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Le lettere al direttore: i volontari per la sicurezza

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Associazioni

14/03/2008

La proposta di un lettore: istituire gli “ausiliari della prevenzione e della protezione”. Una iniziativa per contribuire alla prevenzione degli infortuni sul lavoro, delle malattie professionali e per la tutela dell’ambiente.

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Ospitiamo questa innovativa proposta di un lettore di PuntoSicuro: l’istituzione degli “ausiliari della prevenzione e della protezione”. Una iniziativa per contribuire alla prevenzione degli infortuni sul lavoro, malattie professionali e tutela dell’ambiente.
 
Egregio Direttore di PuntoSicuro
 
le scrivo per proporre una nuova iniziativa che si affianchi a quelle in atto per contribuire alla prevenzione degli infortuni sul lavoro, malattie professionali e tutela dell’ambiente.
 
Da poco tempo sono in pensione e non ho abbandonato il settore in cui ho lavorato con correttezza e rispetto per venti anni: quello della prevenzione sui luoghi di lavoro.
 
In questi ultimi anni ho avuto la conferma di quanto sia ampia la domanda di sicurezza proveniente da tutti i soggetti coinvolti: lavoratori, aziende, sindacati, organo di vigilanza, ed altri operatori del settore.
 
Accanto alle iniziative organizzative e legislative propongo di inserire anche il VOLONTARIATO per promuovere gli adempimenti in materia di miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro nonché negli ambienti di vita.
 
Sono questi gli  “AUSILIARI DELLA PREVENZIONE E DELLA PROTEZIONE”
 
Si tratta cioè di operatori del settore disponibili ad accompagnare i principali soggetti coinvolti nel processo della sicurezza e prevenzione, verso l’adozione corretta degli strumenti disponibili nonché sollecitarli al rispetto delle norme relative  perché è ormai certo, ”SI FA PRIMA A FARE CHE A NON FARE ” -  “È PIÙ SEMPLICE APPLICARE CHE EVITARE” , COSTA MENO FARE CHE SPENDERE PER NON FARE” .
 
La proposta ha come nucleo l’attività di persone esperte nel settore sicurezza  che volontariamente offrono la loro professionalità  nell’ambito di organismi come Organo di vigilanza, Organizzazioni datoriali, Sindacato, aziende e per  Enti di settore.
 
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I “volontari della prevenzione e della protezione”  potrebbero svolgere compiti di supporto, controllo e affiancamento  per:
 
1)     “coach” per aziende che desiderano essere supportate o segnalate;
2)     documentazione:
    -  verifica del documento di valutazione del rischio, procedure e gestione della sicurezza;
    -   progettazione di moduli formativi a favore di aziende sottoposte a verifica e in difficoltà o che ne facciano richiesta;
    -    informazione, formazione e addestramento a favore di aziende in difficoltà;
    -    redazione di documentazione o schede operative;
3)  attività esterna di “vigilanza guidata” o affiancata a funzionario dell’Organo di Vigilanza;
4)     impostare un laboratorio, dotato di strumenti di misura per primi rilievi, solo indicativi, di microclima,  illuminazione, onde elettromagnetiche, rumore e laboratorio ergonomico per studi di fattibilità.
5)     collegamento con il medico competente (protocollo sanitario, sopralluoghi, riunioni,..).
 
Ai volontari si offre solo lavoro e nessuna remunerazione, esclusa quella per il trasporto, pernottamento nonché quelle assicurative contro gli infortuni sul lavoro.
 
Per le morti bianche recentemente hanno levato la loro autorevole voce il Presidente della Repubblica e il S. Padre: così come non si può relegare la fede all’ambito meramente privato, con lo stesso rigore non si può restare immobili di fronte a questo dramma.
 
Chiedo così di costituire gruppi di volontari nelle proprie sedi di residenza.
 
Grazie.
 
Dr. Spina Claudio
 
 
 
Nota: invitiamo i lettori a esprimersi in merito alla proposta utilizzando lo strumento che PuntoSicuro mette a disposizione: i “commenti all'articolo” (selezionare in alto a destra in questa pagina, sopra il titolo dell’articolo).
 
