L’impegno dell’Europa per gli SDGs alla 78esima assemblea generale dell’Onu
Il 18 settembre, nella prima giornata del SDG summit a New York, Ursula von der Leyen ha pronunciato un breve discorso in rappresentanza dell’Unione europea. In particolare, ha trattato il tema degli aiuti ai Paesi in via di sviluppo per l’attuazione dell’Agenda 2030, specificamente accogliendo la proposta di piano del Segretario generale “SDG stimulus”. Von der Leyen ha ricordato l’impegno dell’Ue negli aiuti allo sviluppo, pari nell’ultimo anno a 93 milioni di euro (con un incremento del 30% rispetto al precedente anno), che a livello globale rappresentano il 40% di tutti gli aiuti.
Precisando che questo sforzo finanziario risulta comunque ancora insufficiente, ha indicato la necessità di individuare nuove misure per attrarre finanziamenti verso i Paesi in via di sviluppo. Prima di tutto ha dichiarato che, senza alcun dubbio, è necessaria la riforma delle banche multilaterali di sviluppo. Ha quindi richiamato in particolare l’iniziativa europea Global Gateway, che dovrebbe mettere a disposizione complessivamente 300 miliardi di euro in cinque anni per la transizione verde e digitale, per gli investimenti nell’educazione e nella salute nei Paesi in via di sviluppo, utilizzando in parte risorse pubbliche, riducendo il rischio finanziario d’investimento privato nei Paesi in via di sviluppo. Ha ricordato inoltre che l’Ue sta supportando gli stessi Paesi nella creazione dei green bond nazionali.
Come proposta innovativa, ha sostenuto la tariffazione del carbonio, definendola come uno degli strumenti più efficaci ed efficienti per ridurre le emissioni spingendo le imprese all’innovazione, creando entrate che possono sostenere la transizione pulita nei Paesi in via di sviluppo. Richiamando i risultati nell’Unione europea, ha sottolineato che in un solo anno la tariffazione del carbonio ha messo a disposizione 38 miliardi di euro investiti al 100% nella decarbonizzazione. Evidenziando il fatto che ad oggi solo il 20% delle emissioni a livello mondiale è coperto da un prezzo, ha invitato a considerare: immaginate l’impatto globale in termini di nuove entrate, riducendo nel frattempo le emissioni di gas serra, se più Paesi adottassero questa strategia introducendo una tariffazione del carbonio, destinando una quota equa di queste entrate ai Paesi in via di sviluppo e ai mercati emergenti.
Gli impegni dell’Ue al summit di New York, come indicato nel comunicato stampa del 15 settembre, proseguiranno con un’intensa agenda con il coinvolgimento anche del presidente del Consiglio europeo Charles Michel, dell'Alto rappresentante/Vicepresidente Josep Borrell e di altri Commissari europei.
Il comunicato riprende gli impegni che il Consiglio dell’Unione europea ha assunto nelle conclusioni adottate il 20 luglio scorso (vedi rubrica Europa del 25 luglio 2023 ) sulle priorità dell'Ue durante la 78a sessione dell'assemblea generale delle Nazioni Unite (settembre 2023 - settembre 2024): consapevoli che il pieno conseguimento degli SDGs è a rischio, i 27 Stati membri hanno dichiarato in sede di Consiglio dell’Unione l’impegno a moltiplicare gli sforzi verso la piena e tempestiva attuazione dell'Agenda 2030, attraverso anche il rafforzamento della governance globale e la creazione di partenariati globali.
La dichiarazione delle Nazioni Unite al summit sugli SDGs (già disponibile sul sito del summit) riflette nella sostanza la posizione dell’Unione europea: riaffermiamo il nostro impegno ad attuare efficacemente l'Agenda 2030 e i suoi SDGs e a sostenere tutti i principi in essa contenuti. L'Agenda 2030 rimane la nostra tabella di marcia generale per raggiungere lo sviluppo sostenibile e superare le molteplici crisi che stiamo affrontando.
Gli appuntamenti internazionali della prima metà di settembre, a cui già hanno partecipato gli alti vertici delle istituzioni europee, hanno preparato il terreno per il summit di New York sugli SDGs, confermando gli stessi convincimenti.
In particolare, già i leader del G20 durante il vertice di New Delhi del 10 settembre hanno dichiarato l’impegno ad accelerare la piena ed efficace attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, e a intraprendere percorsi di sviluppo a basse emissioni di gas serra/basse emissioni di carbonio, resilienti al clima e sostenibili dal punto di vista ambientale, attraverso un approccio integrato e inclusivo.
