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Dissesto idrogeologico: la rinaturazione dei fiumi ''imbrigliata'' dalla burocrazia
Il 13 dicembre si è svolto a Piacenza il convegno "Un futuro per il Po-dall'emergenza alla rinaturazione" organizzato dal WWF Italia e dai Giovani Imprenditori di Confindustria. (Si veda n.672 di PuntoSicuro).
Le conclusioni del convegno sono state sintetizzate in un comunicato stampa che di seguito riportiamo.
Una "corsia preferenziale" per avviare progetti di rinaturazione lungo i fiumi con strumenti tecnici che accelerino l'iter burocratico e verifichino che i progetti vadano verso l'interesse pubblico. Redazione di una Direttiva specifica, cosi come previsto dal Piano di assetto idrogeologico del Po, e istituzione di una Commissione per la Rinaturazione formata da tecnici ed esperti indicati anche dai parchi.
Sono queste alcune proposte presentate a Piacenza nel corso del Convegno "Un futuro per il Po-dall'emergenza alla rinaturazione" organizzato dal WWF Italia e i Giovani Imprenditori di Confindustria che, insieme a Coldiretti Lombardia, hanno sottoscritto un anno fa il primo PATTO PER I FIUMI.
Le 3 associazioni hanno infatti realizzato un "Check Up" su 17 progetti di "riqualificazione fluviale e rinaturazione" tra i piu significativi, realizzati lungo il Po e i suoi principali affluenti (Oglio, Ticino, Trebbia, Taro, Lambro). Dal Check Up e' stato evidenziato il problema principale: la mancanza di normative chiare per la realizzazione di interventi di rinaturazione allunga i tempi della loro approvazione.
La semplificazione delle procedure, in atto su alcuni settori chiave con grave pericolo per la tutela ambientale, non viene invece applicata proprio quando servirebbe alla causa dell'ambiente e della sicurezza del territorio. Le lungaggini burocratiche, quindi, frenano gli interventi per far fronte in modo strutturale a quella che tutti definiscono come una vera e propria emergenza.
E' necessario snellire i passaggi (oggi servono almeno 4-5 pareri e autorizzazioni) garantendo tempi di risposta ragionevoli soprattutto perche' si tratta di azioni rivolte ad un interesse pubblico, qual'e la messa in sicurezza di un tratto di fiume.
"Le disastrose alluvioni di questi ultimi anni hanno evidenziato la necessita di gestire i fiumi puntando su progetti che riqualifichino l'ambiente e il paesaggio, tutelino la biodiversita e ripristinino la continuita ambientale, tutti aspetti riassunti con il termine di rinaturazione, per ripristinare gli equilibri idrogeologici ed ambientali come indicato dal Piano di bacino del Po - ha dichiarato Fulco Pratesi Presidente WWF Italia - Si tratta di opere destinate a riattivare le lanche (rami morti dei fiumi), riforestare, ridurre la pendenza con interventi di ingegneria naturalistica".
"Una delle cause di 'allungamento' dei tempi di risposta risiede nelle modalita di uso dei terreni demaniali: nonostante il passaggio di queste aree dallo Stato alle Regioni non e chiaro ancora come utilizzare questi terreni. Sebbene le Regioni siano competenti al rilascio delle concessioni, queste non hanno ancora attivato le procedure per svolgere queste funzioni cosi le pratiche
giacciono presso i loro uffici. L'Agenzia del Demanio (Patrimonio SpA) e competente al rilascio delle concessioni su demanio idrico (aree classificate tra l'altro come Patrimonio dello Stato) ma sembra non ci sia l'accordo tra i due soggetti sull'appartenenza delle singole aree demaniali. Infine, il canone annuo relativo alla concessioni, che su interventi di questo tipo non viene richiesto dagli enti pubblici, viene invece richiesto dall'Agenzia del Demanio, pur trattandosi di progetti tesi alla salvaguardia ambientale ben lontani da qualunque ipotesi speculativa" ha dichiarato Andrea Agapito Ludovici responsabile fiumi WWF Italia.
Uno dei casi citati nel Check Up delle 3 Associazioni riguarda un intervento proposto dal Parco Colombano di Suzzara dove la prima risposta ad una richiesta di concessione di aree demaniali per interventi di rinaturazione e arrivata dopo ben 5 anni. Il fatto grave e che a causa di queste difficolta molti Comuni hanno abbandonato ogni ipotesi di progetto.
Le proposte di WWF Italia e i Giovani Imprenditori di Confindustria vogliono fare chiarezza tra i veri interventi di rinaturazione e quelli che in realta' sono altri tipi di attivita' cammuffate.
"Con il patto per i Fiumi vogliamo proporre anche l'applicazione di azioni di Project financing applicato, in questo caso, ad opere di interesse pubblico secondo una formula che consenta la costruzione e gestione privata dell'opera fino al recupero dell'investimento iniziale trasferendola successivamente all'Amministrazione competente (BOT-Build-operating and transfer).
