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Ogni anno 22mila bambini muoiono per incidenti sul lavoro

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Approfondimento

14/06/2004

Il 12 giugno è stata celebrata la “Giornata mondiale contro il lavoro minorile".

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E’ stata celebrata nei giorni scorsi la “Giornata mondiale contro il lavoro minorile”, istituita nel 2002 dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO).
In occasione dell’evento l’Ilo ha diffuso i dati relativi al fenomeno che mina la salute e lo sviluppo psocifisico di milioni di bambini al mondo.
Secondo le stime dell’Ilo 246 milioni di bambini (1 su 6) è vittima del lavoro minorile, 73 milioni dei quali hanno meno di 10 anni. La tutela della loro sicurezza e salute è spesso trascurata: lo attestano gli oltre 22mila infortuni mortali sul lavoro che hanno come vittime bambini.
Il 70% dei bambini “lavoratori” presta la sua opera nell’agricoltura e nei settori della caccia e pesca industriali o nell’industria del legno; l’8% nell’industria manufattoriera,; l’8% nel commercio, nella ristorazione e nel settore alberghiero, mentre il 7% lavora in servizi comunitari, sociali e personali, come i lavori domestici.

Su quest’ultimo aspetto l’Ilo ha richiamato l’attenzione, con uno specifico rapporto che indaga il lavoro domestico dei minori , fenomeno largamente diffuso e in costante aumento. Almeno dieci milioni di bambini — perlo più femmine — sono vittime di questa forma nascosta di sfruttamento che comporta spesso anche abusi, rischi per la salute e violenze.
Il rapporto intitolato "Helping hands or shackled lives? Understanding child domestic labour and responses to it" fornisce informazioni, per la prima volta a livello mondiale, sullo sfruttamento di questi bambini, alcuni dei quali di età inferiore ai 10 anni.
“Questi bambini sono perlopiù “invisibili” all’interno delle loro comunità, lavorano senza tregua per dei salari bassi o inesistenti e viene loro negata la possibilità di giocare o di andare a scuola." - rileva l'Ilo.
Nel rapporto vengono considerati come bambini lavoratori domestici: i minori impiegati come domestici al di sotto dell’età legale minima per l’assunzione, nonché quelli di età inferiore ai 18 anni che, pur avendo raggiunto l’età legale, vengono sfruttati.
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