L’Agenda 2030 e gli SDGs sono richiamati nel testo della dichiarazione del G20 in numerosi punti (mediamente quasi una volta per pagina!) e costituiscono l’effettivo quadro di riferimento delle azioni da intraprendere. Diversi documenti elaborati dal G20 sull’Agenda 2030 e le azioni per il clima accompagnano la dichiarazione. Il titolo della dichiarazione “Un pianeta, una famiglia, un futuro” ricalca nello spirito gli stessi principi dell’Agenda 2030.
Tra i diversi passaggi importanti contenuti nella dichiarazione, il G20 rileva in particolare che i costi macroeconomici degli impatti fisici dei cambiamenti climatici sono significativi sia a livello aggregato che di Paese, e che il costo dell'inazione supera sostanzialmente quello di transizioni ordinate e giuste.
La presidente Ursula von der Leyen, in sede di conferenza stampa in concomitanza del G20, ha rimarcato l’importanza di aver accolto l’Unione africana come nuovo membro del G20, evidenziando: i Paesi del G20 rappresentano da soli l'80% delle emissioni di gas serra. L'Africa, invece, ha meno del 4% delle emissioni di gas serra. Ma è tra le più colpite dai cambiamenti climatici. Così come ha evidenziato quanto sia cruciale mantenere gli impegni per il clima e l’obiettivo di 1,5° indicato dalla scienza, poiché i cambiamenti climatici sono una minaccia globale e un fattore che contribuisce all’insicurezza alimentare. E sul tema della sicurezza alimentare si è soffermata richiamando la responsabilità della Russia nel blocco dei percorsi via mare dall’Ucraina: chiediamo alla Russia di permettere al grano ucraino di raggiungere i mercati globali attraverso il Mar Nero.
Anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, nel suo discorso alla vigilia del G20, ha rimarcato le responsabilità della Russia: mentre parliamo, la Russia continua ad attaccare la nazione sovrana dell'Ucraina, uccidendo persone e distruggendo le sue città. Per questo l'Ue continuerà a sostenere con forza l'Ucraina e a fare pressione sulla Russia. La guerra del Cremlino sta distruggendo vite ben oltre l'Ucraina, anche qui in Asia meridionale. Oltre 250 milioni di persone si trovano ad affrontare una grave insicurezza alimentare in tutto il mondo.
Il presidente Michel ha trattato anche i temi delle riforme finanziarie globali e della salute globale, sostanzialmente nella stessa direzione con cui sono trattati sia nella dichiarazione del G20 che nella bozza di dichiarazione del vertice sugli SDGs.
La presidente von der Leyen ha partecipato anche al vertice di Nairobi dell’Unione africana sui cambiamenti climatici del 6 settembre. Nel suo discorso del 5 settembre ha già sostenuto in particolare la tariffazione del carbonio quale uno degli strumenti più efficaci ed efficienti per ridurre le emissioni e di creazione di risorse per la transizione pulita nei Paesi in via di sviluppo. In particolare, ha precisato che un accordo globale sulla tariffazione del carbonio dovrebbe compensare anche lo stoccaggio del carbonio in natura di cui l’Africa, rimarca, è particolarmente ricca. Ha concluso quindi, lavoriamo insieme per presentare alla Cop28 una proposta per un prezzo globale del carbonio e per veri crediti di carbonio.
Nella dichiarazione assunta dai leader africani in chiusura del vertice, è chiara e ferma la determinazione nel perseguimento degli obiettivi climatici come indicati dalla scienza. Gli Stati africani chiedono ai leader globali di unirsi a loro per cogliere le opportunità della decarbonizzazione perseguendo obiettivi di uguaglianza e di prosperità condivisa. Chiedono un impegno per la riforma del sistema finanziario globale affinché nessun Paese sia costretto a scegliere tra le aspirazioni allo sviluppo e l’azione per il clima (enunciazione ripresa anche dal G20), ed esortano i leader mondiali a sostenere la proposta di un regime di tassazione del carbonio globale, che includa una carbon tax sul commercio dei combustibili fossili, sul trasporto marittimo e sull’aviazione, che potrebbe essere aumentata anche da una tassa sulle transazioni finanziarie globali.
Guarda la rassegna dal 24 luglio al 17 settembre
Luigi Di Marco
Fonte: ASVIS
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