I dati dell’incendio alla De’Longhi di Treviso
Le possibili conseguenze dell’incendio di vaste proporzioni che è divampato il 18 aprile 2007 nello stabilimento della De’Longhi a Treviso sono continuamente tenute sotto controllo dall’Arpa del Veneto, che ha reso disponibile on line una relazione tecnica con l’aggiornamento della situazione al 2 maggio.
Le prime informazioni sullo stabilimento De’Longhi escludevano la presenza di grandi depositi di sostanze (cloro e plastiche, oli combustibili, etc.) che avrebbero potuto dar origine a grandi quantità di IPA (idrocarburi policiclici aromatici), sostanze clorurate e diossine o composti dioxin-like. Era tuttavia possibile che con l’incendio della De’Longhi, così come accade in qualsiasi incendio, si sarebbero prodotte diossine e IPA.
È noto infatti che le diossine sono normalmente prodotte negli incendi data sia la presenza ubiquitaria (su terreni, biomasse, tetti, aria) di cloro, sia per la presenza, certa, nell’azienda incendiata di quantità, anche se piccole, di plastiche con cloro.
Dalla nota diffusa dalla De’Longhi, i materiali presenti in azienda all’atto dell’incendio dovrebbero essere in maggioranza polipropilene (20%), ABS (38%) e Nylon (22%).
Nella relazione, il Dipartimento di Prevenzione dell'Azienda Ulss 9 di Treviso “valuta che le ulteriori analisi riportate in questo rapporto, permettono di confermare quanto comunicato il giorno 28 aprile, infatti queste si inseriscono coerentemente con gli altri dati già disponibili, che hanno permesso di inquadrare l'evento come un incendio di grandi dimensioni che ha interessato uno stabilimento industriale senza però il coinvolgimento di sostanze pericolose.”
“Una prima valutazione delle diossine nel cotico erboso, complessivamente presenti in quantità modeste, permettono di confermare la ridotta emissione di queste sostanze in occasione dell'incendio. La concentrazione di diossine presenti non costituisce, in nessun punto, un pericolo per l'esposizione diretta (contatto o inalazione) dell'uomo, né i dati attuali dimostrano che esista un pericolo per l'uomo attraverso un accumulo lungo la catena alimentare.”
I monitoraggi ambientali proseguiranno comunque al fine di completare le valutazioni nelle zone più limitrofe all'evento.
Sono state effettuate anche analisi nelle verdure rilevando che “le concentrazioni di IPA rilevati sono ben al di sotto del tenore massimo ammissibile per l'alimentazione dei lattanti secondo il regolamento (CE) N. 1881/2006 della Commissione del 19 dicembre 2006 pari a 1 microgrammo/Kg di prodotto fresco.”
La relazione ribadisce comunque “la raccomandazione di lavare le verdure data l'evidenza scientifica (documento di esperti EC SCF/CS/CNTM/PAH/29FINAL del 4 dicembre 2002) dell'efficacia del lavaggio dei vegetali per rimuovere l'eventuale presenza anche in tracce degli IPA."
Nella relazione sono trattati:
- Descrizione generale stabilimento
- Descrizione dell’evento e delle condizioni meteo e matrici ambientali
- Intervento di emergenza
- Azioni di monitoraggio ARPAV in aria
- Monitoraggio dell’ eventuale presenza di fibre di amianto
- Azioni di monitoraggio ARPAV in acqua
- Monitoraggio sul cotico erboso
- Monitoraggio aria ambiente sulle scuole
- Monitoraggio sulle verdure
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