima, generalizzata in tutti i mesi ma amplificata soprattutto a marzo 2020, mese di inizio pandemia, che ne inficia la comparazione con i mesi del 2021.
Gli open data mensili per il periodo gennaio-ottobre 2020 non quantificano, infatti, un rilevante numero di “tardive” denunce (in particolare mortali) da contagio da Covid-19, data la circostanza non sempre chiara, emersa soprattutto agli inizi della pandemia e prima dell’emanazione delle circolari Inail n. 13 del 3 aprile 2020 e n. 22 del 20 agosto 2020, di ricondurre la natura dei contagi da nuovo Coronavirus a infortunio sul lavoro (in quanto la causa virulenta è equiparata alla causa violenta) e non a malattia professionale.
Ciò premesso, nel periodo gennaio-ottobre di quest’anno si registra, rispetto all’analogo periodo del 2020, un aumento delle denunce di infortunio in complesso, un decremento contenuto di quelle mortali e una risalita delle malattie professionali.
DENUNCE DI INFORTUNIO
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di ottobre sono state 448.110, quasi 27mila in più (+6,3%) rispetto alle 421.497 dei primi 10 mesi del 2020, sintesi di un decremento delle denunce nel trimestre gennaio-marzo (-11%), di un incremento nel periodo aprile-settembre (+21%) e di un -8% ad ottobre, nel confronto tra i due anni.
I dati rilevati al 31 ottobre di ciascun anno evidenziano nei primi 10 mesi del 2021 un aumento a livello nazionale degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+20,4%, da 51.809 a 62.403 casi), che sono diminuiti del 32% nel primo bimestre di quest’anno e aumentati del 44% nel periodo marzo-ottobre (complice il massiccio ricorso allo smart working nello scorso anno, a partire proprio dal mese di marzo), e un incremento del 4,3% (da 369.688 a 385.707) di quelli avvenuti in occasione di lavoro, che sono calati del 10% nel primo trimestre di quest’anno, aumentati del 18% nel periodo aprile-settembre e di nuovo in calo a ottobre (-11%).
Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 3,7% nella gestione Industria e servizi (dai 365.837 casi del 2020 ai 379.405 del 2021), dell’1,4% in Agricoltura (da 22.444 a 22.766) e del 38,3% nel Conto Stato (da 33.216 a 45.939). Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi tranne in quelli dell’amministrazione pubblica (-9,1%) e, soprattutto, della sanità e assistenza sociale, che nei primi 10 mesi di quest’anno, pur distinguendosi ancora per numerosità di eventi (circa 33mila denunce), presenta una riduzione del 34,5% degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto alle 50mila dello stesso periodo del 2020 (sintesi di un +164% del primo bimestre, di un -67% del periodo marzo-giugno, di un +13% nel bimestre luglio-agosto e di un -51% tra settembre e ottobre).
Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-3,6%), al contrario del Nord-Est (+11,9%), delle Isole (+11,8%), del Centro (+10,6%) e del Sud (+9,0%). Tra le regioni si registrano decrementi percentuali solo in Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia e Provincia autonoma di Trento, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di Basilicata, Friuli Venezia Giulia e Molise.
L’aumento che emerge dal confronto dei primi 10 mesi del 2020 e del 2021 è legato alla sola componente maschile, che registra un +12,2% (da 257.096 a 288.586 denunce), mentre quella femminile presenta un -3,0% (da 164.401 a 159.524). L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+5,7%) sia quelli extracomunitari (+12,1%) e comunitari (+0,2%). L’analisi per età mostra incrementi tra gli under 40 (+16,5%) e per i 55-69enni (+1,7%) e decrementi, in particolare, per la classe 40-54 anni (-1,2%).
CASI MORTALI
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di ottobre sono state 1.017, 19 in meno rispetto alle 1.036 registrate nei primi 10 mesi del 2020 (-1,8%, confermando il dato di settembre). Il confronto tra il 2020 e il 2021, come detto, richiede però cautela, in quanto i dati delle denunce mortali degli open data mensili, più di quelli delle denunce in complesso, sono provvisori e influenzati fortemente dalla pandemia da Covid-19, con il risultato di non conteggiare un rilevante numero di “tardive” denunce mortali da contagio, in particolare relative al mese di marzo 2020. Si fa notare, inoltre, che i decessi causati dal Covid-19 avvengono dopo che è intercorso un periodo di tempo più o meno lungo dalla data del contagio.
Ciò premesso, a livello nazionale i dati rilevati al 31 ottobre di ciascun anno evidenziano per i primi 10 mesi di quest’anno un aumento solo dei casi avvenuti in itinere, passati da 176 a 202 (+14,8%), mentre quelli in occasione di lavoro sono stati 45 in meno (da 860 a 815, -5,2%). La gestione Industria e servizi è l’unica a fare registrare un segno negativo (-5,3%, da 907 a 859 denunce mortali), al contrario dell’Agricoltura, che passa da 94 a 112 denunce (+19,1%), e del Conto Stato da 35 a 46 (+31,4%). Dall’analisi territoriale emerge un aumento nel Sud (da 209 a 271 casi mortali), nel Nord-Est (da 207 a 226) e nel Centro (da 183 a 196). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest (da 363 a 254) e nelle Isole (da 74 a 70).
