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COVID-19: regioni a rischio contagio e caratteristiche dell’area arancione

COVID-19: regioni a rischio contagio e caratteristiche dell’area arancione
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Coronavirus-Covid19

18/11/2020

L’ordinanza del 13 novembre 2020, le regioni in area arancione e rossa e le caratteristiche dello scenario 3 con situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo.

Roma, 18 Nov – È sicuramente complicato, in questa fase dell’evoluzione della pandemia in Italia da SARS-CoV-2, riuscire a fare il punto dei territori italiani a maggior rischio di contagio, in area gialla, area arancione o area rossa. A distanza di pochi giorni si susseguono le Ordinanze del Ministero della Salute, aumentano le Regioni nelle fasce più a rischio e ci sono Regioni che, senza aspettare un’ordinanza, decidono di alzare il livello di contenimento dell’emergenza COVID-19. O altre Regioni e territori che chiedono una de-escalation, un ritorno in zone con minori restrizioni dell’area rossa.

Tuttavia una cosa è sicura, in questo momento non ci sono Regioni che sono in una fascia (area verde?) senza alcuna restrizione: la situazione sanitaria dell’emergenza COVID-19 continua a rimanere critica.

 

Fatta questa premessa noi possiamo, tuttavia, dopo aver fatto un breve aggiornamento sulle ordinanze del Ministro della Salute, tornare a parlare di strategie, scenari e precauzioni con riferimento al documento “ Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno invernale” prodotto dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità e allegato al DPCM 3 novembre 2020 (allegato 25). Un documento che ci permette di comprendere non solo come si è arrivati a questa situazione a più fasce, ma anche quelli che potrebbero essere i futuri sviluppi in termini di escalation e de-escalation.

 

Questi gli argomenti affrontati nell’articolo:


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L’ordinanza del Ministro della Salute del 13 novembre 2020

Come ormai ricordato in diversi nostri articoli, le regioni a maggior rischio (rispetto alla “zona gialla” che fa riferimento alle misure contenute nell’articolo 1 del DPCM) sono individuate “con ordinanza del Ministro della salute, adottata sentiti i Presidenti delle Regioni interessate, sulla base del monitoraggio dei dati epidemiologici secondo quanto stabilito nel documento di ‘Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno invernale’, condiviso dalla Conferenza delle Regioni e Province autonome l’8 ottobre 2020 (allegato 25) nonché sulla base dei dati elaborati dalla cabina di regia di cui al decreto del ministro della salute 30 aprile 2020, sentito il Comitato tecnico scientifico sui dati monitorati” ( DPCM 3 novembre 2020).

 

Dopo aver già presentato, in precedenti articoli, sia l’ Ordinanza del 4 novembre 2020 che l’ Ordinanza del 10 novembre 2020, veniamo all’Ordinanza del Ministero della Salute 13 novembre 2020, recante “Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19”. Ordinanza che, in questo caso, produce effetti dal 15 novembre 2020 per un periodo di quindici giorni.

Ricordiamo che le precedenti ordinanze si applicano, sempre per quindici giorni, dal 6 novembre (Ordinanza 4 novembre) e dall’11 novembre (Ordinanza 10 novembre).

 

Con riferimento a quanto indicato nelle tre ordinanze queste sono, ad oggi, le regioni che appartengono alle zone a maggior rischio:

  • Scenario di elevata gravitàmisure di contenimento dell’articolo 2 del DPCM 3 novembre 2020 (zona arancione”):
  • Puglia
  • Sicilia
  • Abruzzo
  • Basilicata
  • Liguria
  • Umbria
  • Emilia-Romagna
  • Friuli-Venezia Giulia
  • Marche
  • Scenario di massima gravitàmisure di contenimento dell’articolo 3 del DPCM 3 novembre 2020 (zona “rossa”):
  • Calabria
  • Lombardia
  • Piemonte
  • Valle d'Aosta
  • Provincia Autonoma di Bolzano
  • Campania
  • Toscana

Non bisogna però dimenticare che ci sono anche Regioni che autonomamente scelgono di applicare le misure dell’articolo 3 del DPCM (zona “rossa”). Un esempio è la Regione Abruzzo: per questa regione le misure dell’articolo 3 varranno dal 18 novembre fino al 3 dicembre.

