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Mari italiani: stop alle imbarcazioni a rischio
Coste e mari italiani più sicuri, grazie alla messa al bando delle cosiddette “carrette del mare”.
Il 4 maggio è entrato infatti in vigore il decreto 21 febbraio 2003 “Disposizioni recanti il divieto di accesso di alcune navi nei porti nazionali per la salvaguardia della sicurezza nella navigazione”.
Il decreto, sulla linea di analoghi provvedimenti assunti dalla Spagna e dalla Francia, è stato firmato dai Ministri dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli, e delle Infrastrutture, Pietro Lunardi e anticipa un provvedimento analogo dell'Unione Europea che stabilisce la messa al bando graduale delle petroliere ritenute a rischio.
Il provvedimento prevede che sia vietato l’accesso ai porti, ai terminali off shore e alle zone di ancoraggio nazionale alle navi cisterna di qualsiasi nazionalità, di età superiore ai 15 anni, e di portata lorda superiore alle 5.000 tonnellate, che trasportano combustibile pesante ad alto rischio inquinamento (oli usati, greggio pesante, bitume e catrame).
Benché fosse stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 marzo scorso, il provvedimento è entrato in vigore 60 giorni dopo per garantire che le navi che avevano già lasciato i porti concludessero il viaggio.
"Ora - ha osservato il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli - i mari italiani saranno più al sicuro. Questo provvedimento, […], è quanto mai necessario in quanto le coste e il mare italiano sono particolarmente vulnerabili in caso di incidenti da petrolio, tenuto anche conto del lentissimo ricambio che caratterizza le acque del Mediterraneo. Un incidente nei mari italiani metterebbe in ginocchio l'ambiente e danneggerebbe un'attività per noi tanto importante come quella turistica".
Il 4 maggio è entrato infatti in vigore il decreto 21 febbraio 2003 “Disposizioni recanti il divieto di accesso di alcune navi nei porti nazionali per la salvaguardia della sicurezza nella navigazione”.
Il decreto, sulla linea di analoghi provvedimenti assunti dalla Spagna e dalla Francia, è stato firmato dai Ministri dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli, e delle Infrastrutture, Pietro Lunardi e anticipa un provvedimento analogo dell'Unione Europea che stabilisce la messa al bando graduale delle petroliere ritenute a rischio.
Il provvedimento prevede che sia vietato l’accesso ai porti, ai terminali off shore e alle zone di ancoraggio nazionale alle navi cisterna di qualsiasi nazionalità, di età superiore ai 15 anni, e di portata lorda superiore alle 5.000 tonnellate, che trasportano combustibile pesante ad alto rischio inquinamento (oli usati, greggio pesante, bitume e catrame).
Benché fosse stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5 marzo scorso, il provvedimento è entrato in vigore 60 giorni dopo per garantire che le navi che avevano già lasciato i porti concludessero il viaggio.
"Ora - ha osservato il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Altero Matteoli - i mari italiani saranno più al sicuro. Questo provvedimento, […], è quanto mai necessario in quanto le coste e il mare italiano sono particolarmente vulnerabili in caso di incidenti da petrolio, tenuto anche conto del lentissimo ricambio che caratterizza le acque del Mediterraneo. Un incidente nei mari italiani metterebbe in ginocchio l'ambiente e danneggerebbe un'attività per noi tanto importante come quella turistica".
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