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Esplosione di un autobus di linea urbana alimentato a metano
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Obbiettivo Sicurezza, la rivista ufficiale dei Vigili del fuoco, ha pubblicato nel suo ultimo numero una relazione sulle indagini effettuate a seguito dell’esplosione di un autobus di linea urbana avvenuto nel luglio del 2003.
L’incidente avvenne quando scoppiò improvvisamente una delle otto bombole poste sul tetto di un autobus, fortunatamente in quel momento senza passeggeri, provocando la frammentazione della bombola con proiezione di parti metalliche anche a rilevante distanza e causando danni alle abitazioni circostanti e il ferimento dell’autista.
Le conclusioni hanno accertato che l’incidente è stato provocato dallo scoppio per effetto di una sovrapressione interna della bombola causata dal reiterato caricamento e dal mancato deflusso del combustibile per il blocco dell’elettrovalvola in uscita.
Complice anche le temperature estive la bombola ha potuto raggiungere pressioni fino a circa 390 bar e la temperatura del gas all’interno ha potuto raggiungere una temperatura di 75 °C (o pressioni superiori se la temperatura è salita oltre tale livello).
La sollecitazione costante a temperature elevate ha determinato la deformazione della bombola abbassando la pressione necessaria per determinare lo scoppio della bombola.
I Vigili del fuoco concludono sottolineando come l’incidente dovrà quindi far rivedere le attuali soluzioni tecniche di progettazione ed installazione in modo da innalzare lo standard di sicurezza, in particolare il controllo del funzionamento delle elettrovalvole e il mantenimento delle temperatura delle bombole a valori “non pericolosi”.
Obbiettivo Sicurezza, la rivista ufficiale dei Vigili del fuoco, ha pubblicato nel suo ultimo numero una relazione sulle indagini effettuate a seguito dell’esplosione di un autobus di linea urbana avvenuto nel luglio del 2003.
L’incidente avvenne quando scoppiò improvvisamente una delle otto bombole poste sul tetto di un autobus, fortunatamente in quel momento senza passeggeri, provocando la frammentazione della bombola con proiezione di parti metalliche anche a rilevante distanza e causando danni alle abitazioni circostanti e il ferimento dell’autista.
Le conclusioni hanno accertato che l’incidente è stato provocato dallo scoppio per effetto di una sovrapressione interna della bombola causata dal reiterato caricamento e dal mancato deflusso del combustibile per il blocco dell’elettrovalvola in uscita.
Complice anche le temperature estive la bombola ha potuto raggiungere pressioni fino a circa 390 bar e la temperatura del gas all’interno ha potuto raggiungere una temperatura di 75 °C (o pressioni superiori se la temperatura è salita oltre tale livello).
La sollecitazione costante a temperature elevate ha determinato la deformazione della bombola abbassando la pressione necessaria per determinare lo scoppio della bombola.
I Vigili del fuoco concludono sottolineando come l’incidente dovrà quindi far rivedere le attuali soluzioni tecniche di progettazione ed installazione in modo da innalzare lo standard di sicurezza, in particolare il controllo del funzionamento delle elettrovalvole e il mantenimento delle temperatura delle bombole a valori “non pericolosi”.
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