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Imparare dagli errori: incidenti nella movimentazione manuale dei carichi

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Imparare dagli errori

25/11/2008

In occasione della campagna europea 2008 “Alleggerisci il carico”, alcuni esempi tratti dall’archivio Ispesl Infor.mo. di incidenti nella movimentazione dei carichi. Quando un sollevamento può essere svolto, con minor rischio, da due lavoratori.

Con l’idea che gli esempi di incidenti possano essere più immediati ed efficaci nel sensibilizzarci sui rischi nei luoghi di lavoro, proseguiamo con la nostra rubrica “Imparare dagli errori” prendendo spunto da INFOR.MO., uno strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio contenuti nell'archivio del sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.

 

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Cercando di far cosa gradita ai nostri lettori tentiamo, riguardo ai contenuti di questa rubrica, di collegarci agli argomenti resi attuali da incidenti di particolare rilevanza, da convegni o campagne informative su specifici temi.

In questo caso - come fatto recentemente per la “Settimana Europea dei Giovani”, con gli articoli su incidenti a giovani lavoratori – ci occuperemo di movimentazione manuale in relazione alla campagna europea di comunicazione e di controllo sulla movimentazione manuale dei carichi “Alleggerisci il carico”.

Ricordiamo a questo proposito che nei luoghi di lavoro la movimentazione manuale apparentemente sembra meno esposta a rischi: non si ha a che fare con macchinari o attrezzature pericolose e le attività si svolgono spesso in ambienti senza rischi ambientali.

Se tuttavia si sottovalutano i rischi di queste attività e la movimentazione è svolta in modo non corretto, il lavoratore può assumere comportamenti individuali dannosi con il conseguente sviluppo di patologie anche gravi: il “mal di schiena” è uno dei principali disturbi professionali riferiti nell'Unione europea (23,8%).

 

Ma come vedremo, in questa e in prossime puntate, la movimentazione manuale dei carichi può anche essere foriera di veri e propri incidenti e lesioni.

Come nel caso, che ora descriveremo, accaduto nel 2002 ad un lavoratore impiegato in attività di immagazzinamento e movimentazione di materiale di varia natura, tra cui tubazioni in acciaio di diverse sezioni e lunghezze.

Nel giorno dell’incidente nel magazzino della ditta erano presenti due lavoratori, di cui uno, operaio specializzato saldatore, era il caposquadra.

“Proprio quest'ultimo, nell'intento di sistemare dei tubi in acciaio di varie lunghezze e diametri, di propria iniziativa e senza richiedere l'aiuto del collega presente, li spostava manualmente provocando lo scivolamento di un tubo che urtava la mano sinistra dell'operaio specializzato, schiacciandola e provocando la frattura della falange ungueale del III dito e contusioni sulla medesima parte anatomica”.

A questo proposito la scheda fa presente che in quella ditta la movimentazione dei tubi, pur se saltuaria, rientrava nelle mansioni periodiche e per questa movimentazione manuale dei carichi l'operaio infortunato era stato formato ed informato sui rischi connessi.

Non solo: indossava anche guanti a protezione delle mani, adatti ad evitare tagli ed abrasioni; guanti che tuttavia “nulla hanno potuto a difesa dai danni riportati dall'infortunato”.

 

Malgrado la presenza di formazione e dispositivi di protezione idonei è evidente una sottovalutazione del rischio. Il caposquadra infortunato avrebbe potuto, avendo anche facoltà di impartire ordini e disposizioni, disporre dell'ausilio dell'altro collega diminuendo l’esposizione al rischio di incidenti.

Ricordiamo a questo proposito, e in relazione ai documenti prodotti per la campagna europea 2008 “Alleggerisci il carico”, che nella movimentazione manuale dei carichi è possibile ridurre i rischi attraverso la meccanizzazione o l'automazione delle attività di movimentazione, ad esempio utilizzando attrezzature di sollevamento.

E il conseguente aumento dei costi può essere in parte bilanciato dalla riduzione del tempo impiegato per le attività di movimentazione e dalla diminuzione dei costi relativi ai periodi di congedo per malattia dei lavoratori infortunati.

I rischi inoltre si possono ridurre attraverso l’applicazione di misure tecniche e organizzative per ridurre il rischio di infortunio, magari attraverso un cambiamento dei metodi di lavoro o della loro sequenza. Ad esempio predisponendo per la movimentazione di carichi particolarmente pesanti o che presentano particolari rischi (ad esempio di scivolamento) una movimentazione con più operatori.

Riguardo alla normativa nazionale sulla sicurezza sul lavoro, che affronteremo più in specifico nella prossima puntata di “Imparare dagli errori” dedicata alla movimentazione dei carichi, Il D.Lgs. 81/2008 dedica alla movimentazione manuale il Titolo VI e ricorda, nel comma 2 dell’articolo 168, che “qualora non sia possibile evitare la movimentazione manuale dei carichi ad opera dei lavoratori, il datore di lavoro adotta le misure organizzative necessarie, ricorre ai mezzi appropriati e fornisce ai lavoratori stessi i mezzi adeguati, allo scopo di ridurre il rischio che comporta la movimentazione manuale di detti carichi”.
 
 
Per consultare la scheda dell’infortunio collegarsi a questa paginadel sito web di INFOR.MO. e successivamente visualizzare la scheda del caso 1915.
 
 
Tiziano Menduto

 
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