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Dati Inail contestati dall’Anmil

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Dati e statistiche

05/05/2006

L’Associazione non condivide l’ottimismo dell’Istituto. La risposta dell’Inail.

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E’ polemica sui dati diffusi nei giorni scorsi dall’Inail sull’andamento del fenomeno infortunistico in Italia nel 2005. A contestarli è l’Anmil (Associazione nazionale fra mutilati ed invalidi del lavoro), che si è pronunciata duramente contro l’ottimismo espresso dall’Inail relativamente alla stima dei casi mortali.

“Ingenerare falso ottimismo nel dare un senso realistico a cifre del tutto provvisorie, con la consapevolezza, dichiarata, che saranno suscettibili di aumento, è un comportamento irresponsabile”, ha affermato, Pietro Mercandelli Presidente dell’Anmil.
“Lo scorso anno, in questo stesso periodo – spiega il Presidente dell’Anmil - l’Inail presentava una stima di 1.400 incidenti mortali riferiti al 2004, mentre meno di tre mesi dopo, a luglio 2005, nel Rapporto Annuale dell’Istituto si segnalavano 1.278 morti sul lavoro ed oggi, però, ci viene detto che i lavoratori deceduti, sempre nel 2004 sono o meglio sarebbero diventati  1.328: a questo punto, quanto dovranno ritenersi attendibili per il 2005 i dati presentati questa mattina?”

Non è tardata la risposta dell’Inail, che ritiene “ incomprensibile” l’accusa di “irresponsabilità” lanciata dall’Anmil .
”In tutti i documenti forniti […] ai mass media - afferma l’Inail - è stata ampiamente richiamata l’attenzione sulla provvisorietà dei dati stessi, sottolineando peraltro come sia al di fuori di ogni dubbio la conferma dell’ulteriore diminuizione del fenomeno infortunistico (meno 8,2% nell’ultimo quadriennio).
Su tale circostanza hanno convenuto anche le Parti Sociali (Confindustria e CGIL) che hanno partecipato alla tavola rotonda di commento dei dati tenutasi durante la conferenza stampa di oggi e coordinata dal Presidente del CIV Inail Giovanni Guerisoli.”

Criticata dall’Anmil inoltre la lettura fornita da Inail e Ilo dei dati rilevati dall’Ufficio centrale di statistica della Comunità Europea (Eurostat).
“I dati europei relativi alle morti sul lavoro presentano in Italia un andamento troppo divergente rispetto a quello generale degli infortuni – afferma il Presidente dell’Anmil - . Infatti, sulla base di dati Eurostat standardizzati, pur in presenza di una lieve diminuzione dell’indice infortunistico tra il 1998 ed il 1999 (-1%), l’indice di mortalità cala bruscamente (-32%) nello stesso periodo. Per contro, ad un calo più sostanzioso dell’indice degli infortuni (-3,75%) tra il 2002 ed il 2003, corrisponde un enorme aumento dell’indice delle morti (+35,71%)”.
"Questa mancanza di corrispondenza statistica tra i due fenomeni  - afferma l'Anmil - può essere spiegata solo con l’aumento della tendenza nel nostro paese a denunciare solo gli infortuni sul lavoro più gravi, con esiti che danno diritto ad indennizzo in capitale o in rendita per il lavoratore, mentre gli altri vengono derubricati a qualche giorno o settimana di malattia”.
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