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Gli incidenti stradali nel 2006: per l’Italia un tasso doppio rispetto all’Europa

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Sicurezza stradale

19/12/2007

L'Istat rende disponibili i dati degli incidenti stradali del 2006 raffrontati con gli anni 2000-2005: ogni giorno 652 incidenti provocano 16 morti e 912 feriti. I dati su dove e come avvengono gli incidenti.

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L'Istat ha reso disponibili i dati degli incidenti stradali del 2006 raffrontati con gli anni 2000-2005: ogni giorno in Italia si verificano in media 652 incidenti stradali, che provocano la morte di 16 persone e il ferimento di altre 912.
 
Nel complesso, nell’anno 2006 sono stati rilevati 238.124 incidenti stradali, che hanno causato il decesso di 5.669 persone, mentre altre 332.955 hanno subito lesioni di diversa gravità. Rispetto al 2005 si riscontra una lieve diminuzione del numero degli incidenti (-0,8%), dei morti (-2,6%) e dei feriti (-0,6%).
 
L’analisi dell’incidentalità nel lungo termine mostra una costante riduzione della gravità degli incidenti, evidenziata dall’indice di mortalità (numero di morti ogni 100 incidenti) che si attesta al 2,4% nel 2006 contro il 2,8% del 2000 e dall’indice di gravità, che passa da 1,9 a 1,7 decessi ogni 100 infortunati.
 
In Italia, nel periodo 2000 – 2006, gli incidenti sono passati da 256.546 a 238.124, i morti da 7.061 a 5.669, i feriti da 360.013 a 332.955. Si è pertanto registrato un decremento del 7,2% per quanto riguarda il numero di incidenti, del 7,5% per i feriti e del 19,7% per quanto riguarda il numero di morti in incidente.
 
Va sottolineato che, nello stesso periodo, il parco veicolare è cresciuto del 13,7% mentre il volume di circolazione, valutato sulle percorrenze autostradali, è aumentato del 19,9 %.
 
L’obiettivo comunitario del 2010
Nel Libro Bianco del 13 settembre 2001 l’Unione Europea ha fissato un obiettivo ambizioso, ovvero dimezzare il numero di morti sulle strade entro il 2010.
 
Alla fine del 2005, il bilancio intermedio mostra che solo pochi Paesi hanno già ridotto in misura superiore al 25% il numero di vittime della strada; emerge, altresì chiaramente, la difficoltà a ridurre il numero di decessi in Paesi quali la Gran Bretagna che già nel 2000, con 3.580 morti, faceva registrare tassi molto bassi e vicini al cosidetto “zoccolo duro”, difficilmente eliminabile.
 
In Italia, dove alla fine del 2005 si registrava una riduzione del 17,6% nel numero di decessi, è proseguito il trend decrescente anche nel 2006, segnando un ulteriore calo del 2,6%: il decremento complessivo è pari al 19,7%.
 
Tale risultato, seppur apprezzabile, non è sufficiente per il raggiungimento dell’obiettivo 2010: permanendo l’attuale trend è presumibile che si arrivi al 2010 con una diminuzione delle vittime pari a circa il 30%.
 
Per raggiungere l’obiettivo, si dovrebbe, negli anni a venire, ridurre la mortalità ad un tasso medio non inferiore al 9,5% annuo.
 
L’Italia, con 95 morti per incidente stradale ogni milione di abitanti, registra ancora un tasso praticamente doppio rispetto a Paesi quali Gran Bretagna, Olanda e Svezia che si attestano a 50 decessi per milione di abitanti.
 

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Dall’analisi che segue degli incidenti avvenuti nel 2006, emergono le priorità su cui concentrare le azioni di sicurezza stradale: il controllo della velocità, il controllo della guida in stato di ebbrezza, la guida distratta, la protezione degli utenti deboli – in particolare pedoni e utenti delle due ruote - l’individuazione e la messa in sicurezza delle tratte stradali più pericolose.
 
Dove avvengono gli incidenti
Nel 2006 sulle strade urbane si sono verificati 182.177 incidenti (76,5% del totale) che hanno causato 242.042 feriti (pari al 72,7% sul totale) e 2.494 morti (pari al 44%).
Viceversa sulle autostrade si sono verificati 13.319 incidenti (pari al 5,6% del totale) con 22.646 feriti (pari al 6,8%) e 590 decessi (pari al 10,4%).
L’indice di mortalità mostra che gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extra urbane, dove si registrano 6,1 decessi ogni 100 incidenti.
 
Gli incidenti sulle strade urbane sono meno gravi, con 1,3 morti ogni 100 incidenti. Sulle autostrade l’indice di mortalità, pari a 4,4, è più che triplo rispetto a quanto avviene in città.
 
Con riferimento alla rete extra urbana non autostradale si evidenziano i diversi livelli di mortalità secondo il tipo di strada: le strade ad una carreggiata a doppio senso presentano un indice superiore del 63% rispetto alle strade a doppia carreggiata.
 
Come avvengono gli incidenti
La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (76,5%), il 23,5% a veicoli isolati.
Nell’ambito degli incidenti tra veicoli la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale (85.098 casi) con 1.373 morti e 121.828 feriti, seguita dal tamponamento, che registra 43.610 casi con 581 morti e 70.160 persone ferite.
 
Tra gli incidenti a veicoli isolati la fuoriuscita o sbandamento del veicolo rappresenta la maggior parte dei casi (21.959 incidenti) con 1.127 morti e 27.647 feriti. L’investimento di pedone rappresenta l’8% degli incidenti: si registrano 19.089 casi in cui hanno perso la vita 723 persone e 21.503 sono rimaste ferite.
 
L’indice di mortalità, calcolato secondo la diversa natura di incidente, mostra come lo scontro frontale sia la tipologia più pericolosa (5,4 decessi ogni 100 incidenti), seguita dalla fuoriuscita di strada (5,1 decessi ogni 100 incidenti), dall’urto con ostacolo accidentale (4,9 decessi ogni 100 incidenti) e dall’investimento di pedone (3,8 decessi ogni 100 incidenti)
 
Perché avvengono gli incidenti
L’analisi delle circostanze accertate o presunte di incidente non fa rilevare differenze notevoli rispetto all’anno precedente.
Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente e costituiscono da sole il 45,86% dei casi.
 
Lo stato psico-fisico alterato del conducente, pur non rappresentando una percentuale elevata del totale dei casi (2%), va segnalato per la gravità degli eventi.
 
Le cause principali che rientrano in tale categoria sono: l’ebbrezza da alcool (4.246 casi pari al 71% della categoria), il malore, l’ingestione di sostanze stupefacenti o psicotrope ed il sonno che con 1.586 casi pesano per il 26,4%.
 
Soltanto in 685 casi, che pesano per lo 0,2% sul totale, sono stati difetti o avarie del veicolo ad aver causato gli incidenti.
 
Il comportamento scorretto del pedone o lo stato psico-fisico alterato dello stesso si rileva in 9.339 casi e pesa per il 3,11% sul totale delle cause di incidente.
 
La distribuzione tra ore del giorno e della notte delle cause accertate o presunte di incidente evidenzia le cause che si riscontrano maggiormente nelle ore notturne: velocità, presenza di ostacoli o buche sulla carreggiata, alcool e droghe, sonno.
 
Di giorno prevalgono le manovre ed i sorpassi irregolari e gli incidenti con pedoni.
 
Con riferimento alla localizzazione, si rileva che la prima causa di incidente sulle strade urbane è il mancato rispetto delle regole di precedenza o semaforiche mentre sulle strade extraurbane è la velocità.
 
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