 

Le caratteristiche dello scenario 3 con trasmissibilità sostenuta e diffusa

Veniamo invece a quanto indicato nel documento “Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno invernale” (allegato 25, DPCM 3 novembre 2020) che non solo presenta i possibili quattro scenari epidemici di questo periodo autunno-invernale nel territorio italiano, ma li descrive nel dettaglio fornendo diverse informazioni sulle azioni e interventi correlati.

 

Ci soffermiamo oggi sullo scenario 3 - “Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo” – ricordando che le cosiddette zone/aree arancioni del DPCM 3 novembre 2020 corrispondo allo scenario 3 con un livello di rischio alto.

 

Avendo presente che con “Rt” si intende il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure di contenimento del virus (la potenziale “trasmissibilità di un patogeno calcolata nel tempo in presenza di interventi”), lo scenario 3 riguarda valori di Rt regionali “prevalentemente e significativamente compresi tra Rt=1,25 e Rt=1,5 (ovvero con stime IC 95% di Rt comprese tra 1,25 e 1,5), e in cui si riesca a limitare solo modestamente il potenziale di trasmissione di SARS-CoV-2 con misure di contenimento/mitigazione ordinarie e straordinarie”.

 

Si indica che un’epidemia con queste caratteristiche di trasmissibilità “dovrebbe essere caratterizzata da una più rapida crescita dell’incidenza di casi rispetto allo scenario 2, mancata capacità di tenere traccia delle catene di trasmissione e iniziali segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali in seguito all’aumento di casi ad elevata gravità clinica (con aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri - area critica e non critica) riconducibile ad un livello di rischio elevato o molto elevato in base al sistema di monitoraggio rilevato ai sensi del DM Salute del 30 aprile 2020. La crescita del numero di casi potrebbe comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali entro 2-3 mesi”.

Si indica tuttavia che “qualora l’epidemia dovesse diffondersi prevalentemente tra le classi di età più giovani, come osservato nel periodo luglio-agosto 2020, e si riuscisse a proteggere le categorie più fragili (es. gli anziani), il margine di tempo entro cui intervenire si potrebbe allungare anche di molto”.

 

In ogni caso in uno scenario nazionale di questo tipo “è presumibile che molte Regioni/PA siano classificate a rischio alto, anche se sono possibili situazioni di rischio inferiore, almeno se si dovesse riuscire a limitare la trasmissibilità nelle aree con trasmissione sostenuta in un breve periodo, limitando quindi la trasmissione interregionale. Se la situazione di rischio alto dovesse persistere per un periodo di più di tre settimane, si rendono molto probabilmente necessarie misure di contenimento più aggressive”.

 

Riprendiamo dal documento un diagramma di flusso relativo alla ri-modulazione delle misure (escalation/de-escalation) in base alla classificazione del rischio settimanale in una regione/PA in un contesto nazionale di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo (scenario 3):

 

 

Il documento riporta poi indicazioni sulla possibile classificazione del rischio (bassa, molto bassa, moderata, alta, molto alta) e segnala le azioni necessarie.

 

Vediamo, ad esempio, quanto indicato per la classificazione del rischio settimanale alta/molto alta per meno di 3 settimane consecutive.

 

Azione: “valutare la ri-modulazione delle attività con misure più stringenti (escalation)”;

Interventi: “straordinari estesi (restrizioni locali temporanee su scala sub-provinciale)”.

