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Fanghi di depurazione: Italia inadempiente sugli obblighi di informazione
Ai sensi dell'art. 226 del Trattamento Ce, la Commissione europea ha emesso un parere motivato in merito all'inadempienza dell'Italia sugli obblighi di informazione relativi all'impiego dei fanghi di depurazione e dei fertilizzanti organici in agricoltura.
Se non adeguatamente trattati, i fanghi di depurazione e i fertilizzanti organici possono, infatti, arrecare danni all'ambiente e alla salute, attraverso un accumulo di metalli pesanti nel terreno.
In base alla direttiva 86/278/Cee relativa alla "Protezione dell'ambiente, in particolare del suolo, nell'utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura", l'Italia è risultata inadempiente per la mancata comunicazione delle informazioni specifiche sull'impiego dei fanghi di depurazione, obbligatoria ogni tre anni, e per l'assenza di un valido sistema di registrazione di alcuni dati specificati dalla direttiva stessa.
L'Italia aveva già ricevuto un primo sollecito nel novembre 2000, per l'incompletezza dei dati relativi alla quantità dei fanghi prodotti e distribuiti per lo spandimento sul suolo agricolo.
La Ue ha sottolineato l'importanza di queste adempienze, per non compromettere la stessa fiducia nell'utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura.
Il commissario per l'ambiente Margot Wallstrom ha affermato in proposito: "Considerate le attuali discussioni sulla qualità dei prodotti alimentari, dobbiamo avere la certezza di disporre di informazioni corrette e dei giusti controlli sull'uso dei fanghi di depurazione in agricoltura…Tutti gli stati membri hanno approvato la direttiva in questione e tutti gli stati membri dovrebbero adempiere ai loro impegni".
Se non adeguatamente trattati, i fanghi di depurazione e i fertilizzanti organici possono, infatti, arrecare danni all'ambiente e alla salute, attraverso un accumulo di metalli pesanti nel terreno.
In base alla direttiva 86/278/Cee relativa alla "Protezione dell'ambiente, in particolare del suolo, nell'utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura", l'Italia è risultata inadempiente per la mancata comunicazione delle informazioni specifiche sull'impiego dei fanghi di depurazione, obbligatoria ogni tre anni, e per l'assenza di un valido sistema di registrazione di alcuni dati specificati dalla direttiva stessa.
L'Italia aveva già ricevuto un primo sollecito nel novembre 2000, per l'incompletezza dei dati relativi alla quantità dei fanghi prodotti e distribuiti per lo spandimento sul suolo agricolo.
La Ue ha sottolineato l'importanza di queste adempienze, per non compromettere la stessa fiducia nell'utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura.
Il commissario per l'ambiente Margot Wallstrom ha affermato in proposito: "Considerate le attuali discussioni sulla qualità dei prodotti alimentari, dobbiamo avere la certezza di disporre di informazioni corrette e dei giusti controlli sull'uso dei fanghi di depurazione in agricoltura…Tutti gli stati membri hanno approvato la direttiva in questione e tutti gli stati membri dovrebbero adempiere ai loro impegni".
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