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Il lavoro precario nuoce alla salute?
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Chiede la collaborazione dei lavoratori l’iniziativa, condotta dall’Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di Lavoro dell’Ausl di Bologna, per valutare quali eventuali impatti sulla salute possa provocare la condizione di lavoro precario.
Nella letteratura internazionale vi sono studi che indicano come lo stato di insicurezza lavorativa possa influire negativamente sulla stato di salute dei lavoratori temporanei (es. ansia, stress).
Da qui l’attenzione nei confronti di questo tema, dal momento che sul territorio regionale l’ingresso nel mondo del lavoro avviene spesso attraverso modalità di lavoro precario.
Altra ragione risiede nel fatto che a livello regionale è stata evidenziata una accentuazione del fenomeno infortunistico tra i lavoratori precari.
Lo studio sarà basato sulle risposte di un questionario inviato alle oltre 4000 persone (su una popolazione lavorativa di 100mila persone) che nel 2003 hanno lavorato in imprese della provincia di Bologna con le seguenti tipologie contrattuali, secondo la denominazioni pre-riforma Biagi,:
-lavoro interinale (somministrazione lavoro)
-lavoro a tempo determinato
-co.co.co (ora lavoro a progetto)
-contratti di formazione lavoro (ora inserimento lavorativo).
Il questionario, la cui compilazione richiede circa 10 minuti, ha l’obiettivo di rilevare se vi siano state modificazione nello stato di salute o modificazione delle abitudini comportamentali nei lavoratori precari.
Una prima elaborazione dei dati rilevati è attesa nel mese di marzo.
Chiede la collaborazione dei lavoratori l’iniziativa, condotta dall’Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza negli ambienti di Lavoro dell’Ausl di Bologna, per valutare quali eventuali impatti sulla salute possa provocare la condizione di lavoro precario.
Nella letteratura internazionale vi sono studi che indicano come lo stato di insicurezza lavorativa possa influire negativamente sulla stato di salute dei lavoratori temporanei (es. ansia, stress).
Da qui l’attenzione nei confronti di questo tema, dal momento che sul territorio regionale l’ingresso nel mondo del lavoro avviene spesso attraverso modalità di lavoro precario.
Altra ragione risiede nel fatto che a livello regionale è stata evidenziata una accentuazione del fenomeno infortunistico tra i lavoratori precari.
Lo studio sarà basato sulle risposte di un questionario inviato alle oltre 4000 persone (su una popolazione lavorativa di 100mila persone) che nel 2003 hanno lavorato in imprese della provincia di Bologna con le seguenti tipologie contrattuali, secondo la denominazioni pre-riforma Biagi,:
-lavoro interinale (somministrazione lavoro)
-lavoro a tempo determinato
-co.co.co (ora lavoro a progetto)
-contratti di formazione lavoro (ora inserimento lavorativo).
Il questionario, la cui compilazione richiede circa 10 minuti, ha l’obiettivo di rilevare se vi siano state modificazione nello stato di salute o modificazione delle abitudini comportamentali nei lavoratori precari.
Una prima elaborazione dei dati rilevati è attesa nel mese di marzo.
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