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Rifiuti: l’Italia bocciata dall’UE
La Commissione europea ha avviato una serie di procedimenti nei confronti di Italia , Francia, Grecia, Spagna, Lussemburgo e Regno Unito per mancata conformità alle normative comunitarie sui rifiuti.
Nel confronti dell’Italia la Commissione ha avviato un procedimento in quattro casi diversi.
In due casi è stata deferita alla Corte di giustizia a causa di incoerenze nella definizione di "rifiuto" contenuta nella legislazione italiana.
Il primo caso riguarda i rifiuti in generale. Una legge italiana del 2002 stabilisce che vari materiali residuali di produzione e di consumo non sono classificabili come rifiuti. Secondo la Commissione ciò è in contrasto con la definizione di "rifiuto" applicabile nell'UE ai sensi della direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 75/442/CEE relativa ai rifiuti, modificata dalla direttiva 91/156/CE) e toglie fondamento alla corrispondente normativa sui rifiuti. “La legge italiana, ad esempio, esclude dal sistema di controlli istituito dalla direttiva ingenti quantitativi di rifiuti recuperabili; - riferisce in un comunicato la Commissione - ciò limita inoltre la possibilità di controllare le spedizioni di rifiuti da e verso l'Italia, come prevedono invece le disposizioni internazionali e comunitarie.”
Il secondo caso per il quale l’Italia sarà portata dinnanzi alla Corte di giustizia riguarda una legge nazionale del 2001 che esclude dalla definizione di "rifiuto" le terre e le rocce da scavo destinate al riutilizzo. La legge italiana contravviene alla normativa UE in materia di rifiuti ed in particolare alla direttiva quadro sui rifiuti.
Gli altri due ammonimenti inviati all'Italia riguardano le discariche; sul nostro territorio sono infatti presenti numerose discariche illegali o incontrollate.
La Commissione ha infatti stimato che nel 2002 erano almeno 4866 le discariche esistenti o in funzione in Italia; di queste, 3836 apparentemente non sono state sottoposte ad alcun intervento per impedire eventuali danni ambientali al suolo, alle acque o all'aria; si ritiene inoltre che 705 possano contenere rifiuti pericolosi.
Le discariche illegali e incontrollate contravvengono alla normativa UE sui rifiuti, in particolare alla direttiva quadro sui rifiuti, alla direttiva sui rifiuti pericolosi (Direttiva 91/689/CEE ) e alla direttiva sulle discariche (Direttiva 1999/31/CE).
Il secondo ammonimento scritto inviato all’Italia riguarda anche l'inquinamento provocato da una discarica abusiva a Lodi.
La Commissione teme che, se gli Stati membri non attueranno correttamente queste direttive, dovranno affrontare problemi quali lo scarico illegale di rifiuti oppure una gestione inadeguata delle discariche, situazioni che possono causare gravi problemi alla salute pubblica e all'ambiente.
Duro il commento del commissario per l'Ambiente, Margot Wallström, riguardo alle inadempiente degli Stati membri. "La normativa dell'UE in materia di rifiuti - ha affermato il Commissario- punta a far sì che i rifiuti non danneggino più l'ambiente e la salute pubblica. I principi della normativa in questione sono in vigore da anni ed è assolutamente inaccettabile che ancora oggi volumi consistenti di rifiuti siano smaltiti in maniera illecita e incontrollata in varie regioni dell'UE".
Nel confronti dell’Italia la Commissione ha avviato un procedimento in quattro casi diversi.
In due casi è stata deferita alla Corte di giustizia a causa di incoerenze nella definizione di "rifiuto" contenuta nella legislazione italiana.
Il primo caso riguarda i rifiuti in generale. Una legge italiana del 2002 stabilisce che vari materiali residuali di produzione e di consumo non sono classificabili come rifiuti. Secondo la Commissione ciò è in contrasto con la definizione di "rifiuto" applicabile nell'UE ai sensi della direttiva quadro sui rifiuti (direttiva 75/442/CEE relativa ai rifiuti, modificata dalla direttiva 91/156/CE) e toglie fondamento alla corrispondente normativa sui rifiuti. “La legge italiana, ad esempio, esclude dal sistema di controlli istituito dalla direttiva ingenti quantitativi di rifiuti recuperabili; - riferisce in un comunicato la Commissione - ciò limita inoltre la possibilità di controllare le spedizioni di rifiuti da e verso l'Italia, come prevedono invece le disposizioni internazionali e comunitarie.”
Il secondo caso per il quale l’Italia sarà portata dinnanzi alla Corte di giustizia riguarda una legge nazionale del 2001 che esclude dalla definizione di "rifiuto" le terre e le rocce da scavo destinate al riutilizzo. La legge italiana contravviene alla normativa UE in materia di rifiuti ed in particolare alla direttiva quadro sui rifiuti.
Gli altri due ammonimenti inviati all'Italia riguardano le discariche; sul nostro territorio sono infatti presenti numerose discariche illegali o incontrollate.
La Commissione ha infatti stimato che nel 2002 erano almeno 4866 le discariche esistenti o in funzione in Italia; di queste, 3836 apparentemente non sono state sottoposte ad alcun intervento per impedire eventuali danni ambientali al suolo, alle acque o all'aria; si ritiene inoltre che 705 possano contenere rifiuti pericolosi.
Le discariche illegali e incontrollate contravvengono alla normativa UE sui rifiuti, in particolare alla direttiva quadro sui rifiuti, alla direttiva sui rifiuti pericolosi (Direttiva 91/689/CEE ) e alla direttiva sulle discariche (Direttiva 1999/31/CE).
Il secondo ammonimento scritto inviato all’Italia riguarda anche l'inquinamento provocato da una discarica abusiva a Lodi.
La Commissione teme che, se gli Stati membri non attueranno correttamente queste direttive, dovranno affrontare problemi quali lo scarico illegale di rifiuti oppure una gestione inadeguata delle discariche, situazioni che possono causare gravi problemi alla salute pubblica e all'ambiente.
Duro il commento del commissario per l'Ambiente, Margot Wallström, riguardo alle inadempiente degli Stati membri. "La normativa dell'UE in materia di rifiuti - ha affermato il Commissario- punta a far sì che i rifiuti non danneggino più l'ambiente e la salute pubblica. I principi della normativa in questione sono in vigore da anni ed è assolutamente inaccettabile che ancora oggi volumi consistenti di rifiuti siano smaltiti in maniera illecita e incontrollata in varie regioni dell'UE".
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