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Decreto fiscale e sicurezza: il governo ha puntato sul cavallo giusto?

Decreto fiscale e sicurezza: il governo ha puntato sul cavallo giusto?

Autore:

Categoria: Vigilanza e controllo

19/10/2021

Per favorire un confronto tra gli operatori sulle novità contenute in materia di salute e sicurezza nel Decreto Fiscale riportiamo un contributo di Alfredo Gabriele Di Placido a nome dell’Associazione UNPISI Tecnici della Prevenzione.

In questi giorni si susseguono le prese di posizioni relative al contenuto del nuovo Decreto-legge, cosiddetto “Decreto Fiscale”, recante “ misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili” e che contiene diverse misure per la riduzione di infortuni e malattie professionali; misure vogliono essere un “rafforzamento della disciplina in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” e che vengono a modificare anche il Decreto legislativo 81/2008.

 

Riguardo a tali norme abbiamo già pubblicato alcuni articoli che hanno presentato gli obiettivi e le principali novità ( Sicurezza sul lavoro: quali sono le novità del decreto legge fiscale?), ma è indubbio che serviranno ulteriori approfondimenti e un confronto tra gli operatori per comprendere se queste sono le misure, le norme giuste e attese per ridurre veramente il numero di infortuni e malattie professionali nel nostro Paese.

 

Oltre a ospitare nei prossimi giorni alcune interviste sul tema, riportiamo alcune posizioni e contributi, anche di opinione molto diversa, che, come giornale, abbiamo ricevuto. E sicuramente, stante le novità in materia di vigilanza (l’estensione delle competenze dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro), uno dei contributi più attesi era quello relativo all’opinione dei tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro.

Pubblichiamo dunque il contributo dal titolo “Sicurezza sul lavoro: il cavallo sbagliato del governo”, a cura di Alfredo Gabriele Di Placido e in qualità di componente del Comitato editoriale dell' Associazione tecnico-scientifica UNPISI Tecnici della Prevenzione.


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Sicurezza sul lavoro: il cavallo sbagliato del governo

 

Nella giornata di venerdì il Consiglio dei Ministri ha licenziato il Decreto Fiscale, nome limitativo vista la presenza delle tanto annunciate norme in materia antinfortunistica.

I 3,7 milioni di euro nel biennio 2022/2023 per strumentazioni tecnologiche destinate all'Ispettorato Nazionale del Lavoro, i 1.024 ispettori da assumere e i 660 carabinieri dedicati all'attività di vigilanza sul diritto del lavoro sono sicuramente le chiavi di volta per abbattere il numero di infortuni: siamo in una botte di ferro. Si tratta di ironia naturalmente.

 

Che si voglia finalmente mettere a regime il Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP) non può che essere una buona notizia. Che si abbatta al 10 per cento la presenza di personale “in nero” e che non siano più previste le “gravi e reiterate violazioni” per sospendere un'attività lavorativa anche.

Che vengano estese le competenze dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro è invece un passo indietro rispetto a quella che era la filosofia iniziale della legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, la n.833/1978. Perchè dalla salute che deve essere garantita al lavoratore e di cui si fa garante il Ministero della Salute tramite le sue articolazioni, in primis le ASL, attraverso le attività di prevenzione, vigilanza ed ispezione, si torna ad un approccio repressivo pre-1978 in cui si vigilava tramite ENPI, ANCC e gli ispettorati del lavoro. Prevenzione assente.

 

Si consiglia a tutti di reperire e leggere un librettino del 1981 di Alessandro Martignani e Sergio Tonelli, “Medicina del lavoro nelle unità sanitarie locali” (La Nuova Italia Scientifica). Lì c'è tutto ciò che doveva essere e che non è stato. Lì si parla di quello che doveva essere il perno di un intero sistema: la prevenzione.

 

Come possono 1.024 ispettori del lavoro risolvere la questione infortuni? Tra l'altro con titoli di accesso al concorso non consoni: giurisprudenza, servizi giuridici, scienze politiche. Lauree di rispetto, ma che non forniscono tutti gli strumenti per affrontare ogni aspetto di un cantiere, di un'industria, di un luogo di lavoro.

