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SGSL: convenienza, efficacia, gestione e certificazione

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: SGSL, MOG, dlgs 231/01

20/05/2011

Un documento affronta la definizione di un sistema di gestione con riferimento all’efficacia nel ridurre gli infortuni, ai modelli gestionali presenti nelle linee guida, alle varie fasi applicative, alla verifica degli obiettivi e alla certificazione.


Milano, 20 Mag - Abbiamo già presentato nei giorni scorsi un documento, a cura della Dr.ssa Silvana Toriello, dal titolo “ Sistemi di gestione per la sicurezza nei luoghi di lavoro e responsabilità amministrativa nelle imprese”, pubblicato sul sito dell’ Osservatorio Giuridico “LaPrevidenza.it”.
 
Sul sito dell’Osservatorio sono stati pubblicati altri contributi di Silvana Toriello, esperta in materia di obbligo assicurativo Inail e collaboratrice di diverse associazioni e riviste, ad esempio il documento dal titolo “Che cosa è un SGSL” che, continuando quanto scritto sul nesso tra l’esenzione da responsabilità amministrativa d’impresa e l’adozione di specifici modelli organizzativi, affronta il tema dell’SGSL “utile anche ai fini della riduzione del premio Inail resa più appetibile a oggi dal DM del 3.12.2010 di riscrittura a tariffa vigente dell’art. 24 del DM.12.12.2000”.
 
Più volte PuntoSicuro si è occupata dei sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro, sistemi per i quali “la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e di terzi eventualmente presenti viene realizzata mediante l’adozione di uno schema organizzativo e procedurale organico, ben strutturato e specifico per ciascuna realtà aziendale”.
Uno strumento volontario (“l’obbligo riguarda solo gli impianti a rischio di incidente rilevante”) che è “parte integrante della gestione aziendale”.
 
Il documento si sofferma sui dati relativi all’andamento infortunistico in Italia, concludendo che gli infortuni calano “ma il livello di attenzione resta alto e con esso l’esigenza di attuare idonee misure di prevenzione che rendano i luoghi di lavoro sicuri”.
Riguardo poi alle malattie professionali ci ricorda che siamo di fronte ad un aumento percentuale a due cifre. A fronte di “una flessione ormai consolidata dei casi mortali, le patologie professionali nel nostro Paese procedono in controtendenza”. Dato che “non va genericamente imputato a un peggioramento delle condizioni di salubrità negli ambienti di lavoro; piuttosto all'emersione del fenomeno e alla maggiore sensibilità verso un problema in precedenza spesso sottovalutato”.
Questa rassegna di dati si conclude ricordando che se esiste un nesso importante “tra la crescita del tasso di innovazione tecnologica dei processi produttivi e la riduzione degli indici di frequenza degli infortuni”, per “contribuire all’abbattimento di detto indice vanno introdotti sistemi organizzativi e gestionali, SGSL per l’appunto, capaci di creare un nesso tra investimenti in tecnologie e complessiva organizzazione aziendale”.
 
In particolare “l’adozione di un SGSL favorendo la riduzione del fenomeno infortunistico favorisce per lo specifico aspetto il complessivo business aziendale. Una recente ricerca condotta dall’INAIL ha evidenziato che l’andamento infortunistico nelle aziende che adottano un SGSL presenta una riduzione del 15,4% nell’ indice di frequenza (If) e del 22% nell’indice di gravità (Ig) rispetto alle aziende che non adottano tale sistema”.


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Dopo una breve storia degli SGSL, la cui origine va cercata “nei sistemi di gestione della qualità oltre che nei sistemi di gestione ambientale”, l’autrice si sofferma sulle varie linee guida prodotte in questi anni. Ad esempio con riferimento alle indicazioni relative alla norma OHSAS 18001, alla OHSAS 18002, alle linee guida dell’ILO sui sistemi di gestione della sicurezza e della salute sul lavoro (ILO-OSH 2001 - Guidelines on occupational safety and health system) che, “benché si applichino a tutti i settori produttivi, risultano particolarmente utili per il settore delle costruzioni in quanto mettono in luce questioni legate al sub-appalto”. Ma si fa riferimento anche alle "Linee Guida per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL)" pubblicate a cura dell’ UNI. E alle linee guida di molti paesi europei che “hanno seguito l’esempio italiano ed hanno pubblicato delle Linee Guida nazionali in materia di SGSL”. Senza dimenticare che “nell’estate del 2007 sono state aggiornate e modificate le OHSAS 18001” e “nel 2008 è stata ripubblicata la OHSAS 18002 che riporta i requisiti specifici dalla OHSAS 18001 e li fa seguire dalla relativa spiegazione”.
 
Dopo questa introduzione il documento ricorda che il modello gestionale delle Linee Guida SGSL si basa, tra le altre cose, sull’impostazione logica data dal “ciclo di Deming” (basato sulla successione ciclica PDCA: Plan, Do, Check e Act), “dalla gestione sistemica e per processi delle organizzazioni, e dall’approccio al miglioramento continuo”. 
 
