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Carrelli trasportatori: le fasi di una corretta valutazione dei rischi

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Sanità e servizi sociali

30/09/2010

Approfondimenti sul tema dell’uso in sicurezza dei carrelli elevatori. La valutazione dei rischi. L’analisi dei luoghi, dei mezzi, degli accessori, dei carichi, dell’organizzazione lavorativa e la rilevazione dei lavoratori esposti.

 
Malgrado le attività di prevenzione i carrelli elevatori continuano ad essere implicati in incidenti che comportano gravi lesioni ai lavoratori e notevoli danni alle cose.
Per aiutare i nostri lettori a gestire al meglio la sicurezza di queste importanti e diffuse attrezzature di lavoro, PuntoSicuro propone alcuni approfondimenti sul tema, partendo da documenti che, anche se non aggiornati alle ultime normative, contengano utili suggerimenti per l’uso in sicurezza dei carrelli.
 
È il caso, ad esempio, del documento “ Linee Guida per la gestione del rischio da carrelli trasportatori”, pubblicato dall’ Azienda Sanitaria n. 5 Ovest Vicentino e prodotto dal locale Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza Ambiente Lavoro.
 

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Queste linee guida riuniscono le principali indicazioni metodologiche per “progettare, mettere in pratica e mantenere a regime un sistema che organizzi il ciclo di produzione,le persone e le attrezzature in modo da garantire una efficace gestione dei rischi di infortunio connessi all'uso dei carrelli trasportatori nei luoghi di lavoro”.
 
Superando la parte del documento relativa agli aspetti strettamente normativi –in questo caso non aggiornati al Decreto legislativo 81/2008 – passiamo direttamente agli indirizzi operativi per una corretta valutazione dei rischi relativi all’uso del carrelli trasportatori.
 
Analizziamo i vari passi proposti per la valutazione, ricordando che sul documento che vi invitiamo a leggere sono presenti diverse check list per facilitare l’attività valutativa.
 
Analisi dei luoghi
Riguarda “tutti i luoghi in cui vengono usati i carrelli trasportatori e tutti i relativi percorsi”.
Prima di iniziare è “indispensabile avere una pianta con lay-out ( macchine, impianti, depositi, anche temporanei) di tutta l'azienda, cioè comprese le aree esterne, se interessate dai carrelli, su cui registrare le osservazioni eseguite nel corso del sopralluogo”.
Alcuni esempi relativi alle cose da verificare:
- “zone adibite a carico e scarico sia di prodotti che entrano o escono dall'azienda, sia di intermedi di lavorazione;
- zone di servizio per attrezzature o macchine che richiedono l'uso dei carrelli per il rifornimento di materiali o per lo scarico prodotti lavorati;
- percorsi preferenziali interni ad edifici;
- percorsi preferenziali in aree esterne;
- percorsi, accessi particolari: verificare se esistono operazioni non frequenti che prevedono l'impiego del mezzo in situazioni particolari, p.e. la salita del carrello sul pianale di automezzi, l'accesso in ambienti confinati, ecc...”.
Bisogna porre particolare attenzione alle caratteristiche delle superfici su cui transitano i carrelli, valutando “se le superfici oggetto dell'esame sono idonee ad essere percorse dal carrello con pieno carico” (valutare regolarità, aderenza e portata).
Nel documento sono riportate anche alcune caratteristiche delle zone operative e di transito.
 
Analisi dei mezzi, degli accessori e dei carichi
Questa fase comprende una:
- “rilevazione delle caratteristiche, usi consentiti e proibiti, limiti d'uso ecc. di tutti i Mezzi di Trasporto utilizzati in relazione alle caratteristiche del mezzo” (vedi Manuale d'Uso del Carrello);
-  una rilevazione “sulle tipologie dei carichi movimentati solitamente”. Ad esempio se il carico è su pallet o su altra struttura che facilita il trasporto bisognerà analizzare lo stato di manutenzione del pallet (quali sono le condizioni limite per cui il pallet deve essere scartato?) e le dimensioni (“da mettere in rapporto con le dimensioni delle vie di transito”, considerando anche “l'ingombro della visibilità del guidatore”);
- una rilevazione relativa agli accessori (forche, prolungamenti delle stesse, pallets, ganci per eseguire sollevamenti, per trascinare i carichi, ecc.). Bisogna individuare “quali sono gli accessori in dotazione con lo scopo di arrivare a definire gli usi corretti e vietare tutti gli altri”.
 