 
 
 



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Pubblica un commento

Rispondi Autore: Roberto Delfanti - likes: 0
14/03/2008 (07:27)
Carissimo Direttore,
l'idea non è male, si possono sicuramente risolvere dei problemi, però non esiste il solo aspetto documentale.
Vi porto un esempio, in un cantiere l'organo di vigilanza, a seguito di una non corretta esecuzione di parte dello scavo, ha ritenuto sospendere le lavorazioni fino a sistemazione della non conformità. Poco male abbiamo sistemato, non discuto. Ritorno in cantiere e il subappaltatore invece di allestire la trave per il getto facendo uso delle indicazioni del pos, era in situazione di pericolo, camminava inb equilibrio a 3 metri d'altezza. Come rspp dell'impresa principale ho applicato il contratto di subappalto che prevede foto, raccomandata al datore di lavoro della ditta (nella fattispecie il figlio del signore) e conseguente detrazione dallo stato di avanzamento in corso.
A me ogni proposta va bene, ma dobbiamo applicare è inutile piangere ad evento accaduto, facciamo formazione, spieghiamo (inseriamo queste voci nei contratti) e poi applichiamo (e sull'argomento economico alla fine la gente capisce).
E' il momento di fare non di ciacolare.
Grazie
Roberto Delfanti
Rispondi Autore: Dede - likes: 0
14/03/2008 (08:17)
Mi occupo di Sicurezza sul Lavoro da circa 25 anni, prima come Responsabile del Servizio Sicurezza (ante D.Lgs 626/94) e poi come RSPP.
Se andasse in porto una struttura come quella proposta sarei ben contento di dare il mio contributo operativo.
Cordiali Saluti
Dede
Rispondi Autore: ing. Giorgio De Vita - likes: 0
14/03/2008 (08:36)
In linea di principio sono d'accordo con la proposta del dottor Spina.
Naturalmente nasceranno, strada facendo, diverse cosette da "aggiustare", ma questo è fisiologico : l'idea mi sembra degnissima di essere supportata.
Rispondi Autore: Orsini Giovanni - likes: 0
14/03/2008 (09:05)
Sono un consulente per la sicurezza ex progettista, prossimo alla pensione, ritengo che "I CONSULENTI PER LA SICUREZZA " dovrebbero essere inviati dalle ASL prima dei loro controlli,anche per snellire i loro tempi di controllo e procedere a più verifiche, per rivedere quello che ha costruito il D.d.L. per la sicurezza dei suoi dipendenti, prima che gli piovano sul capo le nuove sanzioni che lo metterebbero a terra finanziariamente e se non, nelle patrie galere. In troppi si credono in regola perchè sono tutelati dalle associazioni di categoria, con le mie esperienze Vi posso garantire che sono proprio quelle che a basso costo non danno "poco o quasi poco".Poi succedono gli incidenti ma essi non sono mai menzionati.
Orsini Giovanni
Rispondi Autore: Francesco Micalizzi - likes: 0
14/03/2008 (09:09)
Sono d'accordo con il Dott Spina, ovviamente con degli aggiustamenti in corso d'opera.
Rispondi Autore: Luca Re Ferrè - likes: 0
14/03/2008 (09:25)
Ogni azione è buona per FARE QUALCOSA in questo campo dove tutti parlano ma nessuno agisce realmente.
Il problema è solo uno: aumentare i controlli in modo che le aziende cambino il modo di lavorare.
I controlli potrebbero essere fatti dai vigili urbani addestrati, volontari addestrati, società private abilitate da organi pubblici (come per gli impianti elettrici ecc.) limitando il ruolo dell'asl al controlli di questi pochi enti.
LRF
Rispondi Autore: Pasquale - likes: 0
14/03/2008 (09:32)
Sono Daccordo, come esistono gli ausiliari dei Vigili Urbani, si potrebbero istituire gli Ausiliari della Sicurezza.
Rispondi Autore: luca - likes: 0
14/03/2008 (09:35)
Ogni proposta e' degna di essere presa in considerazione.
Sinceramente credo che uno dei punti su cui porre la massima attenzione sia l'evitare che cio' che viene proposto possa contribuire a creare, ancor piu', una confusione di ruoli e una "diluizione" del senso di responsabilita' dei soggetti coinvolti.

