Infortuni e malattie professionali: i dati dei primi cinque mesi del 2023
ROMA - Nella sezione “Open data” del sito Inail sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio– nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale presentate all’Istituto entro il mese di maggio. Nella stessa sezione sono pubblicate anche le tabelle del “modello di lettura” con i confronti “di mese” (maggio 2022 vs maggio 2023) e “di periodo” (gennaio-maggio 2022 vs gennaio-maggio 2023).
Gli open data pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2023, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.
Nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento.
Il confronto effettuato su un breve periodo, tuttavia, potrebbe rivelarsi poco attendibile rispetto al trend che si delineerà nei prossimi mesi. Per un’analisi più indicativa dell’andamento infortunistico, infatti, sarà necessario attendere un lasso di tempo maggiore, anche per tener conto di eventuali ritardi nelle denunce di infortunio, in particolare di quelle con esito mortale, pervenute all’Inail.
Ciò premesso, nei primi cinque mesi di quest’anno si registra, rispetto all’analogo periodo del 2022, una decisa riduzione delle denunce di infortunio in complesso (dovuta quasi esclusivamente al notevole minor peso dei casi di contagio da Covid-19), un lieve calo di quelle mortali e una crescita delle malattie professionali.
DENUNCE DI INFORTUNIO
Le denunce di infortunio presentate all’Inail entro il mese di maggio 2023 sono state 245.857, in calo rispetto alle 323.806 dei primi cinque mesi 2022 (-24,1%), in aumento rispetto alle 219.262 del 2021 (+12,1%) e alle 207.472 del 2020 (+18,5%), e in riduzione rispetto alle 269.431 del 2019 (-8,7%).
A livello nazionale i dati rilevati al 31 maggio di ciascun anno evidenziano, per i primi cinque mesi del 2023 rispetto all’analogo periodo del 2022, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 290.283 del 2022 ai 210.234 del 2023 (-27,6%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 6,3%, da 33.523 a 35.623.
Nel maggio di quest’anno il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -29,9% nella gestione Industria e servizi (dai 263.242 casi del 2022 ai 184.445 del 2023), un -0,6% in Agricoltura (da 10.276 a 10.216) e un +1,8% nel Conto Stato (da 50.288 a 51.196). Si osservano decrementi degli infortuni in occasione di lavoro in quasi tutti i settori produttivi, in particolare la Sanità e assistenza sociale (-75,2%), l’Amministrazione pubblica, che comprende l’attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (-65,2%), e il Trasporto e magazzinaggio (-57,8%). In controtendenza alcuni settori del comparto manifatturiero, come quelli delle bevande (+15,2%), dell’abbigliamento (+5,0%) e dei prodotti chimici (+4,5%).
L’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: la riduzione è più consistente al Sud (-30,9%), che precede Isole (-30,1%), Nord-Ovest (-27,2%), Centro (-23,7%) e Nord-Est (-16,0%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Campania, la Liguria, il Molise e l’Abruzzo.
Il calo che emerge dal confronto dei primi cinque mesi del 2022 e del 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -37,6% (da 143.274 a 89.425 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -13,3% (da 180.532 a 156.432). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-27,0%) sia quelli comunitari (-21,5%) ed extracomunitari (-4,5%). Dall’analisi per classi di età emergono diminuzioni in tutte le fasce, tranne tra gli under 20 (+13,4%) e, in minor misura, tra gli over 74 anni (+1,4%).
CASI MORTALI
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi cinque mesi del 2023 sono state 358, sei in meno rispetto alle 364 registrate nel periodo gennaio-maggio 2022, 76 in meno rispetto al 2021, 74 in meno rispetto al 2020 e 33 in meno rispetto al 2019.
A livello nazionale i dati rilevati al 31 maggio di ciascun anno evidenziano per i primi cinque mesi del 2023 rispetto al pari periodo del 2022, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento solo dei casi mortali in itinere, scesi da 96 a 87, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro passano da 268 a 271. Il calo ha riguardato solo l’Agricoltura (che scende da 42 a 36) e il Conto Stato (da 19 a 12), a differenza dell’Industria e servizi, che passa da 303 a 310 denunce.
Dall’analisi territoriale emerge un calo nel Nord-Est (da 86 a 77), al Sud (da 73 a 68) e al Centro (da 77 a 74) e un incremento nel Nord-Ovest (da 100 a 108 casi) e nelle Isole (da 28 a 31). Tra le regioni con i maggiori incrementi si segnalano la Lombardia (+10 casi mortali), il Friuli Venezia Giulia (+7), la Liguria e l’Umbria (+6 ciascuna), l’Abruzzo e la Campania (+5 ciascuna), mentre i cali più evidenti sono quelli di Emilia Romagna (-8) e Calabria, Toscana e Piemonte (-7 ciascuna).
Il calo rilevato nel confronto tra i primi cinque mesi del 2022 e del 2023 è legato solo alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 47 a 27, mentre per quella maschile si registra un aumento, da 317 a 331. In calo anche le denunce dei lavoratori italiani (da 300 a 296) e dei comunitari (da 22 a 10), in aumento quelle degli extracomunitari (da 42 a 52). Dall’analisi per classi di età si registrano aumenti tra gli under 35 (da 57 a 69 casi), tra i 60-64enni (da 46 a 58) e tra gli over 70 (da 7 a 17) e diminuzioni nelle fasce 35-59 anni (da 233 a 194) e 65-69 anni (da 21 a 20).
Al 31 maggio di quest’anno risultano cinque denunce di incidenti plurimi per un totale di 10 decessi, quattro dei quali stradali. Nei primi cinque mesi del 2022 gli incidenti plurimi erano stati tre per un totale di sei decessi, tutti stradali.
DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE
Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi cinque mesi del 2023 sono state 31.346, 5.753 in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+22,5%). L’incremento è del 31,0% rispetto al 2021, dell’87,9% sul 2020 e del 14,5% rispetto al 2019.
I dati rilevati al 31 maggio di ciascun anno mostrano un aumento del 22,3% nella gestione Industria e servizi (da 21.029 a 25.711 casi), del 23,0% in Agricoltura (da 4.343 a 5.343) e del 32,1% nel Conto Stato (da 221 a 292). L’incremento delle denunce interessa tutte le aree del Paese, a partire dal Sud (+27,6%), seguito da Centro (+24,1%), Nord-Est e Nord-Ovest (+22,1% per entrambe) e Isole (+4,9%).
In ottica di genere si rilevano 3.966 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 18.984 a 22.950 (+20,9%), e 1.787 in più per le lavoratrici, da 6.609 a 8.396 (+27,0%). L’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, passate da 23.657 a 28.803 (+21,8%), sia quelle dei comunitari, da 665 a 764 (+14,9%), e degli extracomunitari, da 1.270 a 1.779 (+40,1%).
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi cinque mesi del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.
- Open data
Nell'ambito del processo di valorizzazione del proprio patrimonio informativo, l'Inail mette a disposizione dei cittadini un set di dati pubblici, in formato aperto e senza restrizioni per il riutilizzo.
Fonte: INAIL
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