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Patologie muscolo-scheletriche: i dati per migliorare la prevenzione

Patologie muscolo-scheletriche: i dati per migliorare la prevenzione
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Valutazione dei rischi

28/02/2024

Un eBook CIIP si sofferma sui disturbi muscoloscheletrici e fornisce vari dati sulle patologie WMSDs in Italia. Focus sui dati EWCS, sui dati dell’allegato 3B e sugli Open Data Inail. Le dimensioni da tenere in considerazione.

Milano, 28 Feb  – Nei mesi scorsi abbiamo presentato un interessante eBook - prodotto dalla Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione ( CIIP) e curato da  Laura Bodini, Susanna Cantoni, Enrico Cigada ed Enrico Occhipinti – che ha affrontato, con riferimento anche ad una recente campagna europea sul tema, il tema della valutazione e prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici (DMS) nel mondo del lavoro.

 

L’eBook “ Alleggeriamo il carico!” nei suoi capitoli presenta anche una raccolta e un’analisi dei vari dati connessi ai Work related MusculoSkeletal Disorders (WMSDs). Analisi che, anche se fa riferimento a dati non sempre recenti, può essere molto utile per la scelta delle strategie di prevenzione da adottare a livello aziendale.

 

Ci soffermiamo oggi sul secondo capitolo, dell’eBook CIIP, dal titolo “I dati sulle patologie WMSDs in Italia” e a cura di Giovanni Falasca (Dipartimento di Sanità Pubblica Università di Padova, Coordinatore gruppo Sistemi Informativi CIIP-Consulta), Enrico Occhipinti (Medico del lavoro, Ergonomo Certificato Europeo, Direttore Scientifico Associazione EPM-International Ergonomics School) e Francesca Zanardi (U.O.C Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro - Dipartimento di Sanità Pubblica - Ausl di Ferrara).

 

Nell’articolo di presentazione di questo capitolo ci soffermiamo sui seguenti argomenti:


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Patologie WMSDs in Italia: dati EWCS e allegato 3B

Il capitolo ricorda, innanzitutto, che l’Agenzia Europea per la Sicurezza e Salute sul Lavoro ( EU-OSHA) ha prodotto numerosi documenti in merito alla prevenzione delle patologie muscolo scheletriche e in uno di questi “si indica chiaramente come gli WMSDs siano causati principalmente da attività lavorative comportanti un sovraccarico biomeccanico ( movimentazione manuale dei carichi, lavoro fisico pesante, posture incongrue, movimenti ripetuti degli arti) e, inoltre, come il rischio per WMSDs può aumentare in funzione di ritmi di lavoro, bassa soddisfazione lavorativa, alta domanda e stress lavorativo”. Ed è noto che, “per ognuna delle condizioni generali sopraelencate vadano considerati molteplici determinanti di rischio lavorativo in modo integrato e che i fattori organizzativi (ritmi, durate, pause, rotazioni tra compiti), giocano un ruolo fondamentale nel determinare il livello complessivo di esposizione”.

 

Il capitolo riporta alcuni dati dell’European Working Conditions Survey (EWCS) anche se con riferimento ad una rilevazione ancora del 2015 (nel 2024 è in corso una nuova indagine che potrebbe fornire dati nuovi).

 

Riprendiamo a questo proposito la percentuale dei lavoratori che lavorano in luoghi di lavoro con i fattori di rischio fisici in Italia e nell'UE-28:

 

 

Sono riportati anche i dati dell’allegato 3B (i dati dei medici competenti sono disciplinati dall’Art. 40 del D. lgs. 81/2008 che impone di inviare alle ASL una serie di dati sulla sorveglianza sanitaria in base allo schema di un allegato nello stesso decreto).

L’importanza di questi dati risiede nel fatto che “la valutazione dei rischi è condotta capillarmente per ogni lavoratore”, pertanto nei dati dell’Allegato 3B “abbiamo il numero esatto di lavoratori per ogni unità produttiva e il numero esatto di esposti per rischio, da confrontare con le WMSDs risultanti dalle altre fonti”.

 

Riprendiamo da questi dati una percentuale sulle esposizioni:

 

 

Patologie WMSDs in Italia: dati Inail e peso dei disturbi muscolo-scheletrici

Il capitolo si sofferma poi sui dati Inail e in particolare sugli Open Data Inail che “contengono i dati analitici di ciascuna malattia professionale denunciata”. E nella banca dati CIIP sono stati conservati i dati degli Open Data pubblicati e sono, ad esempio, disponibili i dati dal 2010 al 2020.

 

Riprendiamo dal capitolo una immagine relativa alla percentuale dei disturbi muscoloscheletrici riconosciuti da Inail rispetto agli altri macro gruppi di patologie:

 

 

Nell’immagine si mostra il peso delle WMSDs, “che rappresentano circa il 77% di tutte le malattie professionali riconosciute, tanto da far supporre che, dal punto di vista statistico, le rappresentazioni delle malattie professionali in generale, rappresentino in realtà gli andamenti delle WMSDs”. Inoltre da altri grafici riportati si mostra come nel tempo il numero di tumori, ipoacusie e malattie dell’apparato respiratorio e della cute siano in decrescita costante, “mentre non è così per le WMSDs”, che sono in “costante crescita”.

 

Patologie WMSDs in Italia: le dimensioni da tenere in considerazione

Il capitolo si sofferma anche su varie significative differenze, ad esempio territoriali e di genere, e dopo aver parlato anche dei singoli gruppi di patologie, sottolinea che le analisi delle malattie professionali, e in particolare delle patologie muscolo scheletriche lavorative, “devono tenere in considerazione contemporaneamente diverse dimensioni” (presentate nel capitolo con varie rappresentazioni grafiche):

  • Una classificazione omogenea dei principali gruppi di patologie
  • Denunce, riconoscimenti e percentuali di riconoscimento di WMSDs tabellate e non tabellate
  • Il territorio provinciale della trattazione del caso
  • Il genere dei lavoratori
  • Il settore correlato alla malattia

 

In particolare, nessuna delle dimensioni elencate “può essere considerata singolarmente, il che significa che non è possibile alcuna generalizzazione o statistica al di fuori di un determinato territorio provinciale e di un determinato comparto. Se a prima vista questa difficoltà sembra troppo limitativa, mediante strumenti informativi appropriati è possibile trasformare la problematicità in opportunità”.

 

Tuttavia la complessità delle analisi deve “essere supportata da un robusto sistema informativo, come quello offerto dalla Banca Dati CIIP sugli infortuni e le malattie professionali basata sugli Open Data Inail e, in futuro, anche su altre fonti”.

 

Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del documento CIIP e, in particolare, del secondo capitolo che si sofferma anche sui dati che arrivano dal sistema Malprof (“raccolta delle segnalazioni di sospetta malattia professionale inviate alle ASL ex art. 139 del D.P.R. 1124/1965, rielaborate per assegnare un nesso causale con il lavoro”) e dai dati del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) del Ministero della Salute.

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

CIIP, “ Alleggeriamo il carico!”, eBook curato da Laura Bodini, Susanna Cantoni, Enrico Cigada, Enrico Occhipinti, 2022 (formato PDF, 3.91 MB). 

 

 


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