Credo che una delle cose necessarie da fare sia aumentare le competenze e la professionalita' di coloro che operano nel settore, a tutti i livelli.
LN
Rispondi Autore: Mimmo Didonna - likes: 0
14/03/2008 (10:24)
L'iniziativa sarebbe veramente utile anche perchè molti pensionati esperti del settore impegrerebbero il loro tempo in qualche cosa di utile. Si tratta solo di organizzare per bene la struttura che dovrebbe ospitare, organizzare l'attività ed assistere tutta l'iniziativa.
Oltre che verso le attività private l'iniziativa dovrebbe rivolgersi anche verso il settore pubblico (nel pubblico non badono mai al fatto che applicare le misure di prevenzione è economicamente più vantaggioso che non applicarle, tanto i soldi non sono i loro ma della collettività) e, in primis verso il mondo della scuola e dell'università, settore che, oltre ad applicare materialmente le norme sull'igiene e sicurezza su questo deve anche creare la cultura dell'igiene e sicurezza sul lavoro.
Le disgrazie che avvengono sul
lavoro (vedi Molfetta a gran voce spesso vengono
attribuite al mancato rispetto delle norme derivante dalla mancanza della cultura della sicurezza.
La cultura la fanno le scuole e le università.
Per gli studenti non bastano le visite ispettive
dell'asl/spesal e Vigili del Fuoco. Queste fanno si che le norme vengano localmente applicate ma certamente non creano la cultura dell'igiene e sicurezza sul lavoro per il futuro.
Gli studenti di oggi saranno i datori di lavoro e lavoratori del domani e senza cultura continueranno a far fare male e a farsi male. Massima: Il rischio se lo conosci lo eviti.
Per creare cultura è indispensabile che le scuole inseriscano nel piano dell'offerta formativa (POF) la materia igiene e sicurezza.
A mio avviso questo è già da tempo possibile in quanto vi sono le norme che lo prevedono.
Con carta 2000 siglata a Genova il Governo e l'allora MIUR (ora Ministero Pubblica Istruzione), presero un
preciso impegno di creare la cultura della sicurezza anche coinvolgendo le scuole.
Questo era stato già recepito all'art. 1 comma 3 dal DPR nr. 257/00 (innalzamento dell'obbligo formativo fino ai 18 anni) che, in analogia con quanto previsto per la formazione professionale e per l'apprendistato, per l'istruzione prevedeva e prevede dei percorsi integrati (da inserire nei POF) per quanto riguarda le esigenze di formazione in materia di prevenzione e tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.
Il tutto è stato ulteriormante ribadito con la dichiarazione di Roma del 2003 ma tutto è rimasto sulla Carta.
Anche la UE si è espressa in merito e vi sono interessanti docmenti di lavoro.
Solo il Veneto e la Toscana hanno recepito il tutto ed
insieme all'Ufficio scolastico Regionale hanno emesso un
valido manuale ed è stato messo in pratica.
Essere acculturati anche sulla sicurezza oltre che studiare in un ambiente confortevole, igienico e sicuro è un diritto sacrosanto sancito sia dallo statuto degli studenti e studentesse e sia dalla carta dei servizi scolastici.
Io credo che l'azione di volontariato del quale si sta discutendo debba interessarsi da subito alla cultura della sicurezza realizzando dei progetti per creare la cultura della sicurezza da proporli alle scuole, alle università, agli Uffici scolastici Provinciale e Regionali nonchè al Ministero della Pubblica Istruzione.
Si tenga conto che nel T.U. ultimamente approvato, vi è una chiara manifestazione di coinvolgere le scuole (anche se solo a livello locale) nel creare la cultura della sicurezza. Ma se le scuole sono le istituzioni che maggiormente disapplicano i principi della prevenzione, come possono creare la cultura della sicurezza se non gli viene urgentemente e obbligatoriamente imposto?
Disponibilissimo a partecipare all'iniziativa.
Saluti.
Mimmo DIDONNA
Rispondi Autore: STEFANO REGARD - likes: 0
14/03/2008 (11:24)
Trovo la proposta del collega assai interessante e suscettibile di sviluppi utilissimi alla crescita del sistema. Al riguardo, estenderei le competenze dei volontari alla sorveglianza ambientale e del territorio, naturalmente in sinergia con gli enti preposti. C'è da fare tanto, ma credo che sia giunto il momento di contribuire fortemente a tutti i livelli, in particolare nella formazione, nell'educazione civica nelle scuole superiori e medie, ecc. Ottima proposta, andiamo avanti.
Stefano Regard
RSPP e Consulente Ambientale
Rispondi Autore: Luigi Matteo Meroni - likes: 0
14/03/2008 (11:50)
Cari lettori,
abbiamo ritenuto l'idea e l'iniziativa molto utile, meritevole ed interessante.
Confermo la disponibilità di PuntoSicuro a farsi tramite della comunicazione relativa all'iniziativa che, per concretizzarsi, avrà bisogno di:
- pubblicità (e potremo farla con il nostro quotidiano)
- di una struttura organizzativa
- di persone che abbiano titolo e che siano disponibili a darsi da fare
- di relazioni forti con le autorità (ASL)
- di protocolli di intesa a livello locale