Questo e' gia' avvenuto. Alcuni Parchi hanno favorito la riqualificazione ambientale attraverso il contributo di operatori privati, senza utilizzare fondi pubblici (e' il caso del Parco Alessandrino Vercellese) " ha dichiarato Claudio Bassanetti dei Giovani Imprenditori di Confindustria.
Le conclusioni del convegno sono state sintetizzate in un comunicato stampa che di seguito riportiamo.
Una "corsia preferenziale" per avviare progetti di rinaturazione lungo i fiumi con strumenti tecnici che accelerino l'iter burocratico e verifichino che i progetti vadano verso l'interesse pubblico. Redazione di una Direttiva specifica, cosi come previsto dal Piano di assetto idrogeologico del Po, e istituzione di una Commissione per la Rinaturazione formata da tecnici ed esperti indicati anche dai parchi.
Sono queste alcune proposte presentate a Piacenza nel corso del Convegno "Un futuro per il Po-dall'emergenza alla rinaturazione" organizzato dal WWF Italia e i Giovani Imprenditori di Confindustria che, insieme a Coldiretti Lombardia, hanno sottoscritto un anno fa il primo PATTO PER I FIUMI.
Le 3 associazioni hanno infatti realizzato un "Check Up" su 17 progetti di "riqualificazione fluviale e rinaturazione" tra i piu significativi, realizzati lungo il Po e i suoi principali affluenti (Oglio, Ticino, Trebbia, Taro, Lambro). Dal Check Up e' stato evidenziato il problema principale: la mancanza di normative chiare per la realizzazione di interventi di rinaturazione allunga i tempi della loro approvazione.
La semplificazione delle procedure, in atto su alcuni settori chiave con grave pericolo per la tutela ambientale, non viene invece applicata proprio quando servirebbe alla causa dell'ambiente e della sicurezza del territorio. Le lungaggini burocratiche, quindi, frenano gli interventi per far fronte in modo strutturale a quella che tutti definiscono come una vera e propria emergenza.
E' necessario snellire i passaggi (oggi servono almeno 4-5 pareri e autorizzazioni) garantendo tempi di risposta ragionevoli soprattutto perche' si tratta di azioni rivolte ad un interesse pubblico, qual'e la messa in sicurezza di un tratto di fiume.
"Le disastrose alluvioni di questi ultimi anni hanno evidenziato la necessita di gestire i fiumi puntando su progetti che riqualifichino l'ambiente e il paesaggio, tutelino la biodiversita e ripristinino la continuita ambientale, tutti aspetti riassunti con il termine di rinaturazione, per ripristinare gli equilibri idrogeologici ed ambientali come indicato dal Piano di bacino del Po - ha dichiarato Fulco Pratesi Presidente WWF Italia - Si tratta di opere destinate a riattivare le lanche (rami morti dei fiumi), riforestare, ridurre la pendenza con interventi di ingegneria naturalistica".
"Una delle cause di 'allungamento' dei tempi di risposta risiede nelle modalita di uso dei terreni demaniali: nonostante il passaggio di queste aree dallo Stato alle Regioni non e chiaro ancora come utilizzare questi terreni. Sebbene le Regioni siano competenti al rilascio delle concessioni, queste non hanno ancora attivato le procedure per svolgere queste funzioni cosi le pratiche
giacciono presso i loro uffici. L'Agenzia del Demanio (Patrimonio SpA) e competente al rilascio delle concessioni su demanio idrico (aree classificate tra l'altro come Patrimonio dello Stato) ma sembra non ci sia l'accordo tra i due soggetti sull'appartenenza delle singole aree demaniali. Infine, il canone annuo relativo alla concessioni, che su interventi di questo tipo non viene richiesto dagli enti pubblici, viene invece richiesto dall'Agenzia del Demanio, pur trattandosi di progetti tesi alla salvaguardia ambientale ben lontani da qualunque ipotesi speculativa" ha dichiarato Andrea Agapito Ludovici responsabile fiumi WWF Italia.
Uno dei casi citati nel Check Up delle 3 Associazioni riguarda un intervento proposto dal Parco Colombano di Suzzara dove la prima risposta ad una richiesta di concessione di aree demaniali per interventi di rinaturazione e arrivata dopo ben 5 anni. Il fatto grave e che a causa di queste difficolta molti Comuni hanno abbandonato ogni ipotesi di progetto.
Le proposte di WWF Italia e i Giovani Imprenditori di Confindustria vogliono fare chiarezza tra i veri interventi di rinaturazione e quelli che in realta' sono altri tipi di attivita' cammuffate.
"Con il patto per i Fiumi vogliamo proporre anche l'applicazione di azioni di Project financing applicato, in questo caso, ad opere di interesse pubblico secondo una formula che consenta la costruzione e gestione privata dell'opera fino al recupero dell'investimento iniziale trasferendola successivamente all'Amministrazione competente (BOT-Build-operating and transfer).
Questo e' gia' avvenuto. Alcuni Parchi hanno favorito la riqualificazione ambientale attraverso il contributo di operatori privati, senza utilizzare fondi pubblici (e' il caso del Parco Alessandrino Vercellese) " ha dichiarato Claudio Bassanetti dei Giovani Imprenditori di Confindustria.
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