Come promuovere il benessere psicologico tra gli operatori sanitari?
Roma, 15 Giu – Sappiamo che il livello di stress e il rischio di burnout tra gli operatori sanitari sono influenzati da numerose variabili. Ed è evidente che in questa fase di emergenza da pandemia da virus SARS-CoV-2, benché meno stringente rispetto a qualche mese fa, i rischi correlati allo stress e al benessere psicofisico di tali operatori siano sicuramente aumentati.
In questa fase “si ipotizza che alcuni interventi organizzativi definiti in altri ambiti possano avere effetti positivi nel supportare gli operatori sanitari e socio-sanitari nella gestione dello stress correlato al lavoro anche durante il presente scenario emergenziale”.
Ad affermarlo e a fornire diversi suggerimenti per la prevenzione e gestione di questo rischio è un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità ( ISS), il Rapporto ISS COVID-19 n. 22/2020 del 7 maggio, dal titolo “ Indicazioni ad interim per la gestione dello stress lavoro-correlato negli operatori sanitari e socio-sanitari durante lo scenario emergenziale SARS-COV-2”. Il documento contiene alcune indicazioni operative “per la prevenzione dello stress e per la predisposizione di interventi mirati alla protezione fisica e psicologica degli operatori di area sanitaria e sociosanitaria”.
Abbiamo già presentato il documento fornendo alcune indicazioni organizzative riguardo ai ruoli e alle attività degli operatori sanitari e oggi ci soffermiamo su:
- La formazione e gli interventi materiali di sostegno
- Come promuovere il benessere psicologico tra gli operatori
- Il monitoraggio delle reazioni correlate al disagio
La formazione e gli interventi materiali di sostegno
Nel rapporto – a cura del Gruppo di lavoro ISS Salute mentale ed emergenza COVID-19 – si sottolinea l’importanza di garantire la formazione.
Infatti la mancata conoscenza delle appropriate misure per ridurre i rischi per la propria salute fisica e mentale “espone gli operatori e può generare la sensazione di inadeguatezza, contraddizione e incertezza, e di non ricevere supporto. Gli operatori devono ricevere una adeguata formazione finalizzata a ridurre i rischi per la propria salute sia fisica che mentale e a fornire adeguate strategie di adattamento e recupero”. E i responsabili delle strutture sanitarie e sociosanitarie “devono promuovere interventi di formazione e di addestramento del personale sanitario e di assistenza favorendo la diffusione delle informazioni normative nazionali e regionali per la gestione dell’emergenza COVID-19, incluse anche le misure di protezione psicologica e comportamentale”.
Il rapporto rimanda ad alcune risorse di formazione e ricorda i vari rapporti tecnici elaborati dall’Istituto, volti a fornire indicazioni agli operatori di area sanitaria e sociosanitaria, ed altre risorse esterne.
Si sottolinea poi che la disponibilità di interventi materiali di sostegno “può essere di aiuto a ridurre il carico di stress degli operatori. In particolare, tra gli interventi materiali di sostegno sono inclusi la predisposizione di una adeguata disponibilità di DPI, l’organizzazione di luoghi di recupero e di riposo nel contesto di lavoro, il supporto nell’approvvigionamento di beni di prima necessità (es. cibo), la predisposizione di alloggi dedicati per evitare il rientro a casa o per la gestione dell’isolamento, i supporti nella gestione dei figli, i riconoscimenti economici”.
Come promuovere il benessere psicologico tra gli operatori
Il documento indica poi che i responsabili delle strutture sanitarie e sociosanitarie e delle singole unità operative/unità d’offerta “devono promuovere un ambiente che favorisca scambi comunicativi e supporto sociale e predisporre strategie di monitoraggio del benessere del personale”. E la promozione e il monitoraggio del benessere psicologico degli operatori “può essere perseguita attraverso la divulgazione e la facilitazione all’accesso degli elementi che proteggono dallo stress e di dove e come accedere ai servizi di supporto psicosociale e psichiatrici”.
Riguardo alle strategie di sostegno sono riportate un po’ di indicazioni relativi ad alcuni temi importanti nella gestione dello stress e utili per rinforzare la salute fisica e psichica:
- Alimentazione, sonno ed esercizio fisico
- “Assumere una dieta leggera e nutriente
- Cercare di garantirsi un sonno ristoratore
- Praticare la respirazione profonda 2~3 volte al giorno con una lenta espirazione del respiro.
- Svolgere attività e esercizi fisici praticabili, ad esempio lo stretching degli arti e attività fisiche di altro tipo, qualora vi siano le possibilità, inclusa attività fisica indoor (uso di tapis roulant, cyclette, ecc.).
- Stress ed emozioni
- Accettare l'ansia. Un'ansia contenuta può aiutare a migliorare la capacità di affrontare le difficoltà e a realizzare il potenziale. Esprimere le emozioni negative parlando, condividendo o piangendo con un amico o un collega di fiducia.
- Concedersi l’ascolto di musica rilassante e svolgere attività piacevoli durante le pause.
- Mantenere il più possibile il contatto anche da remoto con la famiglia e gli affetti per il sostegno emotivo necessario.
- Attività e gruppo di lavoro
- Evitare sovraccarico prolungato di lavoro e prevedere delle pause che permettano l’allontanamento dal lavoro.
- Accettare il fatto che in questo momento ci sono dei limiti nelle possibilità di intervento e in quelle mediche.
- Collaborare con i colleghi per realizzare i compiti e incoraggiarsi a vicenda.
- Riconoscere il proprio contributo personale e le proprie capacità professionali per migliorare il senso di autoefficacia e di autostima.
