Rifiuti elettrici/elettronici e smaltimento

Entro il 13 agosto 2004, l’Italia dovrebbe recepire la Direttiva 2002/96/CE (e successive modifiche) sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), che impone la raccolta differenziata di grandi e piccoli elettrodomestici, apparecchiature informatiche, telefonini ecc.
Nell’imminenza della scadenza, la Camera di Commercio ha realizzato ha fatto il punto sulla situazione della gestione dei rifiuti elettronici a Milano e nelle province lombarde. L’indagine è significativa anche dal punto di vista nazionale, in quanto prende in esame un territorio nel quale la raccolta differenziata raggiunge livelli elevati.

A Milano e provincia sono oltre 212 mila le tonnellate di rifiuti tecnologici consegnate agli impianti (dati MUD 2003 - riferiti al 2002), di cui solo circa 7.600 le tonnellate raccolte in modo differenziato dai comuni, soprattutto frigoriferi e condizionatori (43%), a cui si aggiungono i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche prodotti dalle imprese.
La maggior parte degli apparecchi obsoleti che vengono consegnati agli impianti vengono recuperati (72,8%) mentre l’11,6% viene smaltito, c’è poi un 15,6% che va in impianti dove si possono effettuare entrambi i trattamenti.
Le batterie al piombo sono al primo posto per il recupero, costituiscono infatti il 77% di tutti i rifiuti elettrici ed elettronici riciclati.

Tra le altre province lombarde, sono circa 140 mila le tonnellate ricevute dagli impianti (dati MUD 2002 - riferiti al 2001).
Prima è Brescia (circa 66022 tonnellate ricevute negli impianti), poi Bergamo (31098 tonnellate), Pavia (17130 tonnellate), Lecco (7580 tonnellate), Mantova (5646 tonnellate), Varese (4468 tonnellate), Como (3894 tonnellate), Sondrio (3611 tonnellate), Cremona (413), Lodi (15).

Il dato milanese degli impianti (212 mila tonnellate) e quello delle altre province lombarde (circa 140 mila tonnellate) non sono tuttavia confrontabili: a Milano infatti sono stati si considerati solo impianti che fanno trattamenti (tra recupero, smaltimento e discarica), il dato delle province lombarde conta in più anche le tonnellate negli impianti che fanno stoccaggio temporaneo in attesa di passare agli impianti che fanno trattamenti.

“La Direttiva deve diventare legge entro il 13 agosto 2004: avremo un anno di tempo per definire e mettere in atto un sistema di raccolta, recupero, e smaltimento sicuro dei rifiuti elettrici ed elettronici provenienti dalle famiglie e riconsegnati ai rivenditori o depositati nei centri di raccolta – ha dichiarato Massimo Sordi, presidente dell’Osservatorio Ambiente e Infrastrutture della Camera di commercio di Milano-. Si tratta di una sfida molto importante per il sistema delle imprese, chiamato ad organizzarsi per raggiungere in modo efficace ed economicamente sostenibile gli impegnativi obiettivi della Direttiva. Occorre un impegno dei Comuni nella raccolta differenziata dei rifiuti tecnologici, che non vanno considerati al pari dei mobili o degli altri rifiuti ingombranti, anche in base alle nuove norme europee che richiedono una specifica attenzione al problema. È necessario, infatti, che entro il 31 dicembre del 2006 si raggiunga un tasso minimo di raccolta differenziata di apparecchi a fine vita provenienti dai nuclei domestici pari a 4 kg/anno pro capite. Un obiettivo non facile, se si pensa che dovranno essere raccolti anche i piccoli dispositivi elettronici che sono ormai entrati nella vita di ognuno di noi”.

Riguardo ai rifiuti prodotti in Lombardia, l’indagine rivela che le imprese in provincia di Milano ne producono 24.083 tonnellate. Dopo Milano produce più rifiuti elettrici ed elettronici Brescia (9524), Bergamo (5928), Varese (4178), Mantova (2648), Pavia (2090), Como (2073), Lecco (1459), Cremona (818), Sondrio (793), Lodi (539).


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