Ad ognuno la sua parte.

In bocca al lupo e Complimenti al Dr. Spina!

Luigi Matteo Meroni
Direttore di PuntoSicuro
Rispondi Autore: Alfonso Marchese - likes: 0
14/03/2008 (14:36)
Ogni integrazione agli operatori qualificati sul campo, contribuendo a fare massa critica, è la benvenuta. Tuttavia non bisogna aumentare la confusione già esistente tra quanti hanno titolo ad eseguire interventi cogenti, quanti operano come strutture accreditate (enti bilaterali, patronati, istituzioni, sportelli informativi unici per aziende, RLS, futuri RLST ecc., professionisti accreditati e qualificati - Esperti qualificati, MC, esperti vari certificati) e quanti sedicenti esperti membri di società di consulenza varie, consulenti d'impresa ecc., operano al di fuori di un effettivo controllo della loro attività affiancando il datore di lavoro/RSPP o Datore di lavoro che sia anche RSPP in prima persona fornendo una prestazione complessivamente carente sul piano sostanziale e formale (posso fornire decine d'esempi, poichè è facile utilizzare sw e copiare). Infatti l'attività di consulenza al di fuori dei casi ove l'attività è riservata agli iscritti ad albi/elenchi od altri strumenti a tutela della fede pubblica e di interesi pubblicistici è libera (vedi attuale formulazione art. 8 DLGs 626/94 e la sua trasposizione nello schema di TULSL) cosicché nei casi di mia conoscenza il datore di lavoro/RSPP che si sia avvalso di codeste consulenze può solo invocare la colpa contrattuale nell'esecuzione del contratto d'opera intellettuale. Per questo motivo va prevista una specifica integrazione al TULSL "l'attività di consulenza nelle materie attinenti al sicurezza oggetto del campo d'applicazione di questo TULSL è riservata a persone ed enti qualificati appropriatamente per i rischi considerati e per l'attivita effettivamente svolta dal committente".
Tutto ciò premesso, vedo favorevolmente una forma di riconoscimewnto effettivo di detta attività volontaria (non invasiva di altri compiti ed organismi) con forme simili a quelle dei guardiacaccia provinciali, guardie ecologiche, giasrdia parchi, guardia boschi (antincendio ed anti taglio abusivo delle piante) che dispongono di un apposito patentino rilasciato dall'organo di comprensorio dopo appropriati corsi ed aggiornamenti specifici. Resta, ovvio, che essi non potranno operare di forza (poteri cogenti, sequestri ecc.) all'interno di edifici privati non aperti al pubblico o per attività non visibili dall'esterno, nè affiancare gli operatori pubblici in interventi diretti sul campo (a differenza del VVF volontari) essendo già difficile il compito degli enti bilaterali, degli RLS e dei RLST nella attuale previsione del TULSL.
L'esperienza potrà consentire aggiustamenti. Ad meliora.
Rispondi Autore: franco del conte - likes: 0
14/03/2008 (14:51)
ben vengano, ma solo in ambito formativo e di supporto alle scuole, alle imprese, ai datori di lavoro, per la formazione di una vera cultura nazionale per la tutela della sicurezz che superi i limiti attuali nelle piccole imprese prive come noto di ogni rappresentanza (sindacale L.300 e sicurezza 626/94).
