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Italia in ritardo sul contenimento dell’inquinamento acustico

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

17/12/2004

La Commissione europea procede nei confronti del nostro Paese per il mancato recepimento della Direttiva 2002/30/CE.

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L’Italia non ha rispettato i tempi nel recepimento della direttiva per il contenimento del rumore negli aeroporti. Un ritardo che le costerà il deferimento di fronte alla Corte di giustizia europea. A nulla sono valsi gli “avvertimenti” precedentemente inviati: la lettera di costituzione in mora del 25 novembre 2003 e il parere motivato del 30 marzo 2004.

La Commissione europea contesta la mancata comunicazione delle misure di recepimento della Direttiva 2002/30/CE che intende introdurre un approccio armonizzato per il graduale ritiro degli aerei più rumorosi dagli aeroporti dell'UE.

Tale direttiva prevede l’applicazione di procedure specifiche prima dell’introduzione di restrizioni per il contenimento del rumore in aeroporti sensibili dell’UE.
“In mancanza di un approccio armonizzato al problema del rumore – sostiene la Commissione europea - verrebbe a crearsi una situazione eterogenea caratterizzata dall’adozione di soluzioni diverse, con conseguenti distorsioni della concorrenza tra aeroporti con problemi analoghi di inquinamento acustico e la creazione di ostacoli che impedirebbero un miglioramento efficace della situazione in tutta l’UE.”

La direttiva applica il principio istituito nella comunicazione del 1999 “Trasporti aerei e ambiente”, secondo il quale si deve evitare che aumenti il numero di persone esposte al rumore prodotto dagli aerei.

Oltre che nei confronti dell’Italia, la Commissione intende adire la Corte di giustizia europea anche nei confronti di Austria, Finlandia, Germania, Lussemburgo.

Secondo la Commissione europea, non avendo recepito la direttiva nell'ordinamento interno i cinque Stati membri limitano seriamente la possibilità degli aeroporti dell'UE di contribuire a migliorare le prestazioni ambientali delle operazioni di trasporto aereo.
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