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La percezione del pericolo e la valutazione del rischio

La percezione del pericolo e la valutazione del rischio
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Valutazione dei rischi

03/11/2017

L’integrazione tra dati soggettivi e oggettivi nella valutazione del rischio: l’esperienza dell’Ospedale Cottolengo di Torino.


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Il legislatore europeo mediante l’applicazione del D.Lgs. n. 81/08 ha inteso raggiungere il miglior compromesso e equilibrio tra sicurezza e produttività. La norma ha permesso di compiere un balzo in avanti instaurando un processo educativo orientato a rafforzare e consolidare nelle organizzazioni lavorative una moderna cultura della sicurezza. Particolare attenzione e rilievo ha assunto la formazione quale “processo educativo” con cui fornire elementi di conoscenza ai lavoratori e a tutti gli attori del sistema prevenzionistico aziendale. Un processo nel quale la valutazione e gestione dei rischi tiene presenti non solo alle variabili esclusivamente oggettive ma dedica con un’attenzione importante anche a quelle soggettive, che caratterizzano il lavoratore all’interno del sistema produttivo.

 

Negli ultimi anni importanti università italiane hanno indagato la percezione del rischio tra i lavoratori, fornendo evidenze scientifiche su come questo processo cognitivo condizioni il lavoratore nel confronto con i pericoli che incontra sul posto di lavoro; sono sempre più numerosi gli studi e le ricerche sulla percezione dei rischi occupazionali, condotti da soggetti pubblici che privati, in Italia e all’estero.

 

La competenza del lavoratore per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti è forgiata dalle conoscenze apprese nel processo di formazione e insieme all’esperienza permettono di consolidare condotte sicure. La competenza è descritta come l’insieme di varie dimensioni: la capacità di percepire i rischi, la capacità di identificare in modo efficace i pericoli e di valutare coerentemente il livello di rischio, ed infine la capacità di adottare i comportamenti finalizzati alla riduzione e alla gestione dei rischi stessi.

 

Proprio l’art. 15 del D.Lgs. n. 81/2008, al comma 1 lettera r, tra le misure generali di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori pone “la partecipazione e consultazione dei lavoratori”, rendendo concreta la partecipazione attiva dei lavoratori al complesso processo di tutela della salute e sicurezza. La partecipazione attiva del lavoratore diviene così una fase fondamentale nella valutazione dei rischi, che è materia propria del Servizio di Prevenzione e Protezione.

 

In molto settori ad alto rischio, come quello sanitario, il Servizio Prevenzione e Protezione ha il compito di valutare i rischi, strutturando un percorso di partecipazione e formazione degli operatori, capace di consentire loro di conoscere i pericoli del processo produttivo e di acquisire un’elevata consapevolezza del livello di rischio nelle diverse manovre e delle procedure che quotidianamente eseguono.

 

Proprio la percezione che ogni lavoratore ha del rischio concernente una manovra, una attrezzatura o un prodotto può condizionare dal punto di vista quali-quantitativo il livello di sicurezza con cui agisce. Diviene così possibile misurare la percezione del rischio e integrare il dato ottenuto nella valutazione dei rischi tecnico-probabilistica, incrementando la consapevolezza del soggetto sulla connotazione dei fattori di rischio e consentendo all’organizzazione di comporre interventi informativi e formativi più aderenti ai bisogni del lavoratore, migliorando la cultura della sicurezza.

 

Il fattore umano, nella cultura della sicurezza e della prevenzione dei rischi è fondamentale per differenti dimensioni: quella concernente il processo produttivo, inteso come un sistema che funziona sulla base delle interazioni tra macchine, attrezzature di lavoro, prodotti, ambienti, misure organizzative e l’essere umano. In tal senso il lavoratore è considerato come un elemento strategico di un complesso sistema d’interazioni tra ambiente di lavoro e persone. In questo modo il processo di valutazione dei rischi e gestione della salute e sicurezza sul lavoro prende in considerazione tutte le possibili interazioni fra le componenti, umana, tecnologica, ambientale e calcola il fattore umano come uno degli elementi che influiscono sul comportamento e anche sugli obiettivi di sicurezza lavorativa.

 

Un concreto processo di adattamento e equilibrio reciproco tra uomo, macchina e ambiente nell’organizzazione lavorativa, raggiunto con la gestione dell’elemento umano integrato nei processi produttivi aziendali, consente il raggiungimento degli obiettivi dell’organizzazione, ovvero la tutela della salute e la sicurezza sul lavoro.

 

Così, assume valore strategico riuscire a implementare lo sviluppo delle competenze degli operatori mediante un processo di formazione, informazione, addestramento e di monitoraggio delle reazioni di questi di fronte ai mutamenti tecnici e organizzativi, permettendo di valutare l’andamento del sistema e la correzione degli equilibri. La valutazione dei rischi si integra così nella più complessa e articolata gestione dell’organizzazione stessa, puntando a una gestione dell’elemento umano non separato dalla gestione della sicurezza.

 

L’approccio al fattore umano del Servizio Prevenzione e Protezione dell’Ospedale Cottolengo di Torino si è centrato su tale integrazione del processo di valutazione e gestione dei rischi con il processo organizzativo attuato dalla Direzione Strategica e Sanitaria dell’ospedale. L’attenzione è stata focalizzata su quegli elementi quali lavoro, organizzazione e individuo che influenzano il comportamento di questo, che a sua volta ha delle conseguenze sugli obiettivi dell’organizzazione.

 

L’Ospedale Cottolengo ha stabilito una politica e una serie di azioni mirate a una gestione consapevole della sicurezza, fondata sulle motivazioni per i propri dipendenti e una costruzione armoniosa degli obiettivi che si prefigge di conseguire.

 

Una di queste azioni si è concretata in una ricerca sulla percezione del rischio tra i lavoratori dei reparti di degenza dell’ospedale, condotta in collaborazione con l’Istituto Universitario Salesiano di Torino.

 

Lo studio condotto dal SPP dell’Ospedale Cottolengo, si concentra su due dimensioni fondamentali della percezione del rischio: la percezione del pericolo e la valutazione del rischio. Sulla base della valutazione del rischio aziendale sono stati considerati i fattori di rischio specifici per le mansioni di medico, infermiere e operatore socio-sanitario.

Nell’articolo allegato presentiamo gli obiettivi e i risultati ottenuti del lavoro svolto, confrontandoli con quelli resi disponibili dalla letteratura.

 

 

 

Roberto Colombo e Roberto Russo

(Piccola Casa della Divina Provvidenza “Cottolengo” di Torino)

 

Claudia Chiavarino e Rosa Il Grande

(IUSTO - Istituto Universitario Salesiano di Torino).

 

 

Scarica il documento integrale:

La percezione dei rischi: l’integrazione nella valutazione dei rischi. L’esperienza dell’Ospedale Cottolengo di Torino. (pdf)

 



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