 

Citiamo le materie oggetto delle prove così come riportate nel bando di concorso per ispettori del lavoro: diritto costituzionale; diritto amministrativo; diritto civile; diritto del lavoro e legislazione sociale; elementi di diritto commerciale; elementi di diritto dell'Unione Europea; elementi di contabilità pubblica; elementi di diritto penale e di diritto processuale penale; elementi di diritto processuale civile; disciplina del lavoro pubblico e responsabilità dei pubblici dipendenti; normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; ordinamento e attribuzione dell'Ispettorato nazionale del lavoro.

Il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro ( D.Lgs 81/08) è presente: il penultimo argomento.

Fisica, chimica, igiene, biochimica, medicina del lavoro, ispezione dei cantieri, sociologia, medicina legale, diritto penale applicato al lavoro e all'ambiente, diritto del lavoro, scienze tecniche mediche applicate, tossicologia industriale, psicologia sono solo alcune delle materie rientranti nel curriculum formativo di un Tecnico della Prevenzione. Che ha una visione di sistema e un'ottica dell'azione preventiva: sa, o comunque ha gli strumenti per riconoscere e gestire, i fattori di rischio, le misure di prevenzione, quelle di protezione, gli elementi di diritto, le conseguenze a livello di salute e di sicurezza di un lavoratore.

 

Se non si parte dall'implementazione delle attività di prevenzione primaria, dalla rifondazione della formazione (vogliamo parlare di come vengono svolti i corsi di formazione? Di quanto resta ad un lavoratore o ad un preposto di ciò che viene detto?), da un confronto tra organo di vigilanza territoriale (ASL) – datori di lavoro – lavoratori e loro rappresentanti, risultati evidenti non si vedranno.

 

Prendiamo ad esempio una vicenda che ha colpito tutti, a cominciare proprio dal presidente del Consiglio Draghi: la morte di Luana D'Orazio, 22 anni, stritolata da un orditoio nel distretto tessile di Prato. Nella relazione del perito nominato per esaminare il macchinario si legge: le modifiche all'orditoio furono fatte per aumentare la produzione dell'8%. Ecco, le norme approvate ieri dal governo puntano su figure e sanzioni da far intervenire a morte avvenuta, invece di puntare su figure ed interventi che facciano capire ai datori di lavoro, ai rappresentati dei lavoratori per la sicurezza (RLS), ai consulenti in materia, ai lavoratori stessi l'insulsaggine dell'eliminazione dei dispositivi di sicurezza per aumentare la produzione. Un otto per cento in più non vale la vita di una giovane madre. Questa è la filosofia da adottare, che però il governo ha deciso di non scegliere. Difficile che gli infortuni (e le malattie professionali, non dimentichiamole) diminuiranno con le norme di ieri.

 

Si rimanda per un maggiore approfondimento sul tema all'intervento del presidente del Consiglio d'Albo Nazionale dei Tecnici della Prevenzione, Maurizio Di Giusto, che, speriamo, faccia presente in maniera ancora più forte presso le Istituzioni, a partire dal presidente del Consiglio Draghi, la chiave di volta fondamentale che è la prevenzione primaria ed il nostro ruolo centrale.

 

Il governo ha puntato sul cavallo sbagliato.

 

 

Alfredo Gabriele Di Placido

Tecnico della Prevenzione nell'Ambiente e nei Luoghi di Lavoro

Ass. Tecnico-Scientifica UNPISI Tecnici della Prevenzione

 

 

Scarica la normativa citata nel contributo:

“Bozza del decreto recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili”, versione bozza del 15 ottobre 2021, documento non definitivo.

 