In questa tappa della valutazione  è necessario “rilevare e registrare le caratteristiche tecniche di tutti i carrelli usati”. Per ognuno di questi mezzi si dovrà preparare una Scheda Carrello che registri, oltre a numero e sigla del mezzo, caratteristiche tecniche, dotazioni di sicurezza,
verifiche-manutenzioni e “le limitazioni/divieti di uso, soprattutto se in azienda esiste la possibilità di un impiego anomalo del mezzo di trasporto”. Ricordando che i “parametri di idoneità dei mezzi sono sempre relativi alle condizioni in cui avviene l'impiego previsto: portata, dimensioni, accessori, pendenze”.
Vi rimandiamo al documento originale per i suggerimenti relativi alle verifiche giornaliere (il conducente dovrà eseguire un controllo visivo “controllo circolare" prima di partire e poi eseguirà un controllo operativo pre-uso) e agli interventi di manutenzione periodica.
 
Analisi dell'Organizzazione del Lavoro
Ad esempio:
- “rilevare tutte le operazioni ordinarie e straordinarie per cui si prevede l'uso di carrelli trasportatori;
- indagare nel dettaglio tutte le tipologie di carico e scarico ordinarie eseguite nelle zone di cui al paragrafo relativo all'Analisi dei Luoghi.  È importante rilevare le caratteristiche dei carichi da trattare: stabili, dotati di pallet, ecc., ed anche dimensioni, forma e peso dei vari carichi;
- rilevare tutte le situazioni che richiedono l'assistenza da parte di un lavoratore a terra: sistemazione del carico, indicazioni per manovre,ecc.;
- rilevare tutte le situazioni in cui il carrello viene utilizzato per scopi diversi dal trasporto: per esempio sollevamento di persone, accesso  a luoghi sopraelevati per riparazioni, manutenzioni, ecc.;
- rilevare le situazioni in cui i mezzi procedono in retromarcia”.
 
In questa fase è “indispensabile definire in modo formale, redigendo un elenco e divulgandolo, quali sono i lavoratori autorizzati a usare i carrelli”.
Per ciascun tipo di carrello, “sulla base di una rilevazione delle caratteristiche dei carichi e trasporti eseguiti, bisogna definire e registrare nella Scheda Carrello quali sono le operazioni consentite indicando, se del caso anche gli accessori che si devono utilizzare nelle diverse operazioni”.
Altro aspetto importante da rilevare è “quello relativo al modo di lavorare dei vari conducenti dei carrelli per capire se il loro comportamento durante le diverse fasi operative, spostamenti carico e scarico, ecc., è abbastanza uniforme, standardizzato, oppure ognuno segue modi  diversi di operare, secondo personali decisioni. L'obiettivo da conseguire è quello di individuare e quindi limitare al massimo i comportamenti ‘ originali’ ispirati a scelte del conducente invece che a modalità precise e definite”.
Altre situazioni da valutare sono quelle che “prevedono l'assistenza di lavoratori a terra, in prossimità del carrello, che cooperano con il conducente per caricare, sistemare, sostenere,indicare, ecc”.
 
Rilevazione dei Lavoratori esposti
Questa rilevazione deve riguardare:
- “tutti i lavoratori coinvolti dalle operazioni di trasporto con mezzi interni cioè quelli che sono interessati perché conducono o sono destinati a condurre i mezzi di trasporto.  Inoltre tutti quelli che, pur non conducendoli, hanno responsabilità di direzione/gestione su luoghi o processi produttivi interessati dall'uso di questi mezzi;
- i lavoratori che possono essere adibiti a svolgere operazioni nelle zone interessate dai mezzi di trasporto;
- gli esterni che possono essere coinvolti: autisti di autotreni che caricano o scaricano, lavoratori di ditte appaltatrici operanti nell'azienda, visitatori”.
 
Nei prossimi articoli approfondiremo la predisposizione di misure di prevenzione degli incidenti e le procedure corrette d’uso dei carrelli.
 
  
 
Azienda Sanitaria n. 5 Ovest Vicentino, “ Linee Guida per la gestione del rischio da carrelli trasportatori”, Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza Ambiente Lavoro, a cura di Adolfo Fiorio (Medico del Lavoro, Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'ULSS 5 Ovest Vicentino) e  Silvia Fiorio (Medico del Lavoro, Consulente di Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) (formato PDF, 144 kB).
 
 
 
Tiziano Menduto
 


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