Per tutte le altre attività richiamate credo sia più opportuno presidiare con le figure istituzionalenente già previste, in primis i RLS che, ciascuno per la propria azienda, dovrebbe formalizzare meglio i propri dissensi ed osservazioni di merito affinchè queste note, in caso di malaugurato incidente, possano essere, anche se solo a posteriori, utili strumenti di tutela risarcitoria dei danni provocati al lavoratore dall'incuria e dalla scarsa sensibilità del proprio darore di lavoro.
Rispondi Autore: Giovanni Colle - likes: 0
14/03/2008 (15:14)
Lavoro nel SPP di diverse unità produttive di una industria metalmeccanica privata (un tanto per farvi comprendere meglio la mia opinione che segue).
Sottoscrivo in toto e convintamente le considerazioni lette nel commento fatto dal sig. Mimmo Didonna. E' vero che tale azione potrà dare risultati solo a medio-lungo termine, ma mai non si inizia mai non si si ottiene il risultato; e fino ad oggi si è fatto davvero molto poco (per non dire nulla). A quanta vergognosa ipocrisia e demagogia ho assistito dalla tragedia della Thyssen!
Anche la Scuola ha la sua responsabilità: da tre anni sono membro del Consiglio d'Istituto comprensivo della scuola di mio figlio e vedo tanti progetti di vario tipo (il cui fine talvolta lascia molti dubbi che sia davvero a beneficio degli studenti) ma mai un minimo interesse su questi temi nonostante offerte di collaborazioni (gratuite).
Ma più in generale, è possibile che ancora oggi nei corsi universitari di ingegneria non ci siano in programma (in modo degno di essere considerato) materie come la sicurezza e l'ergonomia in modo che i futuri progettisti, responsabili, direttori, dirigenti sappiano che oltre al fatturato devono (anche nel loro interesse) fare attenzione a tutto ciò?
L'iniziativa in discussione, poi, è si interessante ma credo proprio che possa innescare delle problematiche giuridiche e delle reazioni di tipo contrattuale di non poco conto. Non vorrei fosse solo una chimera: bello da sognare ma concretamente irrealizzabile. Siamo proprio sicuri valga la pena di investire forze, tempo e risorse (sempre piuttosto scarse in questo settore) su questa strada con il rischio di trascurare le necdessità ricordateci da Didonna? Se decidiamo di proseguire su questa strada, teniamo in considerazione la possibilità di fare queste attività non solo sui luoghi di lavoro ma anche nelle scuole affiancando qualche professore e preside volonterosi che vorranno dedicare ai ragazzi qualche incontro all'anno (anche solo uno o due, per capirci!) su questi temi. Se non si semina, non si raccoglie.
Rispondi Autore: Geom. Valerio Cinelli - likes: 0
15/03/2008 (17:32)
Mi presento:
Abilitato RSPP, CSP e CSE, Tecnico Ambientale, Legge 818
ecc...riassumendo mi occupo di sicurezza in tutte le suoi campi (e solo di quella) da 15 anni...
Membro della Commissione Sicurezza e Formazione del Collegio dei Geometri della Provincia di Firenze.