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Rispondi Autore: Avv. Rolando Dubini - likes: 0
19/10/2021 (09:32:56)
Una sparata corporativa più interessata a difendere la posizione di chi rappresenta, che a migliorare la capacità istituzionale di contrasto alla violazione delle norme di salute e sicurezza sul lavoro
Rispondi Autore: Tecnico della Prevenzione - likes: 0
19/10/2021 (11:14:08)
La solita sparata alla Sgarbi. Avv. Dubini enunci Lei quali sono le COMPETENZE TECNICHE dei laureati in giurisprudenza o economia che entreranno nell'Ispettorato del Lavoro, visto che chissà per quale motivo i TdP non vengono elencati tra le figure che possono partecipare a quei concorsi, ed effettueranno vigilanza nei luoghi di lavoro. Io di risate ne ho fatte già tante sentendo degli Ispettori INL che non conoscono la differenza tra un dispositivo di sicurezza e un dispositivo di prevenzione.
Rispondi Autore: Avv. Rolando Dubini - likes: 0
19/10/2021 (12:24:24)
La polemica corporativa fa emergere sempre il peggio. Ci sono eccellenti ispettori del lavoro che da tempo operano nei cantieri, e ci sono i carabinieri dell'Ispettorato che svolgono in modo encomiabile il lavoro di verifica e controllo. Serve leale collaborazione tra le istituzioni, non risibile polemica senza senso e senza costrutto
Autore: Tecnico della Prevenzione
19/10/2021 (12:57:15)
Sicuramente ci sono eccellenti ispettori ed altrettanto sicuramente la collaborazione è non solo auspicabile ma doverosa, ma affrontiamo la vera questione e non buttiamola in retorica. 1.024 laureati in scienze politiche e giurisprudenza me li descrive? Un eccellente laureato in giurisprudenza, pieni voti, preparatissimo ad affrontare il concorso che vincerà e?!?!?! poi?!?!?! un cantiere l'avrà mai visto?!?! sarà mai in grado di stabilire se in un'officina meccanica vi siano o meno adeguate condizioni di sicurezza? ma per piacere, siamo realisti. La stimo ed apprezzo il Suo lavoro dai tempi di Rolsole su Supereva, ma siamo onesti.
Rispondi Autore: carmelo catanoso - likes: 0
19/10/2021 (13:55:10)
Da quanto dichiarato ci saranno anche laureati con profilo tecnico anche se la bozza di decreto che gira (ultima revisione di sabato sera scorso), non precisa (forse lo farà il bando concorsuale).

In ogni caso, anche questi tecnici, dovranno essere formati e, per farlo in maniera adeguata, non basterà certo una settimana ma ci vorranno mesi e mesi per renderli operativi e porli in condizione di distinguere, solo per restare in edilizia, una terna da un dumper, un jet-grouting di tipo 1 da quello di tipo 3, un diaframma plastico da uno in c.a., ecc., con tutte le specifiche problematiche di SSL che ognuno di questi ha.
Non oso pensare cosa succederà con l'estensione delle competenze nel settore industriale visto che è dal 1997 che l'INL non se ne occupa più.

Teniamo poi conto che ci sono 4,3 mln di imprese con il 94,8% di esse con meno di dieci dipendenti ed a cui è e sarà, anche con i 1000, veramente difficile arrivare prima che succeda il "fattaccio".

Questo provvedimento andava anche colmato con altre misure in grado di incidere sulle altre variabili che influenzano il fenomeno.
Spero sempre che si vada oltre quanto previsto in questo provvedimento e lo si faccia al più presto mediante azioni che incidano sulle altre variabili che influenzano il fenomeno e non limitarsi ad intervenire con provvedimenti che incidono a valle degli eventi.
Altrimenti avremo una riedizione di ciò che ho visto già succedere ai tempi della direttissima FS Firenze-Roma, dei Mondiali di Italia '90, della AC/AV Roma - Napoli, ecc., ecc., fino ad arrivare ai giorni nostri.
Magari, si potrebbe cominciare a tirare fuori dal cassetto il decreto per la qualificazione delle imprese e fare un bel mix con la Patente dell'operatore economico.
Poi ci sarebbe tanto altro da fare ..... ma la storia è lunga.
Rispondi Autore: Tecnico Ausl - likes: 0
20/10/2021 (08:55:36)
Con questo Decreto Fiscale il Ministero ha puntato sulla paura e non sulla cultura. Il solo aumento dei controlli non porterà certo ad un uno sviluppo della cultura della sicurezza all'interno delle Aziende. Caro Avvocato Dubini temo che la difesa corporativa sia la sua visto che si parla di occupare avvocati. Comunque dai problemi si esce con la cultura e non con la paura.
Rispondi Autore: Ruggero Fracchia - likes: 0
20/10/2021 (09:07:41)
I compiti del tecnico della prevenzione sono quelli previsti dal Decreto Ministeriale 17 gennaio 1997 n. 58 Regolamento concernente la individuazione della figura e relativo profilo professionale del tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro. Sono compiti esclusivi di una professione sanitaria. I nuovi ispettori del lavoro dovranno essere laureati in Tecniche della Prevenzione altrimenti commetteranno reato di esercizio abusivo di professione sanitaria. Volendo fare un esempio non si può stabilire per decreto che un carabiniere possa fare un'iniezione endovena o un laureato in giurisprudenza possa fare il logopedista. Non è che la prevenzione sia una materia più semplice che può svolgere il primo che passa. L'ordine dovrebbe denunciare gli ispettori del lavoro o i carabinieri che non sono laureati in tecniche della prevenzione
Rispondi Autore: Avv. Rolando Dubini - likes: 0
20/10/2021 (09:31:00)
Scambiare un laureato in giurisprudenza con un avvocato la dice lunga sulla professionalità di certi critici.
È necessario ribadire che chi è laureato in giurisprudenza non è affatto un avvocato, ma che serve altro? La pratica, l'esame di stato, l'iscrizione all'albo professionale nel rispetto del DIVIETO di essere lavoratore dipendente?
Rispondi Autore: avv. Rolando Dubini - likes: 0
20/10/2021 (12:41:15)
Gli organici e i finanziamenti ai Dipartimenti di Prevenzione delle Asl/ATS sono di competenza regionale.