Si fa poi riferimento ad un documento stilato da Inail e condiviso da Confindustria Udine in cui si ricorda che il ciclo PDCA della sicurezza si articola “secondo quanto segue:
- il “primo obiettivo è acquisire tutte le informazioni e gli elementi necessari per valutare l’effettivo livello di sicurezza, l’adeguatezza degli aspetti gestionali e di controllo dei rischi nello status quo al fine di determinare con chiarezza: quale livello di sicurezza è possibile realizzare, quali sono gli obiettivi raggiungibili, quale è il migliore approccio per raggiungerli, la struttura organizzativa per la gestione della sicurezza;
- si passa poi a confrontare e verificare: il rispetto della legislazione e delle prescrizioni normative nel campo della sicurezza e salute; quali risorse sono dedicate alla gestione e attuazione della sicurezza; se le risorse sono sufficienti ed adeguate; l’esistenza di procedure e documentazioni interne; definire gli obiettivi a breve, medio e lungo termine”.
Inoltre è importante “individuare e tempificare le attività da svolgere per la sicurezza ed i documenti da emettere (cosa fare)”.
Si definisce quindi un “documento programmatico”. Bisogna “definire i compiti, le responsabilità e conferire gli incarichi (chi fa). Definire le procedure, formalizzate e non, per raggiungere gli obiettivi (come si fa). Stabilire i punti di verifica e/o riesame in corrispondenza di determinate fasi del processo gestionale”.
È necessario attivare le risorse per realizzare le attività pianificate.
In particolare il “controllo e l’adozione di misure correttive costituiscono momenti chiave per la verifica dell’efficacia del sistema di gestione, in quanto permettono il riesame di tutti gli elementi del sistema e l’attivazione del feed-back. Bisognerà quindi monitorare e misurare con regolarità le prestazioni del sistema acquisendo tutte le informazioni su infortuni, le non conformità,l’adozione di misure correttive e di misure preventive; identificare, conservare e gestire le registrazioni; stabilire ed effettuare un programma di audit periodici”.
 
E alla luce dei risultati delle procedure di controllo e degli audit di sistema “l’organizzazione dovrà: periodicamente riesaminare il sistema di gestione della sicurezza; assicurare la sua continua adeguatezza e il riesame sistematico; valutare la necessità di eventuali modifiche alla politica, agli obiettivi e a tutti quegli elementi del sistema che, alla luce dei risultati degli audit, si rilevano non conformi”.
Insomma per “dare attuazione alla politica di SSL il SGSL deve integrarsi ed essere congruente con la gestione complessiva dell’azienda”. E “in ogni processo aziendale si dovrebbero determinare non solo i rischi e le conseguenti misure di prevenzione, ma anche l’influenza che lo svolgimento di tale processo ha sulle problematiche di SSL di tutti i processi correlati, sul funzionamento del SGSL e sul raggiungimento degli obiettivi prefissati”.
 
Rimandandovi alla lettura del documento originale, che riporta in modo più esauriente le indicazioni per le aziende, ricordiamo che un SGSL, “come ogni sistema di gestione, dovrebbe prevedere una fase di verifica del raggiungimento degli obiettivi e una fase di verifica della funzionalità del sistema stesso. Si dovrebbero perciò prevedere due livelli di monitoraggio”:
 
- 1° livello: monitoraggio operativo di processo; “svolto da risorse interne della struttura, sia in autocontrollo da parte dell’operatore, sia da parte del preposto. Per aspetti specialistici (ad esempio: verifiche strumentali) può comportare il ricorso ad altre risorse umane interne o esterne all’azienda. Dopo la conclusione del ciclo di monitoraggio interno il vertice aziendale dovrebbe sottoporre a riesame le attività del SGSL”;
- 2° livello: verifica ispettiva interna (audit), verifica raggiungimento obiettivi e verifica funzionamento.
In conclusione del riesame, “oltre a valutare lo stato di conseguimento degli obiettivi già fissati”, la direzione “dovrebbe stabilire nuovi obiettivi, nell’ottica del miglioramento progressivo, considerando l’opportunità di modificare la politica, le procedure o eventuali altri elementi del sistema”.
 
Il documento si conclude dando qualche informazione in merito alla certificazione dei SGSL.
Si ricorda che la “certificazione di un sistema di gestione è un processo volontario secondo il quale una terza parte indipendente, detto organismo di certificazione, ne verifica l'implementazione attuata da un'organizzazione, per accertare che il sistema sia conforme allo standard di gestione che si è deciso di seguire e che si sia in grado di raggiungere gli obiettivi ed opera con efficienza ed efficacia”.
Gli enti di certificazione “possono essere o meno accreditati da un ente nazionale deputato a questo scopo. Dal 2003 e operativo in Italia un regolamento ufficiale per l'accreditamento degli organismi di certificazione dei sistemi di gestione della salute e la sicurezza sul lavoro”.
 
 
 
Dr.ssa Silvana Toriello, “ Che cosa è un SGSL”, documento pubblicato sul sito dell’ Osservatorio Giuridico “LaPrevidenza.it” (formato PDF, 45 kB).
 
 
 
Tiziano Menduto
 


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