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Decreto RSPP: luci ed ombre (1/2)

Si è svolto ieri a Roma il convegno “Aspetti applicativi del Decreto legislativo per l’individuazione delle capacità e dei requisiti professionali degli addetti e dei responsabili dei servizi di prevenzione e protezione interni ed esterni”, organizzato dall’AIAS.

I lavori sono stati aperti dal prof. Lepore che ha ripercorso l’iter che ha condotto al testo del decreto, partendo dalla condanna inflitta all’Italia dalla Commissione di Giustizia europea, per il non corretto recepimento della direttiva 89/391 per la mancata definizione dei requisiti degli incaricati dell'attività di prevenzione e protezione.

Il provvedimento, passato attraverso l’esame della Conferenza Stato-Regioni e delle commissioni di Camera e senato, è stato secondo Lepore frutto del lavoro di un’ampia platea di soggetti coinvolti a diverso titolo.

Il prof. Lepore è passato a tracciare il contenuto degli articoli, mettendo in luce le modifiche apportate alla bozza originaria del decreto realizzata dal Ministero del Lavoro.
Riguardo al titolo di studio richiesto agli RSPP, ad esempio, nella bozza originaria venivano indicate lauree specialistiche. Successivamente è stata scelta invece la via del diploma di scuola media superiore demandando ai corsi di formazione il compito di costruire la capacità specifiche.

L’analisi del prof. Lepore ha poi affrontato due punti chiave, i corsi di formazione per l’abilitazione (“adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative”) e la norma transitoria, che riconosce l’idoneità di tutti coloro che svolgono l’attività di RSPP da almeno sei mesi dall’entrata in vigore del decreto e che effettuino entro un anno gli specifici corsi di formazione .
Punti sui quali si è in particolare sviluppato il dibattito.

Riguardo ai corsi di formazione, i cui indirizzi andranno definiti dalla Conferenza Stato –Regioni, saranno organizzati da soggetti tra i quali Regioni e Province autonome, Università, dall'ISPESL, INAIL, Vigili del Fuoco.
Le modalità dei corsi saranno individuati a livello regionale.
I relatori, tra i quali l’ing. A. D’Errico (Ispettore Generale Capo Corpo Nazionale Vigili del Fuoco), il dott. Monterastelli (Rappresentante del Comitato Tecnico Coordinamento Regioni) hanno sottolineato tuttavia l’impegno delle regioni a mantenere su tutto il territorio nazionale, pur nell’autonomia, atteggiamenti omogenei.

(La seconda parte dell’articolo sarà pubblicata nel prossimo numero di PuntoSicuro).

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