In base al principio di sussidiarietà, il servizio sanitario è articolato secondo diversi livelli di responsabilità e di governo: livello centrale - lo Stato ha la responsabilità di assicurare a tutti i cittadini il diritto alla salute mediante un forte sistema di garanzie, attraverso i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA); livello regionale - le Regioni hanno la responsabilità diretta della realizzazione del governo e della spesa per il raggiungimento degli obiettivi di salute del Paese.

Le Regioni hanno competenza esclusiva nella regolamentazione ed organizzazione di servizi e di attività destinate alla tutela della salute e dei criteri di finanziamento delle Aziende Sanitarie Locali e delle aziende ospedaliere, anche in relazione al controllo di gestione e alla valutazione della qualità delle prestazioni sanitarie nel rispetto dei principi generali fissati dalle leggi dello Stato.

Rispondi Autore: Avv. Rolando Dubini - likes: 0
20/10/2021 (12:43:07)
Il rafforzamento dell'INL e le inutili polemiche corporative

Trovo francamente stucchevoli, inaccettabili, menzogneri, e meramente corporativi, sotto ogni punto di vista i commenti e i post denigratori contro l'Ispettorato del lavoro, e chi ne fa parte, e sui criteri concorsuali di selezione per entrare a farvi parte.
L'ispettorato da decenni opera nei cantieri mobili e temporanei svolgendo una eccellente attività di vigilanza con tecnici qualificati e preparati, ma pochi. Ora viceversa con le nuove assunzioni, + 1000, ci sarà un positivo potenziamento per non dire dell'eccellente lavoro svolto di carabinieri dell'INL che pure verranno decisamente potenziati con nuove assunzioni.
Il rafforzamento di questi servizi non può che migliorare i controlli e le verifiche in materia di sicurezza sul lavoro nelle aziende a maggior rischio.
Se sei un funzionario pubblico, se sei un ufficiale di polizia giudiziaria, devi collaborare con i colleghi di istituzioni analoghe, non sbraitare, dileggiare e insultare.
Collaborazione e coordinamento, non disdicevole denigrazione della professionalità altrui. Che toglie credibilità e autorevolezza a tutti.
In particolare se sei dipendente di ASL-ATS i tuoi strali li devi rivolgere alla tua regione, non allo Stato.
Le Regioni hanno competenza esclusiva nella regolamentazione ed organizzazione di servizi e di attività destinate alla tutela della salute e dei criteri di finanziamento delle Aziende Sanitarie Locali e delle aziende ospedaliere, anche in relazione al controllo di gestione e alla valutazione della qualità delle prestazioni sanitarie nel rispetto dei principi generali fissati dalle leggi dello Stato.
Ma questo gli urlatori fanno finta di non saperlo, e nell'epoca della protesta inutile, controproducente e fine a se stessa, si accodano a certa dannosa moda, e urlano
Rispondi Autore: Avv. Rolando Dubini - likes: 0
20/10/2021 (13:48:56)
Il nuovo decreto introduce un ampliamento del raggio d'azione dell'Ispettorato, che peraltro col contrasto al lavoro e al caporalato ha maggiormente il polso della situazione delle mansioni più a rischio, e con le nuove assunzioni potrà migliorare decisamente i controlli e le verifiche. Le Asl sono interamente di competenza regionale, come dovrebbe essere noto a tutti, perciò gli strali vanno rivolti alla regione competente, non allo Stato. Regionalisti solo quando conviene?
Rispondi Autore: Ruggero Fracchia - likes: 0
20/10/2021 (14:21:26)
