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Storie di infortunio: la mia storia tra le dita
Il Centro regionale di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte (Dors) raccoglie storie d'infortunio rielaborate dagli operatori dei Servizi PreSAL delle ASL piemontesi a partire dalle inchieste di infortunio, con la convinzione che conoscere come e perché è accaduto sia una condizione indispensabile per proporre soluzioni efficaci per la prevenzione.
Questa storia, dal titolo “La mia storia tra le dita ” (a cura di Fabrizio Macagno, Corrado Testa, Servizio Pe.S.A.L. della Asl CN1), presenta un infortunio avvenuto durante l’uso di una piccola pressa meccanica.
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Che cosa è successo
In una ditta del cuneese che si occupa di serigrafia, durante la stampa di alcune targhette metalliche con l’uso di una piccola pressa meccanica, Adrian rimase con le mani schiacciate sotto il punzone della macchina subendo l’amputazione del pollice, indice e medio della mano sinistra e dell’indice della mano destra.
Chi è stato coinvolto
Adrian è un operaio specializzato di 42 anni, di nazionalità albanese, che lavorava con contratto a tempo pieno e la qualifica di “stampatore”.
Dove e quando
L’infortunio è avvenuto in Piemonte, in provincia di Cuneo, nel mese di novembre del 2005, nel reparto produttivo di un’azienda che svolge attività di serigrafia, produzione ed incisione di coppe, targhe, trofei.
Come
Ha raccontato Adrian:
“Il giorno dell’infortunio stavo lavorando sulla pressa ed ero intento alla stampa delle targhette, quando mi accorsi che la stampa non andava bene. Quindi, decisi di mettere un pezzo di nastro biadesivo sulla parte superiore dello stampo, per fare in modo che dopo la chiusura della pressa tale stampo rimanesse attaccato al pressore e non si spostasse durante la fase di stampa delle targhette. Fatto questo, incastrai perfettamente lo stampo nella parte posizionata sul piano di battuta del pressore, quando improvvisamente mi trovai con le mani schiacciate sotto la pressa…”.
Perché
La pressa, di vecchia costruzione, era di tipo meccanico con innesto a frizione. Per attivare la discesa del punzone era necessario premere contemporaneamente i due “attuatori” (grossi pulsanti) di colore rosso posti sulla parte bassa e frontale della macchina e mantenerli premuti.
Lavorando seduto, Adrian si trovava con le ginocchia proprio all’altezza dei due comandi che non erano posizionati correttamente e non erano protetti contro l’azionamento accidentale.
Mentre armeggiava con le mani nella zona dello stampo, anch’essa non protetta da ripari o da fotocellule, accidentalmente premette i pulsanti con le ginocchia provocando la discesa del punzone.
Cosa si è appreso dall’inchiesta
Dalle indagini è emerso che, a monte dell’evento, nell’ambito della “valutazione dei rischi” la pressa non era stata analizzata. In particolare, nel documento di valutazione dei rischi prodotto dall’azienda la macchina non veniva citata e non era stato neanche preso in considerazione il “rischio di schiacciamento” in generale.
Indicazioni per la prevenzione
Nell’ambito di qualsiasi attività lavorativa la corretta valutazione di tutti i rischi è fondamentale al fine di mettere a disposizione dei lavoratori macchine, attrezzature, impianti e locali di lavoro idonei ai fini della salute e della sicurezza.
Le presse e macchine simili devono possedere ripari o dispositivi atti ad evitare che le mani o altre parti del corpo dei lavoratori siano offese dal punzone o da altri organi mobili.
È quindi necessario che l’area di lavoro sia protetta mediante schermi o dispositivi (ad es. fotocellule) che impediscano la discesa del punzone quando l’area di lavoro non sia libera. In alcuni casi, come dispositivo di sicurezza, è ritenuto sufficiente un doppio comando di tipologia idonea, anche se è vivamente consigliabile l’abbinamento contemporaneo di più sistemi.
La mia storia tra le dita (Formato pdf, 738 kB)
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