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Maggiori controlli per il personale aeroportuale nelle "zone critiche"
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La Commissione europea ha adottato un nuovo regolamento che stabilisce una definizione comune delle aree "critiche" delle zone di sicurezza a accesso regolamentato negli aeroporti dell’UE. L’obiettivo è quello di obbligare, per la prima volta, il personale aeroportuale a sottoporsi a controlli di sicurezza qualora accedano a zone sensibili dell’aeroporto.
“Si tratta di una misura indispensabile per assicurare la sicurezza dei voli in partenza dagli aeroporti dell’UE. […]. E’ normale e giusto che il personale aeroportuale sia sottoposto almeno agli stessi controlli di sicurezza dei passeggeri” – ha dichiarato la vice presidente della Commissione, Loyola de Palacio.
Secondo la Commissione, le aree “critiche” devono almeno comprendere le zone dell’aeroporto dove transitano i passeggeri in partenza controllati ed i loro bagagli di cabina, e i bagagli di stiva che sono stati ispezionati ma non sigillati. Se i bagagli sono stati sigillati in modo da impedire interventi, possono essere manipolati da parte di personale non controllato.
Questa definizione non ha per obiettivo di determinare delle zone in maniera rigida e uniforme in tutti gli aeroporti. La definizione permette un approccio dinamico, nel tempo e dello spazio, in virtù del quale le aree critiche sono viste come uno sviluppo attorno ai passeggeri controllati e ai bagagli ispezionati man mano che “avanzano” verso l’aereo.
Gli Stati membri avranno 5 anni per recepire il Regolamento.
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La Commissione europea ha adottato un nuovo regolamento che stabilisce una definizione comune delle aree "critiche" delle zone di sicurezza a accesso regolamentato negli aeroporti dell’UE. L’obiettivo è quello di obbligare, per la prima volta, il personale aeroportuale a sottoporsi a controlli di sicurezza qualora accedano a zone sensibili dell’aeroporto.
“Si tratta di una misura indispensabile per assicurare la sicurezza dei voli in partenza dagli aeroporti dell’UE. […]. E’ normale e giusto che il personale aeroportuale sia sottoposto almeno agli stessi controlli di sicurezza dei passeggeri” – ha dichiarato la vice presidente della Commissione, Loyola de Palacio.
Secondo la Commissione, le aree “critiche” devono almeno comprendere le zone dell’aeroporto dove transitano i passeggeri in partenza controllati ed i loro bagagli di cabina, e i bagagli di stiva che sono stati ispezionati ma non sigillati. Se i bagagli sono stati sigillati in modo da impedire interventi, possono essere manipolati da parte di personale non controllato.
Questa definizione non ha per obiettivo di determinare delle zone in maniera rigida e uniforme in tutti gli aeroporti. La definizione permette un approccio dinamico, nel tempo e dello spazio, in virtù del quale le aree critiche sono viste come uno sviluppo attorno ai passeggeri controllati e ai bagagli ispezionati man mano che “avanzano” verso l’aereo.
Gli Stati membri avranno 5 anni per recepire il Regolamento.
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