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Conviene investire in sicurezza? Sì, ma…

Conviene investire in sicurezza? Sì, ma…

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Categoria: Appalti e costi della sicurezza

12/04/2017

Gli imprenditori, in particolare delle PMI (Piccole e Medie Imprese), spesso non hanno la consapevolezza di quali e quanti siano i costi legati alla non-sicurezza. È possibile far variare la loro percezione? In quale modo?


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E’ stato pubblicato sulla piattaforma dell’Università di Torino il numero 1 della rivista on line PinC Prevenzione in Corso – Giornale di metodi e pratiche per le tecniche della prevenzione, curato dal Corso di Laurea in Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro dell’Università degli Studi di Torino.

 

Pubblichiamo un estratto di un articolo pubblicato sulla rivista.

 

Conviene investire in sicurezza? Sì, ma…

INTRODUZIONE: gli imprenditori, in particolare delle PMI (Piccole e Medie Imprese), spesso non hanno la consapevolezza di quali e quanti siano i costi legati alla non sicurezza. È possibile far variare la loro percezione? In quale modo?

OBIETTIVO: descrivere uno studio pilota volto a valutare l’atteggiamento tra gli imprenditori, in particolar modo delle PMI, sui possibili ritorni economici derivanti da investimenti su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (SSL) a fronte delle conseguenze della mancata sicurezza.

METODI: si sono individuati due applicativi di analisi dei costi della non sicurezza e con i metodi della ricerca qualitativa, si sono messi a punto gli strumenti di indagine sperimentandoli in un contesto reale.

RISULTATI: gli interlocutori interpellati, benché avessero approcci differenti della sicurezza sul lavoro, non sarebbero stati in grado di stimare i costi della mancata sicurezza.

DISCUSSIONE: gli applicativi si sono dimostrati buoni strumenti di sensibilizzazione ma non di calcolo, richiedendo alcuni interventi migliorativi.

 

[…]

 

MATERIALI E METODI

Di seguito si riportano le principali articolazioni dello studio:

♦ Si sono ricercati strumenti in grado di stimare i costi della non sicurezza e si sono scelti due applicativi adatti alla sperimentazione:

− il software INAIL Co&Si (12,13,14) (proposto da INAIL elaborato da CSA e CONTARP) consente di stimare, il costo assicurativo sostenuto (INAIL e non), il costo prevenzionale per l'adozione di misure di prevenzione e protezione dei lavoratori, il costo legato ad eventi infortunistici in azienda e la stima sulla riduzione dei costi in termini di risparmio economico che l'azienda potrebbe ottenere con una buona gestione della politica della SSL. Per effettuare questa stima viene richiesto all’utente di compilare tre schede di dati aziendali, dati prevenzionali e dati infortunistici dell’azienda. Sono automaticamente presi in considerazione i dati pregressi della singola azienda registrati all’INAIL (premio assicurativo, numero di infortuni, ecc). Ciò permette, insieme ai valori richiesti, di affinare la stima risultante dal processo, rendendola il più affine possibile alla reale situazione aziendale.

− il software OSHA’s Safety Pays Program (15,16,17) (proposto da OSHA - Occupational Safety and Health Administration) utilizza il margine di profitto aziendale, i costi medi di un infortunio o di una malattia professionale e un moltiplicatore (costi indiretti) per stimare la quantità di vendite che un’azienda dovrebbe generare per coprire tali costi. Il programma va inteso come strumento per aumentare la consapevolezza di quanto gli infortuni e le malattie professionali possono influenzare sulla redditività di un’azienda, piuttosto che come ausilio al calcolo dettagliato dei costi di infortuni e malattie professionali di un’azienda.

 

[…]

CONCLUSIONI

Migliorare la sicurezza significa intraprendere un percorso dinamico, in continua evoluzione, volto a ridurre i rischi e aumentare la produttività. Tuttavia, le aziende italiane operano da diversi anni in una situazione di crisi economica che lascia poco spazio agli investimenti rivolti al miglioramento della sicurezza.

Questo studio pilota conferma quanto già riportato in letteratura ossia che nelle aziende, in particolar modo tra le PMI, manca una reale percezione dei costi derivanti dalla mancata sicurezza.

Gli applicativi qui testati sono utili, in primo luogo, per sensibilizzare gli imprenditori sulle conseguenze della mancata sicurezza e, in seconda battuta, per stimolarli a investire maggiormente in sicurezza. Tuttavia, sono ampiamente migliorabili.

Oltre a un numero campionario rappresentativo, gli approfondimenti successivi potrebbero riguardare la progettazione e lo sviluppo di un applicativo che soddisfi specifiche e criteri già emersi in questo lavoro. Un buon punto di partenza potrebbe essere un software sviluppato ad hoc individuato nel corso di questo studio ma non sperimentato.

Nel corso dell’esperienza lavorativa successiva alla laurea in un’azienda del comparto siderurgico, è stato possibile sperimentare il coinvolgimento del Servizio di Prevenzione e Protezione nella fase di progettazione di una nuova linea di lavoro. Ciò costituisce un esempio concreto di applicazione dell’approccio Prevention through Design (PtD) (21,22) che richiede proprio l’integrazione della sicurezza di un impianto sia in fase di progettazione sia durante il suo ciclo di vita. Al momento non sono disponibili indicatori, ma si intende verificare l’efficacia dell’intervento con la raccolta e l’elaborazione di dati da confrontare con situazioni preesistenti.

Per numero di casi analizzati e per modalità di validazione, lo studio qui proposto va inteso come sperimentazione ma l’esperienza maturata suggerisce di prevedere la collaborazione strutturata di più ricercatori in contemporanea.

Questo lavoro, infatti, ha potuto usufruire solo in parte di quest’opportunità, ma si sono intuiti

risvolti promettenti. Gli autori sono disponibili a trasmettere materiali ed esperienze sviluppate durante lo svolgimento dello studio.

 

Simone Gaida (Consulente tecnico in materia di salute e sicurezza presso la società CRAB MEDICINA AMBIENTE Srl di Biella)

Camilla Bunino (ArcelorMittal CLN Distribuzione Italia srl – Servizio di Prevenzione e Protezione)

Osvaldo Pasqualini, Giuseppe Costa (SC a DU Servizio Sovrazonale di Epidemiologia, ASL TO3-Regione Piemonte)

 

 

Leggi l’intero articolo:  Conviene investire in sicurezza? Sì, ma… (pdf)

 



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Rispondi Autore: Harleysta - likes: 0
13/04/2017 (08:49:12)
...ma investono in sicurezza anche le aziende italiane che delocalizzano in Romania?

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