Per utilizzare questa funzionalità di condivisione sui social network è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Per visualizzare questo banner informativo è necessario accettare i cookie della categoria 'Marketing'
Impianti di recupero rifiuti e impatto ambientale
La Commissione europea ha deciso di procedere contro Belgio, Italia, Spagna e Regno Unito per mancata adozione di disposizioni nazionali di attuazione della normativa in materia di valutazione di impatto ambientale, la Direttiva VIA (Direttiva 85/337/CE).
La Commissione ha emesso un parere motivato (seconda e ultima fase della procedura di infrazione) nei confronti dell'Italia, in quanto la legislazione nazionale in vigore in materia di valutazione di impatto ambientale esclude gli impianti per il recupero dei rifiuti, che possono operare in base a un regime autorizzatorio semplificato.
Questa esenzione, entrata in vigore nel 1999, è ritenuta dalla Commissione in contrasto con la direttiva VIA per due motivi; in primo luogo in quanto esclude l'obbligo di effettuare una valutazione di impatto ambientale per progetti che normalmente dovrebbero essere sempre sottoposti a VIA (progetti dell'allegato I) e in secondo luogo in quanto dispensa dall'obbligo di effettuare un'analisi preliminare per stabilire se determinati progetti che possono avere un impatto ambientale significativo (progetti dell'allegato II) debbano essere sottoposti a valutazione.
La commissione ha rilevato che per effetto della legislazione attualmente in vigore, vari impianti per il recupero dei rifiuti hanno ottenuto l'autorizzazione pur non rispettando le disposizioni della direttiva VIA. Nella lettera inviata alle autorità italiane la Commissione manifesta le sue perplessità sia, in generale, sulla legislazione italiana in materia di VIA sia, più specificamente, sulla mancata valutazione di impatto ambientale in relazione ad un progetto specifico riguardante un inceneritore per il combustibile da rifiuti e la biomassa ubicato a Massafra (Taranto).
Qualora l’Italia non si conformi al parere motivato, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia delle Comunità europee.
La Commissione ha emesso un parere motivato (seconda e ultima fase della procedura di infrazione) nei confronti dell'Italia, in quanto la legislazione nazionale in vigore in materia di valutazione di impatto ambientale esclude gli impianti per il recupero dei rifiuti, che possono operare in base a un regime autorizzatorio semplificato.
Questa esenzione, entrata in vigore nel 1999, è ritenuta dalla Commissione in contrasto con la direttiva VIA per due motivi; in primo luogo in quanto esclude l'obbligo di effettuare una valutazione di impatto ambientale per progetti che normalmente dovrebbero essere sempre sottoposti a VIA (progetti dell'allegato I) e in secondo luogo in quanto dispensa dall'obbligo di effettuare un'analisi preliminare per stabilire se determinati progetti che possono avere un impatto ambientale significativo (progetti dell'allegato II) debbano essere sottoposti a valutazione.
La commissione ha rilevato che per effetto della legislazione attualmente in vigore, vari impianti per il recupero dei rifiuti hanno ottenuto l'autorizzazione pur non rispettando le disposizioni della direttiva VIA. Nella lettera inviata alle autorità italiane la Commissione manifesta le sue perplessità sia, in generale, sulla legislazione italiana in materia di VIA sia, più specificamente, sulla mancata valutazione di impatto ambientale in relazione ad un progetto specifico riguardante un inceneritore per il combustibile da rifiuti e la biomassa ubicato a Massafra (Taranto).
Qualora l’Italia non si conformi al parere motivato, la Commissione può decidere di adire la Corte di giustizia delle Comunità europee.
I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.