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Inquinamento atmosferico da…cocaina

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Alcol e droghe

01/06/2007

Il CNR rileva tracce di droga nell’aria di alcuni quartieri della Capitale. I risultati della ricerca.

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Oltre all’inquinamento da polveri sottili arriva quello da…cocaina.
Un gruppo di ricerca dell'Istituto sull'inquinamento atmosferico (Iia) del Consiglio Nazionale delle Ricerche ha messo in evidenza, per la prima volta nel mondo, la presenza di cocaina nel particolato sospeso dell'atmosfera delle città.

La ricerca, coordinata dal dott. Angelo Cecinato,  si inquadra nel contesto più ampio della valutazione di composti tossici presenti nel materiale particolato.
Le rilevazioni sono state condotte in due aree urbane italiane (Roma e Taranto) e ad Algeri.
“Le concentrazioni più elevate di cocaina sono state riscontrate al centro di Roma e specialmente nell'area dell'Università La Sapienza, anche se” precisa Cecinato “a causa del limitato numero di misure eseguite non si può dire con certezza che il quartiere universitario sia quello più inquinato da cocaina. Né possiamo affermare tout court che vi siano più diffusi il consumo e/o lo smercio di droghe: le cause di questa concentrazione sono tutte da indagare”.

I risultati hanno evidenziato, oltre alla presenza di cocaina quella di cannabinolo (il principale componente attivo di marijuana e hashish)e altre droghe, anche se meno dannose, come nicotina e caffeina.
Nelle rilevazioni è stata evidenziata anche la presenza di sostanze tossiche conosciute, tra le quali il benzopirene C20H12, un idrocarburo cancerogeno presente nel fumo di sigaretta, negli scarichi degli autoveicoli e nelle emissioni da combustione.

Oltre alla zona del centro di Roma, tracce di varie sostanze stupefacenti – cocaina e cannabinolo – sono state osservate anche in aree extraurbane e nei parchi cittadini, dove sembrano più alte che nelle strade di traffico. La cocaina appare in concentrazioni molto più basse nella città di Taranto, mentre risulta assente ad Algeri.
Al contrario, nicotina e caffeina risultano presenti in tutte le aree studiate, “dimostrando l’estrema diffusione del consumo di queste sostanze e la loro permanenza nell’aria ambiente”, spiega Cecinato.

Le concentrazioni massime della cocaina in aria (a Roma, circa 0,1 nanogrammi per metro cubo) si raggiungono nei mesi invernali, “probabilmente per la più frequente e intensa stabilità atmosferica, ossia a causa dell’inversione termica al suolo che ‘blocca’ le emissioni d’inquinanti nei più bassi strati dell’atmosfera, impedendone la dispersione”.

Tali concentrazioni “sono appena cinque volte inferiori ai limiti stabiliti per legge per una sostanza ampiamente riconosciuta come tossica quale è appunto il benzopirene.”

La compresenza di polveri sottili e di sostanze tossiche comporta gravi rischi per la salute della popolazione.
“Il particolato sospeso, meglio conosciuto con il termine PM10 […]”, spiega il direttore dell’Iia-Cnr, Ivo Allegrini, “è già di per sé motivo di grande preoccupazione […] in quanto è ben documentato che anche piccole concentrazioni in aria di questo inquinante causano gravi danni alla salute. Quando il particolato è accompagnato da composti tossici per l’uomo, l’entità della sua presenza e le sue proprietà chimiche diventano importanti dal punto di vista epidemiologico e sociale, sì da travalicare il mero aspetto del controllo generico delle fonti di emissione”. Normalmente, tali fonti sono identificate nel traffico veicolare, nel riscaldamento domestico, oppure in particolari insediamenti industriali. “Accanto a inquinanti sopravvalutati, convivono in aria composti complessivamente più pericolosi, completamente trascurati”.

 


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