La cultura della sicurezza

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Un dato statistico generale, ma ormai generalizzato, indica come il 10-15% degli infortuni avviene per cause tecniche e strutturali mentre l’85-90% degli incidenti trova la causa principale nel comportamento a rischio delle persone. Le soluzioni adottate dal legislatore negli anni ’50 hanno previsto una serie di norme, serie, in direzione di una prevenzione oggettiva: della macchina, degli impianti, delle attrezzature e così via. Sappiamo bene come la grande novità rappresentata dalle direttive europee, recepite nel D.Lgs. 626/94, consiste nell’importanza rilevante che viene data alla prevenzione soggettiva.

Si tratta di una nuova impostazione della problematica sulla sicurezza che prevede obblighi e doveri sia da parte del datore di lavoro che dei singoli lavoratori. L’azienda, che ha attuato la valutazione dei rischi sul lavoro, predispone tutta una serie di misure e di azioni che vanno nella direzione del personale che, considerato come soggetto attivo, deve prendere coscienza del proprio ruolo con i relativi obblighi e diritti.

Con l’entrata in vigore del D. Lgs. 626/94 sulla sicurezza sul luogo di lavoro, una serie di “nuovi soggetti” sono coinvolti nelle azioni dirette alla tutela, alla prevenzione dei rischi ed alla salute dei dipendenti. Si tratta di una legislazione non più solo tecnologica ma partecipativa ed attiva nella gestione della sicurezza sul lavoro.
Con la mostra convegno anteprima 2005 di ExpoSICURAMENTE, che si svolgerà presso la Fiera di brescia il 28 e 29 aprile, questi saranno i temi centrali su cui ruota l’idea ed il significato dell’esposizione.

Si passa dalla “sicurezza oggettiva”, basata solo sulla tecnologia, alla “sicurezza soggettiva”, basata sull’uomo. Infatti la sicurezza oggettiva trascura il fattore umano e pone l’attenzione solo sugli impianti, le macchine, gli utensili e le procedure del lavoro. La sicurezza è concepita in relazione all’utilizzazione del prodotto (al massimo con la stesura di una scheda di norme da seguire). Del resto gli impianti rispondono solo a norme tecniche, anche in caso di protezioni e manutenzioni. Allo stesso tempo la macchina, dalla sua scelta, manutenzione, adeguamenti e funzionalità risponde alle esigenze della produzione. La sicurezza soggettiva pone l’Uomo al centro della sicurezza e al governo delle tecnologie e delle strutture.

L’informazione e la formazione sono alla base della sicurezza sul lavoro.
Sarebbe estremamente riduttivo e semplicistico considerare l'informazione e la formazione, in questo contesto, come qualcosa di marginale e trascurabile o più semplicemente solo estemporaneo. Come già si è detto, essa è prima di tutto la base e il mezzo per una efficiente organizzazione aziendale anche in materia di prevenzione. Dal tipo di modalità con cui viene garantita dipende la stessa "qualità" del sistema di relazioni interne ed esterne all'azienda, relazioni che quest'ultima ha l'obbligo di attivare per garantire la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.

Va da sé quindi che nel contesto della cultura della sicurezza la formazione rappresenta un mezzo efficace di prevenzione e deve essere considerata, in primo luogo, come un diritto ad essere consultati e a partecipare ai processi decisionali che riguardano la salute.
In secondo luogo, ma contemporaneamente, essa è un bisogno di essere informati sui rischi a cui si è esposti in modo da saper adottare decisioni consapevoli per tutelare la propria salute e quella altrui. In ogni caso la formazione non può essere trascurata o ridotta ad un adempimento burocratico "purtroppo" dovuto.

Articolo a cura di Rocco Vitale, sociologo del lavoro, coordinatore scientifico di Expo Sicuramente.