- Gestione dell’esposizione alle informazioni
- Evitare la sovraesposizione a contenuti e informazioni inerenti all’emergenza COVID-19 tramite i media”.
Si segnala, infatti, che “l’esposizione eccessiva alle informazioni non ufficiali diffuse attraverso i social media potrebbe favorire lo sviluppo di malessere”. E proprio una comunicazione di buona qualità può aiutare a mitigare le preoccupazioni che derivano dall’esperienza emergenziale e trasmettere un senso di controllo”.
Nell’emergenza attuale – continua il documento - si è assistito “ad un overload di informazioni sul tema dell’epidemia, dei rischi ad essa connessi, delle prospettive future, con possibili ricadute psicologiche negative. L’eccessiva attenzione, cognitiva ed emotiva, a questo tema può interferire con lo spostamento verso altre tematiche, non direttamente legate all’emergenza”.
Il monitoraggio delle reazioni correlate al disagio
Si segnala che monitorare il benessere e riconoscere i segnali di malessere per sé stessi e nei colleghi “potrebbe essere importante per poter considerare di chiedere aiuto e offrire assistenza ai colleghi”.
In particolare gli operatori “dovrebbero prestare attenzione alla comparsa, durata e persistenza dei seguenti di sintomi psicofisici:
- Alimentazione, sonno: persistente difficoltà nel rilassarsi o scarsa qualità del sonno; scarso o eccessivo appetito e diminuzione o aumento del peso corporeo.
- Stanchezza e sintomi fisici: Eccessiva stanchezza, difficoltà di recupero e ridotte energie psicofisiche; comparsa di dolori fisici senza una causa organica (somatizzazioni), come: bruciori di stomaco, problemi gastro-intestinali, dolori al petto, mal di testa o altri dolori fisici
- Tensione e sintomi psicologici: Eccessiva tensione, ipervigilanza e stato di allerta costante; Nervosismo, irritabilità e aggressività; umore e pensieri negativi (deflessione del tono dell’umore, ansia, pessimismo) per la maggior parte del tempo nell'arco della giornata; sensi di colpa costanti e sentimenti di inadeguatezza; sentimenti di apatia (verso i propri affetti); sentimenti di estraniazione (es. “mi sento fuori luogo a casa”); sentimenti di confusione o ottundimento.
- Comportamenti di gestione dello stress: Incremento o assunzione di sostanze quali nicotina, alcol o droghe; Assunzione di farmaci a scopo ansiolitico (inclusi anche farmaci per dormire)”.
Riguardo all’attivazione di supporti psicologici si indica poi che potrebbe essere appropriato “programmare incontri in ciascuna unità operativa/unità d’offerta o ambito professionale, eventualmente per via telematica, per consentire agli operatori di esprimere le loro preoccupazioni e incoraggiare il sostegno tra colleghi. Particolare attenzione dovrebbe essere prestata agli operatori che si trovano in difficoltà nella loro vita personale o che in passato hanno avuto problemi di salute mentale o che sono privi di sostegno sociale”.
Il documento fornisce poi ulteriori indicazioni specifici sull’attivazione di interventi di supporto psicologico (“è appropriato attivare il personale di area psicologica per la predisposizione di interventi di psicologia del lavoro e delle organizzazioni e di psicologia clinica e della salute”), sia di eventuali interventi psichiatrici e psicofarmacologici (“a fronte di situazioni in cui sia presente elevata pervasività dei sintomi clinici, gravità e interferenza sul funzionamento sociale e nella vita quotidiana”).
Rimandiamo, infine, alla lettura integrale del Rapporto ISS COVID-19 n. 22/2020 che in conclusione ricorda quanto sia importante differenziare le risposte a seconda del contesto. Infatti è importante che la pianificazione delle risposte, per quanto riguarda le tematiche affrontate e partendo dalle linee comuni descritte, “avvenga in modo differenziato tenendo conto di elementi di contesto specifici che possono richiedere differenti priorità e mix di interventi. Le tipologie di stress e di bisogni di supporto possono infatti assumere caratteristiche molto variabili a seconda del livello di prevalenza COVID nel territorio di riferimento e della fase e andamento dell’epidemia, dell’ambito in cui gli operatori esercitano la propria attività, dell’eventuale positività COVID e di numerosi altri aspetti”.
Senza dimenticare che attenzione va posta anche agli operatori non sanitari che “hanno supportato tutta la riorganizzazione COVID e il funzionamento generale delle strutture o che forniscono servizi non sanitari in area COVID come pulizie o altro”. E vanno messi in campo “interventi proattivi per la gestione dello stress e di supporto psicologico per gli operatori COVID positivi in quarantena o con forme gravi di COVID, o che hanno avuto parenti o amici contagiati in modo grave, poiché sono a particolare rischio di manifestare sintomi di disagio importanti correlati tra le altre cose anche alla preoccupazione di poter avere contagiato altri, alla immobilità forzata e ai tempi dilatati dopo un lungo sovraccarico, alla angoscia per il progredire della malattia e per la possibile prognosi, ed è in questa categoria che sono stati segnalati alcuni suicidi”.
Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:
Gruppo di lavoro ISS Salute mentale ed emergenza COVID-19, “ Indicazioni ad interim per la gestione dello stress lavoro-correlato negli operatori sanitari e socio-sanitari durante lo scenario emergenziale SARS-COV-2” - Versione del 7 maggio 2020. Roma: Istituto Superiore di Sanità; 2020 - Rapporto ISS COVID-19, n. 22/2020 (formato PDF, 1.58 MB).
Scarica la normativa di riferimento:
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