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Causa per danni da fumo passivo in ufficio

Dopo la sentenza di condanna per due dirigenti di una banca ritenuti responsabili della morte di una dipendente causata dal fumo passivo respirato in ufficio (si veda PuntoSicuro n.602), la sezione lavoro del tribunale di Milano si trova ad affrontare una nuova causa riguardante presunti danni da fumo passivo sul luogo di lavoro.

Il 16 gennaio 2003 si terrà infatti la prima udienza della causa intentata da E. F. , di 65 anni, contro l'azienda di import-export della quale era stato dipendente.
L'uomo, non fumatore, ritiene che all'origine dello scompenso cardiaco che lo ha colpito nell'ottobre 1999 vi sia il fumo passivo respirato negli uffici per oltre 20 anni e richiede un risarcimento di oltre un milione e mezzo di euro per danni patrimoniali, biologici e morali.

La vicenda è stata riportata dal quotidiano ''Il Giorno''.
E.F. nel settembre 1999 aveva lasciato l'azienda con la prospettiva, dal novembre 1999, di essere assunto in un'altra azienda come dirigente.
Una prospettiva di lavoro sfumata a causa dello scompenso cardiaco che lo colpì nell'ottobre dello stesso anno, provocandogli una invalidità totale di 80 punti su 100.

L'uomo ritiene che l'ambiente saturo del fumo delle sigarette fumate dai colleghi sia all'origine della sua malattia. L'azienda, secondo l'avvocato di E.F. non avrebbe vigilato sul rispetto, da parte dei suo dipendenti, ''delle misure poste a sicurezza degli stessi''.



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