Manutenzione dei tessili: i rischi per le attività di carico e scarico
Lucerna, 20 Dic – Sono molti i fattori di rischio per i lavoratori impegnati nelle attività di carico e scarico. Cadute, problemi con le rampe e con le attrezzature di lavoro, investimento da parte di veicoli, conseguenze della movimentazione manuale dei carichi, …
E questi problemi riguardano, ad esempio, anche l’attività di accettazione e spedizione che avviene, spesso nell’intero arco della giornata, nel settore della manutenzione dei tessili, ad esempio lavanderie e lavasecco, che possono lavorare, oltre che per i privati, per alberghi, ristoranti, ospedali, ricoveri e altri esercizi.
Nelle attività di carico e scarico di questa aziende a volte ci sono “spazi ristretti e ritmi di lavoro serrati” o scarsa illuminazione: tutti “fattori che aumentano il rischio di infortunio”.
Inoltre in caso di maltempo “è più facile inciampare, scivolare o cadere quando si usano le scale e le rampe esterne”. E con i carrelli portabiancheria e gli stander appendiabiti “si rischia di urtare, far cadere o schiacciare altre persone, soprattutto se le vie di circolazione sono strette e la visibilità è ridotta”. E “rampe di carico, pedane e piattaforme di sollevamento messe in sicurezza contribuiscono in larga misura alla prevenzione degli infortuni”. Senza dimenticare l’importanza di “operare una movimentazione dei carichi e l’utilizzo dei mezzi di trasporto secondo le norme di sicurezza” e con l’utilizzo di buone prassi.
A parlare in questi termini dei rischi nelle attività di accettazione e spedizione nel settore della manutenzione dei tessili è il documento “Sicurezza sul lavoro e tutela della salute. Manutenzione dei tessili. Lavanderie. Lavasecco. Imprese affini”, elaborato in Svizzera dalla Commissione federale di coordinamento per la sicurezza sul lavoro (CFSL).
Il documento, che si rivolge a datori di lavoro e lavoratori, non solo riporta luoghi e attività in cui si nascondono i pericoli per la salute e la sicurezza, ma elenca le misure che consentono di affrontare questi pericoli.
Riguardo alle attività di accettazione e spedizione il CFSL si sofferma innanzitutto sulle rampe di carico.
Ad esempio per evitare lesioni dovute a scivolamento, inciampo e caduta, sono riportate le seguenti prescrizioni:
- “se possibile, coprire le rampe con una tettoia. Nelle aree esposte prevedere serpentine riscaldanti sotto le rampe;
- mettere in sicurezza i lati aperti all’esterno della zona di carico con dei parapetti;
- segnalare le zone con rischio di caduta;
- illuminare adeguatamente le rampe di carico;
- indossare calzature di sicurezza”.
E per evitare le lesioni dovute a schiacciamento della persona o di parti del corpo tra il camion e la parete dell’edificio o la rampa, sulla rampa bisogna “rispettare una distanza di sicurezza minima di 50 cm tra il veicolo e le parti fisse dell’edificio, ad es. con respingenti, distanziatori o elementi di guida”.
Veniamo alla prevenzione delle lesioni dovute a scivolamento, inciampo e caduta sulla scala della rampa:
- “garantire un accesso sicuro, ad es. tramite una scala o una scala a pioli fissa;
- installare un corrimano e/o un parapetto in corrispondenza delle scale.
- posare un rivestimento antiscivolo”.
Il documento si sofferma poi sulle pedane mobili, con riferimento a varie tipologie di rischio: caduta dovuta a scivolamento, spostamento di una pedana difettosa, caduta dovuta a pedane
inadeguate (troppo strette, troppo corte).
Queste le misure di prevenzione:
- “se possibile, sostituire le pedane mobili con rampe di raccordo e piattaforme di sollevamento;
- utilizzare passerelle con superficie antiscivolo;
- bloccare le passerelle per evitarne lo spostamento, ad es. con barre di ancoraggio. Fare in modo che la superficie di appoggio sia sufficientemente ampia;
- utilizzare pedane sufficientemente larghe;
- controllare periodicamente le pedane mobili”.
