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Leadership e formazione efficace per ridurre il numero di infortuni
Milano, 26 Mar – “Oggi viviamo questo paradosso: la maggior parte degli sforzi di chi segue la sicurezza in azienda è destinata ad adempiere agli obblighi di legge e non a mettere in pratica i protocolli che hanno dimostrato essere più efficaci nel ridurre infortuni, medicazioni e malattie professionali”. Fabio Tosolin, presidente della Società Scientifica di Sicurezza Comportamentale AARBA, commenta così lo stato dell’arte della sicurezza in Italia a poco più di un mese dal Congresso Europeo di Behavior-Based Safety (Verona, 9-10 maggio 2013).
“Prendiamo l’esempio degli obblighi di formazione introdotti dall’ accordo Stato Regioni, a cui le aziende italiane hanno cercato di adempiere nell’ultimo anno”, continua Tosolin, professore a.c. di Fattore Umano nella Gestione HSEQ al Politecnico di Milano. “Io sono molto contento per tutti quei formatori che hanno giovato di questo boom di domanda, ma mi metto nei panni dell’imprenditore: è costretto a formare per un numero di ore fissato in base a criteri molto discutibili persone della sua azienda che magari sanno già che cosa fare per la loro sicurezza perché lavorano con lui da 10 anni o, peggio, che sanno già tutto ma non lo mettono in atto perché non sono motivati a farlo. Ed è provato che la formazione è un prerequisito della motivazione e non uno modo per ottenerla perché ti posso motivare a fare qualcosa che tu sai già fare, ma è totalmente inutile formarti su qualcosa che tu sai ma non vuoi fare”.
“Da scienziato del comportamento, posso solo dire che ogni intervento – così come lo è la formazione o un protocollo motivazionale – deve essere fatto a seguito di un assessment, e non a priori: quello che voglio dire, più in generale, è che la legge dovrebbe limitarsi a indicare i risultati desiderati e chi ha la responsabilità di quei risultati, non prescrivere come ottenerli, perché in quello la legge sarà sempre meno all’avanguardia della scienza. Infatti è compito della scienza individuare quali sono i protocolli d’intervento più efficace, attraverso la sperimentazione degli stessi”, dice Tosolin.
“Faccio un contro-esempio, per spiegarmi meglio”, continua Tosolin. “La legge 81/08 e le sentenze della Cassazione indicano in modo chiaro gli obblighi del preposto: informare i lavoratore dei rischi, vigilare il loro comportamento e segnalare al datore di lavoro gli interventi di miglioramento sugli impianti: ecco, la B-BS, le cui prassi si fondano su sperimentazioni scientifiche, dice esattamente come fare tutto questo in modo efficace”. Per ottenere un processo di B-BS capace di ridurre gli infortuni, è fondamentale lo sviluppo dei comportamenti di leadership soprattutto nel datore di lavoro e nei preposti dei processi B-BS perché questi devono modificare profondamente le modalità di gestione dell’organizzazione in generale e della squadra nello specifico: a loro è chiesto di stimolare i propri collaboratori a fare osservazioni sui comportamenti e le condizioni di sicurezza, di rimuovere le barriere al comportamento sicuro, di apprezzare e premiare per ogni comportamento e per ogni parola spesa a favore della sicurezza”.
Quest’anno il Congresso di Behavior-Based Safety, giunto alla sua 7° edizione, è dedicato proprio a come Costruire e Misurare la Leadership, intesa come la capacità di far perseguire ai propri collaboratori i valori e gli obiettivi di sicurezza dell’intera organizzazione. I lavori permetteranno di approfondire quali sono le prassi evidence-based grazie agli interventi di ospiti internazionali e alla condivisione dell’esperienze di chi ha già avviato il protocollo e di conseguenza ha ridotto il numero di infortuni e medicazioni.
Behavior-Based Safety (B-BS): che cosa è quando è nata, quanto è efficace, quali scenari. Storia e principi dell’applicazione del protocollo
Si stima che oltre l'80% degli infortuni sul lavoro siano dovuti a comportamenti non sicuri, piuttosto che a dispositivi inefficienti o condizioni non sicure. La B-BS, o sicurezza basata sul comportamento, è l'applicazione dei principi dell’analisi del comportamento ai problemi della sicurezza sul lavoro. Questo significa che qualsiasi programma di sicurezza etichettato come “comportamentale” deve essere coerente con le scoperte scientifiche in materia. Nel 1978, un gruppo di ricercatori Usa coordinati da Judi Komaki hanno dimostrato l’efficacia del feedback e del rinforzo sui comportamenti di sicurezza in un gruppo di lavoratori di un panificio industriale. Questo si può considerare una delle prime applicazioni dell’analisi del comportamento alla sicurezza sul lavoro. A partire da questa data, prima negli Stati Uniti, poi nei paesi anglosassoni e in Giappone, si sono sviluppati sempre più raffinati protocolli d’intervento per il miglioramento dei comportamenti di sicurezza nelle organizzazioni.