Ogni iniziativa è degna di considerazione.
Premetto che ho un grande rispetto per il volontariato, non fosse altro che l'ho fatto per sette anni sulle ambulanze che uscivano in emergenza (si andava a raccattare la gente)...
La mia preoccupazione è che in una iniziativa del genere, come al solito in questo paese, si insinuino persone che non lo fanno per volotariato, ma per arrotondare la pensione, finendo per fare concorrenza a quei soggetti che invece ci vivono di questo lavoro...
Io il volontariato lo vedo come qualcosa che funziona bene solo se affianca gli organi di vigilanza e svolge ruolo di prevenzione nelle unità produttive...andare in un cantiere o in una azienda e dire al datore di lavoro che ha i documenti fuori norma o che non li ha affatto è già una cosa che "smuove le acque" e questo allo stato attuale è già tanto.
I'iniziativa è nobile...ce ne fossero in questo paese...
Rispondi Autore: Luigi Spatuzzi - likes: 0
15/03/2008 (21:26)
Sono pensionato da due anni, diplomato e dal '95 mi occupo di Sicurezza sul Lavoro (Ancora oggi per la verità sono RSPP e Formatore). nel 2007 ho contribuito ad organizzare due Convegni sull'argomento ed ho partecipato a molti Seminari organizzati da vari Enti Pubblici, Prima di avere idee politiche sono cittadino e da cittadino vivo con dolore ed impotenza il fenomeno delle morti sul lavoro ed il clima di stato di allarme causato dall'indifferenza di troppi. Mi sono reso conto che c'è una grande analogia tra Sicurezza sul Lavoro e Protezione Civile che, al contrario della prima, si basa molto sul volontariato. Perchè non prevederlo e regolamentarlo? Non discuto sul fatto che si è sulla strada buona sotto l'aspetto del miglioramento legislativo e del controllo ma l'associazionismo può fare molto e qualche volta prima del Legislatore tracciando strade ed interpretando esperienze. Ho in fase di studio la creazione di una Associazione di Volontariato che, se appoggiata e diffusa sul territorio nazionale da altre autorevoli Associazioni quali potrebbero essere per esempio l'Aias, L'Aifos, La Firas e tante altre non meno importanti e meritevoli, avrebbe immediata diffusione. Questa Associazione baserebbe la sua opera su cinque funzioni principali; A) ausilio agli Enti Pubblici per la diffusione della Cultura della Sicurezza e per il potenziamento indiretto dei Controlli Ispettivi (stesura, invio, elaborazione ed aggregazione di dati anonimi per lo studio della realtà del territorio p.e.). B) Auditing alle Aziende per l'introduzione nella micro organizzazione di standard per la sicurezza e per la formazione anche e soprattutto nelle aziende non in regola con l'intento che convincere e prevenire è meglio che denunciare e punire C) Potenziare la diffusione della Cultura per la Sicurezza nelle Scuole diffondendo in modo capillare il lavoro di ricerca di Enti Pubblici quali l'Ispesl, l'Inail etc. attraverso l'organizzazione di Convegni presso Regioni, Province e Comuni autofinanziati con sponsorizzazioni. d) partecipare a progetti di standardizzazione della comunicazione e dell'eliminazione del rischio nelle aziende e tra Enti Pubblici proprietari e Scuole e) Offrire ai giovani che vogliono iniziare questa professione e sono in regola con la legge (195)l'opportunità di fare esperienza "sul campo" attraverso convenzioni con Aziende ed Enti interessati.

Dott. Spina se intende proseguire verso la realizzazione di questi progetti sono a sua disposizione e non con lo spirito del vecchietto che per tenerlo occupato lo si mette ai passaggi pedonali ma con la grinta e l'esperienza di vita e di lavoro che una volta costituivano un valore di riferimento indiscusso.

Luigi Spatuzzi

Rispondi Autore: Mimmo Didonna - likes: 0
17/03/2008 (12:05)
La disponibilità dei pensionati esperti in igiene e sicurezza sul lavoro, ma non obbligatoriamente abilitati e titolati, specialmente nelle scuole sarebbe un toccasana e non certo servirebbe ad ARROTONDARE la pensione togliendo lavoro lavoro agli addetti ai lavori così come teme il Geom. Valeri Cinelli.
E' vero che molti progetti redatti dalle scuole sono inutili per gli alunni e quelli sulla sicurezza vengono letteralmente snobbati fino a che, un gruppo di genitori, non presenta esposto agli organi di vigilanza per inadempienze.
Personalmente sono disponibile ad affrontare l'argomento.
Forza che si può fare, specialmente nelle scuole.
Mimmo DIDONNA –
Rispondi Autore: Francesco Cuccuini - likes: 0
19/03/2008 (08:18)
Parliamone il 28 marzo a Roma durante il meeting nazionale dei RSPP e ASPP?

