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Rischio frane e alluvioni in Italia: i dati

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Attrezzature e macchine

29/11/2006

Un comune su tre ha quartieri in aree a rischio, l’80% abitazioni e il 61% impianti industrali, ma il 59% e’ in ritardo nella prevenzione. Tutti i dati nel dossier Ecosistema rischio 2006 di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile.

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“Troppo cemento lungo i fiumi e i torrenti italiani: l’80% dei mille comuni più esposti a rischio idrogeologico ha abitazioni minacciate da frane e alluvioni, uno su tre interi quartieri e oltre la metà vede addirittura sorgere in queste aree fabbricati industriali. A fronte di questo ancora nel 37% dei comuni non viene realizzata una manutenzione ordinaria delle sponde e le delocalizzazioni di quelle strutture presenti nelle aree a maggiore pericolo sono praticamente al palo.”

 


 

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“Nettamente migliore la situazione per quanto riguarda l’organizzazione locale di protezione civile: quasi quattro amministrazioni comunali su cinque possiedono un piano d’emergenza da mettere in atto in caso di frana o alluvione, anche se oltre la metà non lo ha aggiornato negli ultimi anni, rendendolo così uno strumento spesso poco efficace in situazioni di calamità. Due comuni su tre complessivamente bocciati nella mitigazione del rischio idrogeologico, il 28% addirittura non fa praticamente nulla per la sicurezza del territorio.”

 

Concentrate nel nord e nel centro le ‘maglie rosa’ assegnate ai comuni più meritori da “Operazione Fiumi 2006” di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile. Primi in classifica Santa Croce sull’Arno (PI) e, per il secondo anno consecutivo, Palazzolo sull’Oglio (BS).
Sono cinque, invece, le “maglie nere”, assegnate tutte al centro-sud. Tra le grandi città è Roma la prima in classifica con un 7 e mezzo in pagella, fanalino di coda Napoli che ottiene una grave insufficienza. Su base regionale è nelle Marche la percentuale di comuni più attivi contro il rischio idrogeologico, il 59% svolge infatti un lavoro complessivamente positivo in questo senso.
Anche in Emilia Romagna, Valle d’Aosta e Toscana i comuni più meritori superano la metà. In fondo alla classifica i comuni di Abruzzo, Calabria e Sardegna, dove oltre l’80% svolge un lavoro negativo.
Sono questi alcuni dei dati di Ecosistema Rischio, l’indagine di Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile, realizzata per fotografare la reale situazione dei comuni italiani a rischio idrogeologico. Con Operazione Fiumi 2006, la campagna d’informazione per la prevenzione dei rischi legati al dissesto idrogeologico, sono state monitorate le azioni che 946 amministrazioni comunali, classificate nel 2003 dal Ministero dell’Ambiente e dall’UPI a rischio idrogeologico molto elevato, svolgono per la prevenzione di frane e alluvioni in tutta Italia

 

L’indagine ha preso in esame le azioni che i comuni devono compiere per contrastare il rischio idrogeologico. Da un lato, le attività ordinarie legate alle gestione del territorio, quali la manutenzione degli alvei e delle opere idrauliche nonché le delocalizzazioni delle strutture in aree a rischio. Dall’altro, la redazione dei piani di emergenza, aggiornati e conosciuti dalla popolazione perché sappia esattamente cosa fare e dove andare in caso di emergenza. Si è voluto dunque verificare l’esistenza di queste attività monitorando sia il livello del rischio che le azioni messe in campo dai comuni per mitigarlo.

 

 

 

 
Fonte: Legambiente

 

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Rispondi Autore: Luca Campana - likes: 0
31/05/2011 (09:55:44)
Ho letto la vostra ricerca e dire interessante e poco.Vi stavo cercando per un problema:la mia famiglia(come altre 100)vive alle sponde di un torrente,dove questo abbandonato da 20 anni non vi dico come si presenta, letto con buchi da 2 mt di profondità , argini in più parti crollati con cedimento della superficie ,dove c'è la strada pubblica e la sponda presenta delle falde il torrente è arrivato sotto il marciapiede, ci sono dei pozzi idrici privati con l' abbassamento delle falde acquifere dove si arriverà a pescare l'acqua(i pozzi esistentisono profondi 23 mt). Ho provato di trasmettere il messaggio di pericolo sotto elezioni ma non sono riuscito a farmi capire cosa posso fare?Cordili saluti.luca campana cariati calabria

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