Il decremento rilevato nel confronto tra i primi 10 mesi del 2020 e del 2021 è legato sia alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 112 a 95 (-15,2%), sia a quella maschile, che è passata da 924 a 922 casi (-0,2%). Il calo riguarda le denunce dei lavoratori italiani (da 876 a 861) e comunitari (da 50 a 38), mentre quelle dei lavoratori extracomunitari passano da 110 a 118. Dall’analisi per età emergono incrementi per gli under 20 (+4 casi), e per le classi 25-34 anni (+9) e 40-49 anni (+56), e decrementi in quelle 35-39 anni (-6) e over 50 (-82 decessi, da 700 a 618). Stazionaria la classe 20-24 anni, con 32 decessi per entrambi i periodi.
Al 31 ottobre di quest’anno risultano 15 incidenti plurimi avvenuti nei primi 10 mesi per un totale di 35 decessi, 21 dei quali stradali (due vittime in provincia di Bari e due in quella di Torino a marzo, quattro in provincia di Ragusa, due in provincia di Bologna e due in provincia di Ferrara ad aprile, sette in provincia di Piacenza e due a Catanzaro a ottobre).
Due lavoratori hanno perso la vita a seguito di un crollo di un fabbricato in provincia dell’Aquila a marzo, due a causa di inalazione di vapori tossici in provincia di Pavia a maggio, due per esplosione/incendio di un capannone in provincia di Perugia a maggio, due per soffocamento durante la pulizia di una cisterna in provincia di Cuneo a giugno, altri due intossicati da monossido di carbonio sempre in provincia di Cuneo a luglio, due persone travolte da una lastra di cemento in Valle d’Aosta ad agosto e, infine, a ottobre due operai sono deceduti per ustioni da congelamento per uscita di azoto liquido in una cisterna in provincia di Milano. Lo scorso anno, invece, gli incidenti plurimi registrati tra gennaio e ottobre erano stati nove, con 18 casi mortali denunciati, circa la metà dei quali stradali.
DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE
Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi 10 mesi del 2021 sono state 45.395, 8.776 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+24,0%), sintesi di un calo del 26% nel periodo gennaio-febbraio e di un aumento del 44% in quello di marzo-ottobre, nel confronto tra i due anni.
Le patologie denunciate tornano quindi ad aumentare, dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia con denunce in costante decremento nel confronto con gli anni precedenti. Lo scorso anno, infatti, i vari arresti e ripartenze delle attività produttive hanno ridotto l’esposizione al rischio di contrarre malattie professionali. Allo stesso tempo, lo stato di emergenza, le limitazioni alla circolazione stradale e gli accessi controllati a strutture sanitarie di vario genere hanno disincentivato e reso più difficoltoso al lavoratore la presentazione di eventuali denunce di malattia, rimandandola al 2021.
L’incremento registrato tra gennaio e ottobre di quest’anno ha interessato sia la gestione assicurativa dell’Industria e servizi (+24,8%, da 30.006 a 37.438 casi), sia quelle dell’Agricoltura (+20,8%, da 6.241 a 7.541) e del Conto Stato (+11,8%, da 372 a 416), e tutte le aree territoriali del Paese: Nord-Ovest (+21,2%), Nord-Est (+31,9%), Centro (+27,8%), Sud (+22,3%) e Isole (+3,7%). In controtendenza la sola regione Campania, in calo dell’1,7%.
In ottica di genere si rilevano 6.173 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 26.958 a 33.131 (+22,9%), e 2.603 in più per le lavoratrici, da 9.661 a 12.264 (+26,9%). Aumentano sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 34.117 a 42.004 (+23,1%), sia quelle dei comunitari, da 860 a 1.081 (+25,7%), e degli extracomunitari, da 1.642 a 2.310 (+40,7%).
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi 10 mesi del 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori, che superano anche a ottobre quelle del sistema respiratorio.
- Open data
Nell'ambito del processo di valorizzazione del proprio patrimonio informativo, l'Inail mette a disposizione dei cittadini un set di dati pubblici, in formato aperto e senza restrizioni per il riutilizzo.
Fonte: INAIL
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Rispondi Autore: carmelo catanoso - likes: 0 | 09/12/2021 (07:54:16) |
I dati sugli infortuni sul lavoro in valore assoluto hanno, statisticamente, ben poco significato in quanto non sono "pesati" né sulle ore retribuite/lavorate e né sul numero di occupati. Quando ritorneremo agli indici di frequenza (n° inf/ore lavorate) o agli indici di incidenza (n° inf/numero occupati)? Non dovrebbe essere difficile visto che sia le ore lavorate che il numero di occupati sono dati disponibili. |