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Elettrosmog: il processo contro Radio Vaticana non si fara'
Il processo contro Radio Vaticana per presunto inquinamento elettromagnetico non si farà.
Questo il verdetto emesso dal giudice del tribunale di Roma Andrea Calabria, che ha stabilito l'impossibilità a procedere per difetto di giurisdizione.
Secondo il magistrato Radio Vaticana non è processabile in quanto, sulla base dell'art.11 dei Patti Lateranensi, esente da ingerenza da parte dello Stato essendo compresa negli enti centrali della Chiesa Cattolica.
Alla notizia del mancato processo per i tre rappresentanti di Radio Vaticana imputati per ''getto pericoloso di cose'', l'accusa non ha potuto fare altro che annunciare il ricorso in Cassazione.
Il verdetto emesso chiude una vicenda aperta con l'inchiesta avviata da parte della Procura di Roma nell'aprile 2000 (si vedano i numeri 298, 322, 341 di PuntoSicuro), che ha portato alla misurazione delle emissioni elettromagnetiche delle stazioni di Radio Vaticana risultate nell'aprile 2001 decisamente superiori ai 6 volt/metro ammessi dalla legislazione italiana.
Nei pressi di Cesano, in particolare, l'Anpa (Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente) aveva rilevato valori di elettrosmog sette volte superiori ai limiti previsti dalla normativa e l'emittente si era impegnata a dimezzare le ore di trasmissione da 14 a 7 e ad adeguare le emissioni a quanto disposto dalla legge.
La direzione dell'emittente, da parte sua, ha espresso soddisfazione in seguito al verdetto, e ha assicurato che "L'auspicata e opportuna conclusione della causa penale non significa in alcun modo che la Radio Vaticana cesserà di adottare le misure precauzionali intese a venire incontro alle preoccupazioni della popolazione in campo sanitario ed ambientale, misure attuate in accordo con le autorità italiane".
Questo il verdetto emesso dal giudice del tribunale di Roma Andrea Calabria, che ha stabilito l'impossibilità a procedere per difetto di giurisdizione.
Secondo il magistrato Radio Vaticana non è processabile in quanto, sulla base dell'art.11 dei Patti Lateranensi, esente da ingerenza da parte dello Stato essendo compresa negli enti centrali della Chiesa Cattolica.
Alla notizia del mancato processo per i tre rappresentanti di Radio Vaticana imputati per ''getto pericoloso di cose'', l'accusa non ha potuto fare altro che annunciare il ricorso in Cassazione.
Il verdetto emesso chiude una vicenda aperta con l'inchiesta avviata da parte della Procura di Roma nell'aprile 2000 (si vedano i numeri 298, 322, 341 di PuntoSicuro), che ha portato alla misurazione delle emissioni elettromagnetiche delle stazioni di Radio Vaticana risultate nell'aprile 2001 decisamente superiori ai 6 volt/metro ammessi dalla legislazione italiana.
Nei pressi di Cesano, in particolare, l'Anpa (Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente) aveva rilevato valori di elettrosmog sette volte superiori ai limiti previsti dalla normativa e l'emittente si era impegnata a dimezzare le ore di trasmissione da 14 a 7 e ad adeguare le emissioni a quanto disposto dalla legge.
La direzione dell'emittente, da parte sua, ha espresso soddisfazione in seguito al verdetto, e ha assicurato che "L'auspicata e opportuna conclusione della causa penale non significa in alcun modo che la Radio Vaticana cesserà di adottare le misure precauzionali intese a venire incontro alle preoccupazioni della popolazione in campo sanitario ed ambientale, misure attuate in accordo con le autorità italiane".
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