Volevo solo far presente che lo Stato ha creato la figura del laureato in tecniche della prevenzione proprio per avere uno specialista nel campo della sicurezza. In questi anni migliaia di ragazzi si sono laureati e molti sono stati assunti presso le ASL. Il fatto che l'ispettorato del lavoro ampli le sue competenze per un miglioramento della situazione è cosa auspicabile come dovrebbe essere auspicabile che i nuovi ispettori del lavoro siano laureati in tecniche della prevenzione. I percorsi di laurea universitari prevedono dei tirocini e sicuramente un laureato in giurisprudenza non ha svolto quelli inerenti la sicurezza sul lavoro. Non è una lotta tra ASL e INL ma sottolineare che solo le persone con laurea abilitante in TPALL, e pochi altri si possono occupare di sicurezza. Ad esempio se ne possono occupare anche gli ingegneri della sicurezza. Al contrario nulla toglie che un laureato in giurisprudenza possa occuparsi del contrasto al lavoro nero anche se è mia personale opinione che i laureati in scienze magistrali della prevenzione possano anch'essi farlo.
Rispondi Autore: Smoked - likes: 0
20/10/2021 (21:36:18)
La bozza del DL, se confermata alla pubblicazione, certifica la bocciatura da parte del livello centrale del modello organizzativo e gestionale attuato dalle Regioni a seguito della riforma di cui alla L. 833.
Sancisce, di fatto, la netta separazione tra Salute e prevenzione, vigilanza e repressione.
Il sistema delle Regioni non ha saputo, o forse non ha voluto, dare piena e continua attuazione alle prerogative che la costituzione e la riforma sanitaria gli affidava.
Gli SPRESAL / SPSAL / SPISAL, sono negli anni stati depauperati di competenze e personale, ingessati all'interno di un sistema di management sanitario che non ha valorizzato il loro ruolo o la loro potenziale rilevante capacità di agire sul fenomeno e modificarlo positivamente.
Le figure tecniche e sanitarie del comparto non hanno trovato una valorizzazione ed un riconoscimento di leadership, soprattutto operando in un settore ancora medicocentrico.
La vigilanza non è stata supportata e la prevenzione è rimasta per lo più sulla carta, delle centinaia di pagine dei PNP e dei PRP e dei PIC.
Nella sostanza, ogni ispettore ASL lo sa, ciò che contava realmente erano i numeri dei controlli da rendicontare per raggiungere il LEA.
Ben venga l'estensione delle competenze ai colleghi e amici dell'INL, che potrebbe forse portare un nuovo impulso al sistema, forse anche prevedendo nel prossimo futuro una mabilità dai Servizi ASL all'INL.
Il DL poi, prevedendo il potenziamento dell'organico solo dell'INL e non delle ASL, comporterà inoltre la scomparsa lenta dei Servizi delle S
stesse. Difficilmente le Regioni che non hanno investito in 40 anni in questi servizi decideranno di investire ora.
Resta il rammarico di una riforma epocale alla quale il Sistema delle Regioni non ha saputo partecipare e farsi parte attiva negli anni, promuovendo e partecipando alla creazione di un unico organo di vigilanza rappresentativo sia della componente sanitaria, sia di quella tecnica ma anche giuslavoristica e di PG.
Autore: Filippo
21/10/2021 (07:44:31)
Finalmente un corretto spaccato della realtà quotidiana!!
Rispondi Autore: Attiluc - likes: 0
20/10/2021 (21:36:44)
Faccio presente che i concorsi esterni per gli ispettori tecnici del lavoro sono da circa 25 anni riservati solo ed esclusivamente a ingegneri e architetti con laurea magistrale.
Rispondi Autore: Tecnico della Prevenzione - likes: 0
21/10/2021 (12:19:47)
Ecco, quindi parliamo di competenze e non sparliamo di "polemiche corporative".
Rispondi Autore: avv. Rolando Dubini - likes: 0
21/10/2021 (12:42:35)
L'Ispettorato del lavoro assume in base alle proprie insindacabili, soprattutto da parte di chi non ne fa parte, esigenze istituzionali.
Chiedetevi piuttosto perché le Regioni non assumono nessuno nei dipartimenti di prevenzione delle Asl/Ats.
Tra l'altro ci sono i concorsi per ispettori tecnici del lavoro, giustamente riservati ai laureati in ingegneria

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