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Salvaguardia dai campi elettromagnetici: piu’ spazio alla ricerca
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Più spazio alla ricerca per la salvaguardia dai campi elettromagnetici.
Si apre oggi a Roma un Convegno nazionale che presenterà i risultati, le ricadute, le prospettive di sviluppo del programma triennale di ricerca “Salvaguardia dell’uomo e dell’ambiente dalle emissioni elettromagnetiche”, coordinato da Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche ) ed Enea e finanziato dal Miur (Ministero dell’Università e della Ricerca).
Il crescente sviluppo di sistemi elettrici, elettronici, informatici e di telecomunicazioni, in particolare quelli di comunicazione mobile e cellulare, che generano e immettono campi elettromagnetici nell’ambiente, deve tenere conto dei risultati delle ricerche portate avanti per limitarne l’inquinamento. In tale prospettiva hanno lavorato Cnr ed Enea progettando sistemi, realizzando strumentazioni per il controllo e monitoraggio dell’inquinamento, studiando tecniche di protezione realizzate con nuovi dispositivi e materiali.
“I risultati finora raccolti - afferma il prof. Paolo Bernardi, che ha coordinato il programma – sono rassicuranti e i livelli approvati dalle attuali normative sono sicuri”.
Sono stati messi a punto i codici di calcolo (programmi per la valutazione della distribuzione dei campi elettromagnetici attorno a una o più sorgenti) che consentono di stabilire l’efficacia dei sistemi di protezione, di ottimizzare le installazioni di nuove stazioni, di calcolare le distanze di antenne e tralicci dai luoghi sensibili per rispettare i limiti di legge. Parametri indispensabili per gli operatori locali (comuni, province) che devono rilasciare le autorizzazioni in base alle attuali normative.
“Sono state condotte indagini conoscitive sulle principali sorgenti di esposizione e sui livelli di campo esistenti nelle aree urbane e all’interno di ambienti chiusi, come aeroporti, laboratori di ricerca, ambienti domestici e ospedalieri – spiega il professor Bernardi – per arrivare a progettare apparecchiature immuni ai campi elettromagnetici e, quindi, più sicure”.
“Riguardo all’analisi del rischio – precisano i ricercatori - le ricerche condotte hanno per ora confermato che esso è di bassa consistenza ai livelli previsti dalle raccomandazioni internazionali ed in particolare dalla normativa italiana più restrittiva.”
I risultati sono riportati sul sito internet del programma di ricerca.
Più spazio alla ricerca per la salvaguardia dai campi elettromagnetici.
Si apre oggi a Roma un Convegno nazionale che presenterà i risultati, le ricadute, le prospettive di sviluppo del programma triennale di ricerca “Salvaguardia dell’uomo e dell’ambiente dalle emissioni elettromagnetiche”, coordinato da Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche ) ed Enea e finanziato dal Miur (Ministero dell’Università e della Ricerca).
Il crescente sviluppo di sistemi elettrici, elettronici, informatici e di telecomunicazioni, in particolare quelli di comunicazione mobile e cellulare, che generano e immettono campi elettromagnetici nell’ambiente, deve tenere conto dei risultati delle ricerche portate avanti per limitarne l’inquinamento. In tale prospettiva hanno lavorato Cnr ed Enea progettando sistemi, realizzando strumentazioni per il controllo e monitoraggio dell’inquinamento, studiando tecniche di protezione realizzate con nuovi dispositivi e materiali.
“I risultati finora raccolti - afferma il prof. Paolo Bernardi, che ha coordinato il programma – sono rassicuranti e i livelli approvati dalle attuali normative sono sicuri”.
Sono stati messi a punto i codici di calcolo (programmi per la valutazione della distribuzione dei campi elettromagnetici attorno a una o più sorgenti) che consentono di stabilire l’efficacia dei sistemi di protezione, di ottimizzare le installazioni di nuove stazioni, di calcolare le distanze di antenne e tralicci dai luoghi sensibili per rispettare i limiti di legge. Parametri indispensabili per gli operatori locali (comuni, province) che devono rilasciare le autorizzazioni in base alle attuali normative.
“Sono state condotte indagini conoscitive sulle principali sorgenti di esposizione e sui livelli di campo esistenti nelle aree urbane e all’interno di ambienti chiusi, come aeroporti, laboratori di ricerca, ambienti domestici e ospedalieri – spiega il professor Bernardi – per arrivare a progettare apparecchiature immuni ai campi elettromagnetici e, quindi, più sicure”.
“Riguardo all’analisi del rischio – precisano i ricercatori - le ricerche condotte hanno per ora confermato che esso è di bassa consistenza ai livelli previsti dalle raccomandazioni internazionali ed in particolare dalla normativa italiana più restrittiva.”
I risultati sono riportati sul sito internet del programma di ricerca.
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