Cordiali saluti
Rispondi Autore: A. Marin - likes: 0
19/03/2008 (08:30)
Ottima iniziativa che condivido pienamente: esistono le guardie volontarie ecologiche quindi perchè non un "corpo" di esperti volontari in materia di sicurezza?
Rispondi Autore: - likes: 0
19/03/2008 (09:52)
Gent.mo Ing. Spina, come Lei anch'io ho avuto la stessa esperienza. Dal 1978 mi occupo di sicurezza sul lavoro (già con il DPR 547/55) e svolgo mansioni di RSPP interno dal 1979 al 1994 in aziende con più di 200 dipendenti, la più grande ne aveva 1.500 e dal 1994 ad oggi in aziende con più di 50 dipendenti, la più numerosa ne occupa 350 oltre ad occuparmi di consulenza in materia di sicurezza sul lavoro e formazione .
Grazie a Dio sino ad oggi ho svolto il mio compito ed incarico con professionalità, umanità, coscienza e rispetto delle mansioni e dei ruoli di ogni lavoratore e sono orgogliosa nel constatare che non si sono verificati sino ad oggi nelle mie aziende incidenti gravi (tranne qualche taglietto con prognosi di cinque giorni il più rilevante) e nè sanzioni. Di questo comunque ne tengono conto sia gli Ispettori della ASL che della Direzione Prov. del lavoro anche se la collaborazione è poca, perchè ogni volta che cerco di confrontarmi o commentare degli adempimenti previsti devo farlo che se fossi quella che non conosce bene la normativa e chiede chiarimenti, insomma devo sempre mettermi un gradino al di sotto di loro. Approvo la sua idea e sono a disposizione per eventuale collaborazione. Distinti Saluti. Silvana Monsellato
Rispondi Autore: domenico - likes: 0
19/03/2008 (10:01)
si si certo, facciamo lavorare i pensionati e pure gratis che tutti gli ing, arch, geom, dopo anni di studi, vanno a spasso.
ma fatevi furbi per favore
Rispondi Autore: Francesco MARRANGHELLO - likes: 0
19/03/2008 (10:12)
Ritengo ottimo l'apporto e l'idea, pur convinto che occorre ancora far maturare tante cose; ad esempio la regolamentazione concreta del tipo di sostegno gratuito, con tutto ciò che inerisce le incompatibilità. Quanto testè detto è anche in funzione dell'esperienza ultraventennale maturata nel pubblico e nel privato, che mi porta a sottolineare come, soprattutto all'interno di un Apparato Formativo (scuole, enti formativi, istituzioni varie, ecc.) nel suo complesso, possano trovare reale applicazione le forme di collaborazione gratuita, finalizzata alla crescita della coscienza in logica di sicurezza matura per il bene della collettività. Complimenti al Dr. SPINA. Adesso occorre salire di un gradino.
Rispondi Autore: Gerry Di Masi - likes: 0
19/03/2008 (12:54)
Mi occupo di sicurezza e igiene del lavoro dagli ormai lontani anni 70, credo di avere pertanto una discreta preparazione in materia. Sono perfettamente d'accordo con l'egr. dr. SPINA, al quale va tutto il mio plauso.
Vorrei però aggingere una mia idea, se la Sua iniziativa troverà adepti interessati, mi offro e offro fin da ora la sede della mia società a titolo non oneroso, per offrire consulenze gratuite. Se l'idea dovesse concretizzarsi, occorrerà monitorare bene gli eventuali interessati, onde evitare l'ingresso di consulenti che più che consulenti si potrebbe definire "consigliori". Tecnici (?) che credono che occuparsi di sicurezza sia suggerire all'imprenditore come eludere le norme e farla franca. Lo dico senza alcun timore di smentita. C'è troppa gente in giro che si spaccia per consulente in sicurezza e igiene del lavoro. Quindi sono a disposizione. In quanto al commento, acido di "Domenico" impegnarsi socialmente non significa mandare a spasso ingegneri, architetti, geometri e aggiungo periti industriali, come i nonni vigili non mandano a spasso i vigili urbani...Evidentemente il nostro si è sentito mancare la terra sotto i piedi con la nascita di un'organizzazione "no profit" nel campo della sicurezza, o no?
Gerry Di Masi
Rispondi Autore: Salvatore Improta - likes: 0
19/03/2008 (14:11)
Sono geometra e sott/le in pensione dell'Aeronautica Militare.
Mi occupavo a tempo pieno, nel reparto di appartenenza, della sicurezza sul lavoro. Ho seguito molti corsi di formazione nel sucitato campo ed ho a mia volta contribuito a formare numerosi lavoratori. Ho 52 anni e continuo ad aggiornarmi sulle normative anche perchè mi è rimasta la passione e la voglia di trasmettere la "cultura della sicurezza". Sarei, quindi, ben lieto di far parte degli “ausiliari della prevenzione e della protezione” ipotizzati (con felice intuito) dal Dr. Spina Claudio. Quando si inizia?

