Piattaforme social e di collaborazione sul lavoro
Le tecnologie per l’informazione e la comunicazione (ICT) hanno modificato significativamente il modo di comunicare, interagire e socializzare. Anche i social media hanno determinato un cambiamento nel modo in cui le persone apprendono, leggono e condividono informazioni e/o contenuti; in essi il monologo comunicativo (da uno a molti) si trasforma in dialogo (da molti a molti) dando luogo a una democratizzazione dell’informazione che trasforma gli utenti da semplici fruitori di contenuti ad editori. L’innovazione tecnologica e lo sviluppo delle ICT hanno imposto cambiamenti anche in ambito organizzativo-gestionale e hanno avuto un impatto molto rilevante sui comportamenti sociali, sulla determinazione di ruoli e dinamiche di potere e sulla creazione di nuovi modelli relazionali. I social network in tal senso rappresentano la trasposizione virtuale delle reti sociali.
DESCRIZIONE
I social media, definiti user-generated content (UGC) o consumer-generated media (CGM), rappresentano tecnologie e pratiche online, applicazioni del web 2.0, che gli utenti adottano per condividere testi, immagini, video e/o audio; la flessibilità di questi media riesce a soddisfare le intrinseche capacità sociali dell’essere umano. Esistono differenti categorie di UGC - blog, photo/video sharing, forum, social network, enterprise network - molto diversificate tra loro, ma con uguali caratteristiche: sono altamente decentralizzate, estremamente flessibili, basano il proprio funzionamento su norme sociali emergenti e favoriscono la creazione di legami tra gli utenti. Le piattaforme social e collaborative sono sempre più utilizzate in ambito lavorativo: molte aziende infatti sperimentano la social collaboration ovvero l’insieme di strategie, processi, comportamenti e piattaforme digitali che consentono a team aziendali o misti di connettersi, interagire, condividere informazioni e lavorare verso un comune obiettivo di business. Secondo i dati della Commissione europea, oltre il 36% delle aziende usa i social media non tanto per migliorare e supportare l’immagine dell’impresa (19%) quanto per interagire con la clientela (22%). In Italia, l’ultima rilevazione Istat 2014 ha evidenziato che il 31,8% delle imprese (il 51,9% tra quelle fino a 250 addetti) utilizza almeno una tipologia di CGM; i più diffusi e conosciuti restano i social network (29,3%). Tali piattaforme concorrono a determinare una nuova organizzazione del lavoro che può comportare vantaggi per i singoli lavoratori, a livello di performance e benessere, e per le organizzazioni in termini di crescita e sviluppo, come riportato in Tabella 1.
AMBITI DI APPLICAZIONE E IMPATTI SULLA SSL
Una trasformazione così importante ha impatti sui lavoratori e sull’organizzazione stessa del lavoro e può comportare l’introduzione di nuovi fattori di rischio per la salute e la sicurezza sul lavoro (SSL) tenendo conto dei cambiamenti della forza lavoro che sarà sempre più multigenerazionale, multiculturale e ageing.
Secondo l’International Labour Organization entro il 2030, infatti, la crescita della popolazione mondiale raggiungerà oltre 8 miliardi di individui. Questo determinerà un ingresso sul mercato del lavoro di circa 40 milioni di persone all’anno e acutizzerà un fenomeno particolare, a cui stiamo già assistendo in alcuni settori, ovvero la presenza contemporanea sul mercato del lavoro di cinque diverse generazioni di lavoratori: veteran, babyboomer (generazione dei nati tra il 1945 e il 1964), generazione X (nati tra il 1965 e il 1984), generazione Y - Millennial (nati tra il 1985 e il 1994), generazione Z - Centennial (nati dal 1995 al 2010) e i nativi digitali.
Secondo l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, inoltre, entro il 2030, la popolazione europea decrementerà in relazione alla forza lavoro attiva.
L’attuale calo delle nascite, il progressivo invecchiamento della popolazione e dell’età pensionabile impatteranno sempre più sulla composizione della forza lavoro determinando maggiori malattie croniche nei luoghi di lavoro, minore agilità fisica e più lentezza di reazione da parte dei lavoratori over 60, maggiori disordini muscolo-scheletrici, decadimento delle funzioni intellettive, ecc.
I nuovi fattori di rischio legati all’uso delle ICT sul lavoro sono indicati in Tabella 2.
CONCLUSIONI
Spesso l’applicazione e l’implementazione di una nuova tecnologia in un settore lavorativo avvengono prima che ci sia una buona comprensione degli effetti sulla SSL. Le innovazioni e i progressi tecnologici possono essere positivi per il miglioramento della qualità del lavoro, ma possono determinare nuovi rischi. Anche le condizioni e gli ambienti di lavoro stessi si trasformano attraverso cambiamenti che interessano l’interfaccia uomo-macchina, il monitoraggio dei parametri lavorativi, l’utilizzo di nuovi materiali intelligenti, ecc. La sfida, dunque, per il sistema SSL è quella di conoscere e analizzare in maniera puntuale gli effetti connessi a uso e abuso delle tecnologie digitali, in modo da poterne ridurre al minimo i rischi.
La comprensione del reale potenziale del work life balance, inoltre, dovrebbe spingere le organizzazioni a sperimentare un uso consapevole delle ICT che possa rendere maggiormente flessibile il modo in cui si lavora, in termini di spazi e di orari, favorendone un’integrazione virtuosa. In questo contesto la definizione di policy aziendali, unita ad un’adeguata formazione, potrebbero rappresentare un primo passo per facilitare l’uso corretto delle piattaforme social e collaborative sostenendo un concreto cambiamento organizzativo che tenga conto del benessere dei lavoratori e del business aziendale.
Tratto da:
INAIL - ICT: PIATTAFORME SOCIAL E DI COLLABORAZIONE SUL LAVORO (pdf)I contenuti presenti sul sito PuntoSicuro non possono essere utilizzati al fine di addestrare sistemi di intelligenza artificiale.