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Ambiente "dilapidato"

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

22/10/2004

Consumiamo il 20% in più di ciò che la terra può produrre. Lo afferma il "Living Planet Report 2004".

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L’uomo dilapida il patrimonio naturale più rapidamente di quanto si possa rigenerare. Utilizza infatti annualmente il 20% in più delle risorse naturali che la terra può produrre; dando così fondo progressivamente anche alle risorse che madre natura faticosamente e lentamente “accantona”.
Un vero e proprio “debito ecologico” dal quale non è facile “rientrare”.

Questa la situazione prospettata dal “Living Planet Report 2004”, rapporto che ogni biennio viene pubblicato dal WWF internazionale, in collaborazione con World Conservation Monitoring Centre del Programma Ambiente delle Nazioni Unite – UNEP – con il Global Footprint Network.

Due gli indici principali considerati nella ricerca, l'”Indice del Pianeta Vivente”, ovvero l’indicatore che misura i trend globali delle specie selvatiche al mondo, e l’”impronta ecologica”, che valuta l’impatto dell’umanità sulla terra (ettari produttivi in rapporto alla popolazione).

L’indice del Pianeta vivente, a fronte di studi sulle tendenze di più di mille specie, rivela che dal 1970 al 2000 le popolazioni terrestre e marina di alcune specie chiave è calata del 30%, mentre quelle delle popolazioni di acqua dolce sono cadute del 50%. Il WWF interpreta questa come una conseguenza diretta della crescente domanda umana per cibo, fibre, energia e acqua.

L’”impronta ecologica” è aumentata di circa di due volte e mezza dal 1961; l’ultimo rapporto ritiene che l’impronta media è di 2.2 ettari per persona mentre per ogni persona ci sono solo 1.8 ettari di terra che forniscono risorse naturali. Questo risultato si ottiene dividendo i 11.3 miliardi di ettari produttivi di terra e di mare per i 6.3 miliardi persone che vivono sul pianeta.

“Particolarmente allarmante –rivela il WWF- è la nostra impronta energetica, […]. Questa è la più veloce componente di crescita dell'impronta ecologica: lo sfruttamento delle risorse energetiche è aumentato di circa il 700% tra 1961 e 2001”

E’ stata, quindi, sottolineata con forza l’urgenza di attuare misure per ridurre questo spreco; anche perché nel futuro, sottolinea il rapporto, la pressione sulle risorse naturali aumenterà inevitabilmente con lo sviluppo delle regioni in via di sviluppo.
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