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Tracce di pesticidi nel 50% della frutta, nel 22,7% della verdura e nel 13,7% dei prodotti derivati

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

30/05/2005

Lo sostiene il Rapporto annuale di Legambiente di “Pesticidi nel piatto 2005”. I risultati regionali.

Frutta a rischio pesticidi. Su 3.601 campioni di frutta analizzati da Asl, Arpa, istituti zooprofilattici, il 52,6% (1.894 campioni tra irregolari e regolari con uno o più residui) sono risultati contaminati da pesticidi. Il 2,2% è addirittura fuorilegge.
Per la verdura, il numero di campioni regolari senza residui è il 77,3% dei 3.478 analizzati, mentre il numero di quelli regolari con uno o più residui si attesta sul 21,5%. Mentre l’1,2% ha concentrazioni assai pericolose.
Anche i prodotti derivati (olio, pasta, vino, miele ecc) presentano tracce di molecole chimiche utilizzate in agricoltura nel 13,7% dei casi. I campioni fuorilegge sono risultati l’1,4%.

Questa la sintesi del rapporto “Pesticidi nel piatto 2005”, dossier elaborato da Legambiente in collaborazione con “Movimento Difesa del Cittadino”. I dati sono stati raccolti presso i laboratori addetti (Asl, Arpa, istituti zooprofilattici), nessun rilevamento è stato effettuato nella regione Molise che ha dichiarato di non svolgere le analisi.

I campioni analizzati sono stati prelevati tra quelli in commercio e possono provenire da ogni luogo d’Italia e dall’estero.
Dal rapporto emergono non pochi casi eclatanti di campioni di frutta e verdura con presenza di più pesticidi contemporaneamente, il frutto più inquinato un campione di uva analizzato in Piemonte e contaminato da 8 sostanze chimiche.
"Ma casi di multiresiduo con 4 o 5 pesticidi presenti contemporaneamente compaiono in molte tabelle - afferma Legambiente- , soprattutto nelle analisi effettuate dalle regioni storicamente più attente e scrupolose che cercano (e quindi trovano) un gran numero di principi attivi in un sostanzioso paniere di prodotti.[...]
E’ bene evidenziare che le analisi meno positive (con un maggior numero di campioni irregolari o con residui), non stanno ad indicare necessariamente le regioni più “inquinate", ma quelle che conducono le analisi con maggior precisione e serietà, anche perché i campioni analizzati sono stati prelevati tra quelli in commercio e possono provenire da ogni luogo d’Italia e dall’estero."

Per quanto riguarda i prodotti da agricoltura biologica, il totale dei campioni di biologico analizzati è di 279 più o meno equamente distribuiti tra frutta, verdura e prodotti derivati. Quasi tutti i campioni sono risultati senza la presenza di alcun residuo con pochissime eccezioni (2 campioni di frutta in Veneto, 2 tipi di pasta in Campania, 1 verdura in Friuli e un campione di finocchio in Sicilia).

Trentino Alto Adige : le analisi hanno rivelato l’irregolarità di tutti e 11 i campioni di uva da tavola analizzati, provenienti dal Sudafrica, Argentina, Spagna, Namibia e Cile, per l’utilizzo di solfiti non autorizzati.
Per quanto riguarda i residui rilevati sulle mele: su 32 campioni di mele analizzati 7 sono risultati senza residui, 25 contaminati da uno (14 campioni) o più pesticidi (11 campioni); una di queste mele conteneva clorpirifos, diazinone, captano e acefate mentre un’altra clorpirifos, diazinone, captano e ditiocarbammati.

Valle d’Aosta: più della metà dei campioni analizzati di frutta (15 su 25) risultano regolari con più di un residuo. Sono stati rilevati campioni multiresiduo di pere, mele e uva per la presenza di 4 o 5 principi attivi contemporaneamente. Anche tra i campioni di verdura spicca un pomodoro con carbendazim, ditiocarbammati, tebuconazolo, pirimetanil e cyprodinil.

Emilia Romagna 840 campioni di frutta su 1.276 analizzati risultano regolari con uno o più residui, e tra questi le ciliegie che, su 33 campioni analizzati, mostrano un caso irregolare e ben 31 regolari ma con presenza di residui, mentre tra le pere, su 177 campioni analizzati, 2 sono irregolari e solo 22 regolari senza residui.

Abruzzo: si evidenzia un maggior numero di principi attivi rilevati.
Campania: le analisi hanno permesso di identificare un campione di prezzemolo con un’altissima concentrazione di clorpirifos etile (1,37 ppm mentre il limite consentito è di 0,05); una lattuga che contiene 4 principi attivi con uno di questi (tolclofos metile) che supera il limite di ben 1,83 ppm. Sono stati individuati inoltre un campione di mela con 3 principi attivi tra cui l'eptacloro, una delle dodici sostanze generalmente segnalate come le più nocive, e un campione di zucchina irregolare per la presenza di dieldrin (un principio attivo proibito dal 1977 per la sua pericolosità considerata superiore a quella del Ddt).
Le analisi condotte su campioni di olio, ne hanno trovati 7 con il multiresiduo su 10 analizzati.

Marche : scarso numero di controlli. Degni di nota si sono dimostrati i risultati emersi dall’analisi dei campioni di vino: 35 campioni su 49 analizzati sono stati trovati regolari con un residuo.

Liguria: scarso numero di controlli. Trovato un campione di vino DOC con residui di Ddt.
Veneto: scarso numero di controlli. un campione di fagiolini proveniente dal Marocco presentava contemporaneamente tre diversi tipi di molecole di Ddt e Dde.
Lombardia: scarso numero di controlli. Tra i dati emerge un campione di uva con carbaril, dimetomorf, fenitrotion, phosalone, procimidone, cyprodinil e tilil fluanide e uno di clementine con chlorpyrinfos-etile, dicofol, imazalil, malation e methidation.

In Sicilia da segnalare un campione di pompelmo irregolare e multiresiduo con imazalil (0,5 mg/kg) e tiabendazolo (8,84 mg/kg ).
Da segnalare l’esiguità dei controlli in Friuli Venezia Giulia, Calabria, Puglia e Sardegna.

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