Anche i droni sono utili contro il COVID-19
In Giappone un’azienda specializzata sta lavorando, insieme alle strutture sanitarie, per utilizzare i droni in fase di consegna dei vaccini in zone che sono difficilmente raggiungibili.
Le azioni in corso prevedono uno specifico addestramento dei piloti, una idonea pianificazione delle missioni e una serie di esercitazioni pratiche.
I lettori sono certamente al corrente del fatto che da più parti si annuncia che i droni possano essere utilizzati per effettuare consegne a domicilio, ma tra il dire fare c’è di mezzo il mare.
Ad esempio, in Europa vige l’obbligo per il pilota di tenere sempre sotto controllo visivo il drone ed evitare che venga superata la distanza massima di 500 m tra la posizione di pilota e la posizione del drone.
È evidente che con queste limitazioni è puramente teorica l’affermazione che si possano effettuare consegne a domicilio.
La situazione può essere però modificata, quando esigenze urgenti di tutela della salute pubblica e le condizioni operative in zone montuose poco frequentate possono portare a modificare i parametri operativi del drone.
Al proposito, ricordo che le prove sperimentali per la movimentazione dei prodotti, in Giappone, sono cominciate nel lontano 2018 e l’autorità nazionale giapponese per il controllo del traffico ha sempre seguito da vicino questi esperimenti.
Ad esempio, delle sperimentazioni pratiche sono state fatte già nel 2020 in Zambia, in accordo con il governo locale, proprio perché il drone permette di effettuare consegne rapide in zone difficilmente raggiungibili con altri mezzi. È stato così possibile ridurre in maniera drammatica il tempo di attesa dei pazienti, che attendevano specifici medicinali.
Il ragionamento non cambia in modo significativo se si fa riferimento alla messa a disposizione sollecita di vaccini per la presente pandemia.
Il bacino di utilizzo di questi droni è stato accresciuto in maniera drammatica, grazie ad un approccio originale, che prevede la creazione di “stazioni di posta”, distribuite sul territorio, grazie alle quali è possibile estendere il raggio d’azione dei droni, creando delle strutture satellitari, ognuna delle quali ha uno specifico bacino di utenza.
Cogliamo l’occasione per rammentare ai lettori che, anche a livello europeo, si sta lavorando intensamente per una modifica delle attuali condizioni di utilizzo, che sia in grado di rispecchiare la dinamica crescita delle possibili applicazioni pratiche, sempre mantenendo un adeguato livello di rispetto delle condizioni di sicurezza operativa e di compatibilità con il traffico aereo.
Adalberto Biasiotti
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