Rispondi Autore: Massimiliano Bertoldi - likes: 0
19/03/2008 (15:20)
La cultura della Sicurezza passa anche e soprattutto per un codice etico. Quanto proposto è a mio avviso in linea con tale codice che dovrebbe informarsi al primato dell'impegno sociale sul profitto individuale. Le istituzioni devono fornire strumenti per una diffusione "democratica" di tale cultura. Pochissimi sono votati a fare veramente i missionari, pochi hanno voglia di fare di più, tantissimi pensano che allo Stato competa in realtà principalmente di fornire gli strumenti per fare camminare l'impresa affinchè questa torni sana e non con le stampelle.
Rispondi Autore: Daniele - likes: 0
19/03/2008 (15:36)
Dalla mia piccola esperienza (4 anni di dipendente come consulente ed rspp esterno) credo che per quanto sia una proposta molto interessante dia alcuni spunti di riflessione:
1 ci sono alcune assoc. di categoria che già danno tale supporto... lo fanno bene? vengono ascoltate dai datori?
2 si sa che finchè va tutto bene, ok sono tutti contenti ma alla prima sanzione o banale fraintendimento non credete che il datore di turno sarà il primo a puntare il dito contro il "volontario"?
3 in base a cosa una persona, ex-ispettore, ex-consulente... può entrare in questa proposta? come si verificano le capacità di una persona... Sono la prima a riconoscere che ci sono consulenti ma anche ispettori che dovrebbero aggiornarsi un pò
Scusate il tono ma sono stato volontaria (in ospedale per piccoli supporti morali e materiali) e vi assicuro che tutte queste domande valevano anche in quall'ambito, figuriamoci in un ambito così importante e discusso!!
Non voglio essere pessimista ma in questo periodo...
Rispondi Autore: Claudio - likes: 0
31/03/2008 (10:27)
Credo che l'iniziativa debba essere seriamente presa in considerazione, e non solo dagli "addetti ai lavori". Nelle aziende oggi c'è sempre bisogno di maggiore consapevolezza e confronto nella risoluzione delle problematiche dal punto di vista operativo. Credo che l'iniziativa dovrebbe portarci, come era una volta e come è oggi in altre realtà europee. a confrontarci con gli enti di controllo e creare dei "pool" per migliorare insieme. Chi ha paura di "andare a spasso" (v. commento del 19/03) credo che sia sulla buona strada, poichè non è l'atteggiamento costruttivo per creare la consapevolezza della sicurezza. In merito al fatto che sia necessario l'aggiornamento dei consulenti ed ispettori non v'è ombra di dubbio...c'è sempre da imparare, ma le idee migliori sono quelle che si trasformano in fatti.

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