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Mare Mediterraneo e rischio petrolio

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

10/11/2003

L’inquinamento non deriva solo dagli incidenti, ma anche dai rilasci illegali di petrolio. I rischi per l’alimentazione.

Ad un anno dal distato ecologico provocato dalla petroliera Prestige, affondata presso le Coste della Galizia il 19 novembre 2002, il WWF ha tracciato un bilancio dei danni ecologici ed economici provocati.
Il rapporto del WWF rivela che la Prestige ha sversato 64.000 tonnellate di petrolio, il 60% per cento in più di quanto stimato inizialmente, 13.000 tonnellate di petrolio sono ancora depositate nelle stive, mentre tra le 5.000 e le 10.000 tonnellate di petrolio sono trasportate dalle correnti, e periodicamente finiscono sul litorale.
Secondo il rapporto, sono quantificabili in 5 miliardi di euro i danni all’industria della pesca e ai settori economici ad essa legati, al turismo e all’ambiente lungo i 3.000 chilometri di costa interessati per i prossimi dieci anni.
Dalla riapertura dell’industria della pesca le organizzazioni di pescatori locali segnalano il crollo dell’80% del pescato dopo l’incidente.

La tutela della sicurezza ambientale del mare Mediterraneo non si deve limitare tuttavia alla prevenzione dei grandi disastri, alla messa al bando delle “carrette del mare”, inadeguate per trasportare carichi pericolosi come petrolio e altre sostanze tossiche.
Il WWF ha rilevato il grave fenomeno dei rilasci illegali di petrolio nel Mediterraneo, causati dai lavaggi illegali delle stive.
Nel Mediterraneo (appena l’1% dei mari del Pianeta) si concentra il 28% del traffico mondiale di petrolio, ovvero 300 petroliere che rilasciano complessivamente una scia nera di 2.800 tonnellate di petrolio al giorno, equivalenti, secondo il WWF, a 15 “Prestige” l’anno.

"Si tratta di 280 scarichi illeciti al giorno mentre quelli scoperti dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) nel solo 1999 tramite satellite sono stati 1.638, che equivalgono a 17.000 kmq. di petrolio sversato in mare, tre volte la superficie della Corsica.”

“Per prevenire ulteriori danni dall'inquinamento nel Mediterraneo - ha dichiarato Paolo Guglielmi - il WWF chiede la creazione di Aree marine particolarmente sensibili (PSSAs), con severe regole per ogni area, […] il bando alle petroliere non munite di doppio scafo (un sistema di sicurezza che evita l'immediata fuoriuscita in caso di incidente) l'identificazione di rotte e aree consigliate o da evitare, l'installazione di sistemi di monitoraggio via satellite per individuare gli sversamenti illeciti, o incidenti, l'introduzione della "Blu box" (equiparabile alla scatola nera degli aerei) per individuare i "colpevoli" degli inquinamenti, infine incrementare il numero dei porti in grado di effettuare lavaggi delle cisterne e moltiplicare rigorose ispezioni alle imbarcazioni.”

Riguardo alle conseguenze sull’ambiente e sulla salute umana del disastro della Prestige, uno studio condotto dal WWF evidenzia che la grande quantità di petrolio depositata sui fondali marini poco profondi costituisce un serio rischio di contaminazione di sostanze inquinanti tossiche.
“Gli agenti inquinanti possono entrare nel ciclo alimentare attraverso microrganismi e crostacei che ingeriscono i sedimenti per poi essere a loro volta preda di pesci di interesse commerciale, quali la spigola, il polpo, i granchi ed i gamberi. Si tratta di infatti di sostanze persistenti e bioaccumulabili."

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