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Frutta piu’ inquinata della verdura

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

28/05/2007

I risultati dell’indagine annuale 2006 di Legambiente “pesticidi nel piatto” sulla presenza di residui chimici sull'ortofrutta. Più a rischio le mele.

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È stato presentato in questi giorni il dossier “Pesticidi nel piatto 2007” di Legambiente sulla presenza di residui chimici sull'ortofrutta realizzato sulla base dei dati forniti dai laboratori pubblici provinciali e regionali relativi alle analisi condotte nel corso del 2006.

Nel dettaglio, i campioni di prodotti ortofrutticoli e derivati analizzati nel corso del 2006 dai laboratori pubblici provinciali o regionali sono 10.493, con un aumento delle analisi effettuate pari a ben il 13% in più rispetto all’anno precedente. Anche quest’anno, risulta molto vario il comportamento delle regioni rispetto al numero di analisi effettuate e ai principi attivi ricercati, con il Molise che dichiara proprio di non svolgere le analisi.

Va sottolineato che la normativa vigente non considera ancora la questione del multiresiduo: la presenza contemporanea, entro i limiti di legge, di più principi attivi su uno stesso prodotto. Così, tra i campioni regolari, è da segnalare una fragola analizzata in Sicilia, che detiene il record di sostanze ritrovate con ben 8 principi attivi.

In generale, la percentuale dei campioni irregolari di prodotti ortofrutticoli (cioè fuori legge per superamento dei limiti di concentrazione di residuo chimico o per uso di pesticidi non autorizzati) rimane invariata rispetto allo scorso anno (1,3%), e i campioni con più di un residuo diminuiscono leggermente (con un calo del 1,7 % rispetto alle percentuali dell’indagine del 2006).

Il rapporto registra un lento ma graduale miglioramento, a testimonianza della maggiore attenzione da parte degli operatori agricoli alla salubrità dei cibi e alle richieste dei consumatori, sempre più favorevoli ai prodotti provenienti da un’agricoltura di qualità.

Per quanto riguarda la tipologia di prodotto più a rischio, è la frutta la “regina dei fitofarmaci”, in misura maggiore rispetto alle verdure.

Solo la metà dei campioni di frutta (54%) è infatti esente da residui di pesticidi, mentre i campioni decisamente irregolari si attestano sull’1,7%. Eclatante è il caso delle mele, frutto associato tradizionalmente alla salute, di cui solo il 39% è esente da pesticidi; il 30% dei campioni analizzati presenta più di un principio attivo e addirittura il 3,6% risulta irregolare. Su 253 campioni di uva analizzati poi, 3 risultano irregolari (1,2%), 80 regolari senza residuo (31,6%), 53 regolari con un residuo (21%) e ben 117 (pari al 46,2%) contaminati da più di un residuo.

Anche il 20% dei prodotti derivati risulta contaminato da uno o più principi attivi: un dato particolarmente significativo se si pensa che tra questi compaiono proprio quei prodotti tipici del made in Italy (come l’olio e il vino) e alcuni tra gli alimenti preferiti dai bambini come succhi di frutta e omogeneizzati.

Oltre l’84% delle verdure analizzate risulta, invece, regolare e privo di residui chimici, il 15% presenta uno o più residui e l’1% è proprio irregolare.

La scomparsa delle api
Purtroppo aumentano anche le evidenze scientifiche dei danni all’ambiente e all’organismo umano causati dall’abuso o uso improprio dei pesticidi.

I rappresentanti degli apicoltori sono infatti preoccupati per l’aumento del fenomeno della moria delle api, principali indicatori degli squilibri ambientali, a causa della diffusione di alcuni fitofarmaci sistemici in agricoltura.

I fitofarmaci in causa sono quelli contenenti molecole neonicotinoidi, che sin dalla loro introduzione in agricoltura in Francia, nel 1991, hanno espresso effetti letali sulle api, determinando dei pronunciamenti giudiziari che, in osservanza al principio di precauzione, hanno vietato l’uso di questi pesticidi su molte colture.

“Sarebbe un errore - ha dichiarato il presidente dell’UNAAPI (Unione nazionale associazioni apicoltori italiani), – pensare alla moria delle api come a un problema solo per gli insetti o per gli apicoltori. Le api rappresentano infatti un sensibile indicatore di ben più rilevanti conseguenze all’insieme dell’equilibrio ambientale. E se un pesticida può risultare così dannoso per l’ape, riteniamo debbano essere approfonditi anche tutti i potenziali effetti sull’intera catena alimentare e quindi sull’uomo.”

I pesticidi tra le possibili cause dell’endometriosi e dell’infertilità.
Anche l’Associazione Italiana Endometriosi da tempo denuncia i collegamenti sempre più evidenti tra la presenza di pesticidi e la diffusione di questa malattia che in Italia interessa il 4% dei 10.000 ricoveri femminili annui.Alcuni princîpi attivi presenti nei pesticidi, sostanze bioaccumulabili e persistenti nell’ambiente, sono infatti conosciuti per la loro attività di distruttori endocrini. È per questo motivo che aumentano le ragioni di chi lega l’endometriosi all’esposizione ai pesticidi, che arrivano nel nostro organismo principalmente attraverso l’alimentazione.

L’endometriosi è una malattia spesso dolorosa (60 % dei casi circa) fino a diventare anche invalidante per le donne che ne sono affette. In Italia è una patologia che interessa il 4% dei 10.000 ricoveri femminili annui. In tutto il mondo, l’endometriosi colpisce circa 89 milioni di donne e ragazze, senza distinzioni etniche o sociali. In queste donne l’incidenza di allergie, asma e sensibilità a sostanze chimiche è più alta rispetto al resto della popolazione ed inoltre le donne affette da endometriosi sono più a rischio per quanto riguarda le malattie autoimmuni e per alcuni tipi di cancro.

“La correlazione tra le diossine i composti diossina-simili e alcuni principi contenuti nei fitofarmaci più utilizzati, da una parte, e l'endometriosi, dall'altra, è stata dimostrata finora su modelli animali, tanto che, prima l'OMS nel 1998 e poila Scientific Commitee on Food dell'Unione Europea nel 2000, hanno incluso l'endometrio tra gli obiettivi più sensibili a questo tipo di inquinanti”, ha dichiarato il presidente della AIE (Associazione Italiana Endometriosi).

 

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