Un processo di B-BS attivo in un’organizzazione – per essere considerato tale – deve avere avviato queste attività:
- Analisi degli infortuni pregressi e individuazione dei comportamenti sicuri critici per quell’organizzazione, reparto per reparto, attività per attività;
- Coinvolgimento dei lavoratori a tutti i livelli dell’organizzazione, nella fase di progettazione e implementazione del processo. Misurazione su base giornaliera di quei comportamenti target attraverso checklist;
- Rilevazione su base giornaliera dei rischi relativi a macchine e impianti e conseguente piano di miglioramento per rimuovere le barriere al comportamento sicuro;
- Programma di feedback e sistema premiante per i lavoratori – o quelle squadre di lavoratori - che migliorano quei comportamenti o li mantengono costanti.
Il protocollo prescrive un uso molto limitato della sanzione formale nei confronti dei lavoratori, solo per quei comportamenti a rischio che mettono a rischio la vita propria e dei colleghi. Questo perché è stato dimostrato sperimentalmente che ogni sistema ispettivo – sanzionatorio della sicurezza è in grado, se attuato con estremo rigore, di inibire i comportamenti a rischio, però, senza garanzia di efficacia nel tempo e, soprattutto, senza sostituire quei comportamenti pericolosi con i comportamenti corretti. Il sistema sanzionatorio è, però, completamente inefficace al fine di aumentare i comportamenti sicuri e di generalizzare la loro esibizione a fronte di diversi rischi: risultato di cui sono invece capaci le procedure di rinforzo positivo (feedback e premi).
Breve analisi di studi che la hanno validata;
La Behavior-Based Safety può vantare più di centinaia di case study pubblicati e 62 esperimenti randomizzati e controllati di 3° livello. Beth Sulzer-Azaroff, una dei primi behavior analyst ad applicare un protocollo di sicurezza basata sul comportamento, e John Austin, ricercatore della Western Michigan University, nel 2000 hanno preso in esame 32 studi sperimentali pubblicati che descrivono programmi comportamentali avviati in aziende di 9 settori e 7 paesi diversi: 31 di queste applicazioni hanno consentito una riduzione media dei tassi di infortuni del 54%. Sempre nel 2000, Grindle, Dickinson, e Boettcher hanno analizzato 18 studi pubblicati e hanno trovato che in tutti gli esperimenti la frequenza dei comportamenti di sicurezza è aumentata - rispetto alla misurazione pre-intervento - dal 9 a 157%. I processi di B-BS presi in analisi si focalizzavano su comportamenti diversi, su industrie diverse, su programmi adattati all’esigenza delle singole aziende, ma mantenevano alcuni elementi comuni, come l’osservazione, l’approccio per dati e il feedback ai lavoratori.
Quanti e quali soggetti la hanno applicata a livello nazionale e internazionale con quali esiti validati causalmente;
Oggi sono almeno cinquanta gli stabilimenti delle società che hanno avviato il processo di B-BS in Italia: tra queste - oltre alle società presenti a questo congresso (Heineken, Whirlpool, Embraco, Techint e DIAB), ci sono anche Bayer Material Science, Rete Ferroviaria Italiana, Veralia, Weir Gabbioneta, BG Group, Nestlé, Enel Distribuzione, DSM Composite Resins, Dipharma, etc. Negli ultimi 2 anni anche qualche PMI sta avviando un processo B-BS. Il primo esperimento controllato in Italia è stato realizzato dal Politecnico di Milano nel 2009 presso gli stabilimenti di Saint-Gobain Vetri: dopo 3 mesi osservazione, feedback, riunioni, celebrazioni e premi, si è vista una riduzione dei comportamenti a rischio di quasi 5 volte rispetto la misura iniziale: i comportamenti insicuri sono passati dal 24% del totale rilevati al 5% (2009, Gatti et al.). Difficile fare una stima a livello mondiale di quante aziende lo hanno avviato, visto che il protocollo è sotto sperimentazione da più da 35 anni. In questo congresso, 5 aziende hanno presentato risultati ottenuti a seguito dell’ introduzione della B-BS
Quali sono le prospettive e la proposta operativa della BBS nell'attuale quadro normativo sulla sicurezza;
La B-BS è un protocollo riconosciuto dagli addetti ai lavori a livello nazionale e internazionale. Negli ultimi anni Associazioni di professionisti, Università, Aziende hanno avviato diversi percorsi per fare conoscere meglio la B-BS alle istituzioni e alla società civile:
- Accettazione della B-BS come buona prassi da parte del Ministero del Lavoro: questo permetterà a INAIL di riconoscere uno sconto sul premio assicurativo a quelle aziende che hanno avviato un processo di sicurezza comportamentale;
- Certificazione della B-BS secondo standard internazionali e vincolata all’effettiva diminuzione degli infortuni a seguito della implementazione del protocollo;
- Certificazione delle competenze degli esperti qualificati in B-BS.
RPS
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