Parliamo ora delle rampe di raccordo/ piattaforme di sollevamento, con riferimento alla caduta dalla rampa di raccordo, schiacciamento di parti del corpo, schiacciamento di persone sotto la piattaforma:
- “installare solo apparecchi conformi alle norme di sicurezza con dichiarazione di conformità CE e utilizzarli secondo le istruzioni per l’uso e la manutenzione;
- mettere in sicurezza i punti di schiacciamento con barre sensibili e controllarle regolarmente;
- mettere in sicurezza i punti di schiacciamento laterali mediante schermature;
- mettere in sicurezza i lati aperti sul vuoto, ad es. con segnaletica a colori o parapetto;
- garantire la visuale libera per l’operatore sulla zona di lavoro;
- contrassegnare correttamente i comandi;
- prevenire l’utilizzo da parte di persone non autorizzate (ad es. con una chiave);
- istruire il personale sull’utilizzo delle piattaforme di sollevamento in condizioni di sicurezza”.
Ci soffermiamo poi su alcune attrezzature di lavoro, ad esempio i carrelli portabiancheria che possono provocare: lesioni ai piedi, schiacciamento tra il carrello e le installazioni fisse, lesioni a parti del corpo dovute al ribaltamento o rotolamento dei carrelli, lesioni al viso o a parti del corpo dovute al distacco improvviso delle cinghie di contenimento, lesioni dovute a urto o schiacciamento.
La prevenzione:
- “indossare calzature robuste (ad es. scarpe con puntale di protezione);
- spingere i carrelli di grandi dimensioni (secondo i principi ergonomici) e prestare attenzione alle persone che si trovano nelle immediate vicinanze;
- far riparare le ruote difettose;
- ripartire correttamente i pesi (carichi pesanti in basso);
- immobilizzare i carrelli per evitarne lo spostamento (dispositivi bloccaruota);
- allentare le cinghie in modo graduale;
- maneggiare con cura”.
Il documento, che vi invitiamo a leggere integralmente e che è ricco di immagini esplicative, riporta poi utili informazioni sui carrelli elevatori (prevenzione di lesioni dovute a ribaltamento del carrello elevatore, rovesciamento/ribaltamento del carico, schiacciamento di persone), transpallet, carrelli elevatori a timone (lesioni ai piedi, schiacciamento di persone, lesioni dovute a rovesciamento/ ribaltamento del carico), imballatrici (ustioni dovute al contatto con superfici calde, impigliamento/schiacciamento di parti del corpo).
Veniamo invece ai problemi relativi al carico/trasporto: “schiacciamento di parti del corpo, lesioni dovute a ribaltamento dei contenitori (carrelli portabiancheria, stander appendiabili, ecc.), rischio di infortunio dovuto allo spostamento del carico durante la guida”.
La prevenzione:
- “mettere in sicurezza il carico (fissaggio adattato alla forma e adeguate cinghie di ancoraggio oppure sbarre di supporto);
- maneggiare con cura;
- per il trasporto di carichi utilizzare vie di circolazione contrassegnate e tenerle sempre sgombre;
- rispettare le misure di sicurezza per i lavoratori durante il trasporto nel servizio esterno”.
E riguardo alla movimentazione dei carichi e al rischio di lesioni all’apparato locomotore e disturbi muscolo-scheletrici, si indica di:
- “utilizzare attrezzature idonee (ad es. transpallet, carrelli per fusti);
- usare la tecnica corretta di sollevamento e trasporto;
- utilizzare i dispositivi di protezione individuale, in particolare le calzature di sicurezza e i guanti”.
Infine durante le attività di carico/trasporto si può essere soggetti anche a rischi biologici, a rischi di infezione.
Queste, in conclusione, le misure di prevenzione idonee:
- “garantire la consegna della biancheria infetta da parte del cliente con il sistema a doppio sacco ed etichettatura speciale;
- quando si maneggia la biancheria sporca evitare il più possibile di sollevare polvere e germi;
- consegnare la biancheria infetta in sacchi resistenti alla rottura, impermeabili all’umidità e sufficientemente impermeabili ai germi dotati di etichette esterne che ne specificano il contenuto;
- garantire, da parte del cliente, la cernita preliminare, la separazione e la codifica per colore della biancheria ospedaliera”;
- smaltire la biancheria altamente infettiva come rifiuto speciale;
- istruire il personale, anche gli addetti alla spedizione, sulla corretta manipolazione della biancheria infetta”.
N.B.: I riferimenti legislativi e i dati sugli infortuni contenuti nel documento originale riguardano la realtà svizzera, ma i suggerimenti indicati sono comunque utili per tutti i lavoratori.
Commissione federale di coordinamento per la sicurezza sul lavoro, “Sicurezza sul lavoro e tutela della salute. Manutenzione dei tessili. Lavanderie. Lavasecco. Imprese affini”, a cura di Hans Näf, Roman Bongni, Heidi Bucheli, Thomas Hilfiker, Paul Keller, Dario Mordasini, Melanie Saner (formato PDF, 2.58 MB).
Tiziano Menduto
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