 

Ad esempio:

  • Distanziamento fisico: “es. chiusura locali notturni, bar, ristoranti (inizialmente potenzialmente solo in orari specifici, es. la sera/notte in modo da evitare la “movida”)
  • Chiusura scuole/università (incrementale: classe, plesso, su base geografica in base alla situazione epidemiologica)
  • Limitazioni della mobilità (da/per zone ad alta trasmissione ed eventuale ripristino del lavoro agile in aree specifiche.
  • Restrizioni locali temporanee su scala sub-provinciale (zone rosse) per almeno 3 settimane con monitoraggio attento nella fase di riapertura. In caso non si mantenga una incidenza relativamente bassa ed Rt <1,2 nel valore medio per almeno 3 settimane dopo la riapertura valutare la necessità di ripristino con eventuale estensione geografica”.

 

Questa invece la classificazione del rischio settimanale alta/molto alta per 3 o più settimane consecutive ed evidenza di una situazione non gestibile con le misure straordinarie già messe in atto.

 

Azione: “considerare la possibilità di restrizioni Regionali/provinciali”.

In particolare:

  • Definire una forma di restrizione più estesa su scala Provinciale o Regionale in base alla situazione epidemiologica
  • Ripristino su vasta scala del lavoro agile e di limitazione della mobilità individuale

 

Interventi: “straordinari (Tabella 6)”.

 

Rimandiamo in conclusione alla lettura integrale dell’allegato al DPCM 3 novembre 2020 e, specialmente, della suddetta tabella 6 che riporta la ri-modulazione già vista ma con declinazione nel dettaglio della ri-modulazione delle misure anche considerando il periodo dell’anno che è rilevante per l’incidenza attesa di sindromi simil-influenzali.

 

 

Tiziano Menduto

 

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Istituto Superiore di Sanità – Ministero della Salute, “ Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”, ottobre 2020 (formato PDF, 4.25 MB).

 

 

Scarica la normativa di riferimento:

MINISTERO DELLA SALUTE - ORDINANZA 13 novembre 2020 - Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19.

 

MINISTERO DELLA SALUTE - ORDINANZA 10 novembre 2020 - Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19.

 

MINISTERO DELLA SALUTE - ORDINANZA 4 novembre 2020 - Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19.

 

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 3 novembre 2020 - Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 maggio 2020, n. 35, recante «Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19», e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, recante «Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19».

 

 

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Rispondi Autore: Valter Cidin - likes: 0
18/11/2020 (12:16:33)
Urge potenziamento dell'assistenza sanitaria territoriale con la definizione di una chiara profilassi da applicare ai pazienti presso le loro abitazioni da parte del medico di medicina generale o della unità territoriale di assistenza primaria.
Rispondi Autore: DONATO ERAMO - likes: 0
18/11/2020 (13:58:43)
Un parere di Tiziano Menduto: recentemente ho inviato una mail al Ministero della Salute (Comitato Tecnico Scientifico) in cui richiedevo di allargare l'indagine a livello Comuni (7903 Comuni), oltre a Province (107) e Regioni (20) ed indicare in "VERDE" i Comuni dove non è presente il Covid-19. Il "VERDE" dovrebbe indicare di volta in volta anche le Provincie e le Regioni dove non è più presente il Covid-19.
Rispondi Autore: patrizio madaschi - likes: 0
21/11/2020 (09:12:50)
ma non esisteva la possibilità all'interno di un'area di un certo colore comprese quelle rosse di identificate aree a minor rischio in cui "allentare" le restrizioni mediante ordinanza del ministero della salute e del governatore della regione interessata? faccio l'esempio della provincia di bergamo in cui vivo dove in questa seconda ondata la situazione è veramente del tutto sotto controllo. non se ne è più parlato. oppure ho letto male io il dpcm?
Rispondi Autore: DONATO ERAMO - likes: 0
21/11/2020 (11:45:05)
Per Patrizio Madaschi: credo che sia giusto indentificare le aree a livello Regioni ad alto, medio e basso rischio che stanno ad indicare la gradualità di minore o peggiore rischio di contagio. Ho indicato invece di utilizzare il colore VERDE a livello Comuni per indicare quelli in cui non si registra nessun caso di Covid-19. Credo che ce ne dovrebbero essere, ma non ci viene detto: non so perchè.

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