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TEA: dove va l’ambiente italiano?

TEA: dove va l’ambiente italiano?
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

25/01/2022

Presentato il nuovo rapporto dell’Ispra “TEA-Transizione ecologica aperta. Dove va l’ambiente italiano?” dedicato a tutti coloro che vogliono capire dove ci porteranno le sfide della transizione ecologica.

Presentato il nuovo rapporto dell’Ispra “TEA-Transizione ecologica aperta. Dove va l’ambiente italiano?” per capire dove ci porteranno le sfide della transizione ecologica. Il documento, per un totale di 12 capitoli e 66 voci, è diviso in tre parti:

  • l’ambiente italiano a colpo d’occhio
  • i sistemi naturali
  • i sistemi umani.

Si tratta di una sintesi chiara delle tante dinamiche che concorrono alla transizione ecologica italiana, che porta all’attenzione della società gli aspetti più importanti di ogni problematica o fenomeno, segnalandone le criticità ma anche i risultati già raggiunti o raggiungibili.

Si tratta di un rapporto dedicato ai non specialisti, quindi a politici, amministratori, giornalisti, ambientalisti e cittadini che hanno a cuore il futuro dell’ambiente nel nostro Paese.

Il rapporto passa in rassegna tutti i principali sistemi naturali e umani che concorrono a definire quello che chiamiamo “ambiente”. Ne esamina lo stato attuale ma anche l’andamento negli ultimi anni e gli obiettivi per i prossimi. Chiarisce le complesse dinamiche naturali, economiche, tecnologiche, sociali e normative che legano i sistemi fra loro.


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Scorrendo le voci di questo rapporto si possono identificare facilmente le maggiori criticità dell’ambiente italiano, sulle quali concentrare gli sforzi nei prossimi anni. Spiccano ad esempio il consumo di suolo, l’impatto dell’agricoltura e delle specie esotiche invasive, le emissioni di gas serra dei trasporti e del settore civile, le condizioni del mare o di molti ambienti di acqua dolce.

Non si può però fare a meno di notare anche quanta strada l’Italia abbia già fatto nella giusta direzione. Basti pensare al forte calo delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento in generale, alla straordinaria espansione dei boschi, all’aumento delle aree protette. Un dato spicca però sugli altri: il “disaccoppiamento”, a partire dagli ultimi anni, fra la crescita economica, l'uso di energia e materie prime, all’aumento della prima, corrisponde la diminuzione del secondo.

Alessandro Bratti, direttore generale dell’Ispra, illustrando i dati principali del documento, ha sottolineato che il Paese è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, rispetto al quale oggi stiamo assistendo ad un’accelerazione ma il consumo di suolo, il dissesto idrogeologico, l’inquinamento delle matrici ambientali devono continuare ad essere monitorati anche attraverso le nuove tecnologie per l’osservazione della terra.

Il PNRR potrà aiutare a realizzare questa necessaria e improrogabile "rivoluzione", che chiamiamo transizione ecologica, come sottolineato anche dal Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che nel suo messaggio afferma: "Senza la transizione ecologica è difficile pensare ad un roseo futuro, simile al passato, per l’economia e la società. Bisogna affrontare la transizione con la profonda coscienza della sua necessità. Le soluzioni vanno studiate nella loro complessa interrelazione ed è quello che stiamo cercando di fare con il progetto di transizione ecologica dell’Italia, cercando di coniugare i traguardi ambientali e climatici con le grandi opportunità che la rivoluzione epocale in corso apre. Noi non lasceremo indietro nessuno".

TEA-Transizione ecologica aperta. Dove va l’ambiente italiano? (pdf)


Fonte: ARPAT




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