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Lo stato dell’ambiente in Italia

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

31/01/2003

Presentati i risultati del rapporto Ocse: aria inquinata, ma buone l’efficienza energetica e l’agricoltura biologica.

Nei giorni scorsi a Roma è stato presentato il rapporto Ocse, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economici, sullo stato dell’ambiente in Italia e sui progressi conseguiti in questo campo.

L’Ocse ha preso in esame i dati rilevati tra il 1994 ed il marzo 2002. Riguardo alla qualità dell’aria, sono stati riconosciuti miglioramenti nella riduzione di inquinanti atmosferici; ad esempio le emissioni di monossido di carbonio (CO) sono diminuite del 22% tra il 1992 e il 1999.
Tuttavia permangono situazioni critiche dovute in particolare alla congestione del traffico. In molte città, sono sovente superati i limiti per l’ozono e per le polveri sottili.
Sono pertanto necessari interventi nel sistema dei trasporti e nella rete di monitoraggio della qualità dell'aria.

In Italia è stata inoltre rilevata una situazione critica per quanto concerne i rifiuti, per l’aumento della produzione e per problemi nella loro gestione (ad esempio la presenza di discariche abusive).

Non sono stati espressi solo giudizi negativi…
L’Ocse ha valutato positivamente la quantità di territorio protetto (raddoppiato negli ultimi 10 anni), sono stati riconosciuti progressi nell'efficienza energetica e nello sviluppo dell’agricoltura biologica.
Inoltre è stato riconosciuto il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di alcune sostanze pericolose.

Il WWF tuttavia rileva: "Il Rapporto dell'OCSE dimostra con chiarezza che la strada da percorrere è ancora lunga, e il rischio di un ritorno all'indietro è molto prossimo, anche nei campi in cui l'Italia oggi risulta “promossa”. Si pensi alla valutazione positiva sulla quantità di territorio protetto, che condividiamo, e però al contemporaneo, progressivo tentativo di ridurre il perimetro delle aree protette posto in essere soprattutto dalle Regioni. Si pensi al riconoscimento dei progressi sull'efficienza energetica che però si contrappone ai dati, molto allarmanti, sulla crescita delle emissioni di anidride carbonica (che invece di diminuire sono aumentate di oltre il 6%).”
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